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In Cina e Asia – Xi incontra il nuovo leader di Hong Kong

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Xi al nuovo leader di Hong Kong: “Il governo centrale si fida di te”
  • Cina. Crisi di liquidità per quattro banche rurali dello Henan
  • Stati Uniti primo partner commerciale dell’India. La Cina deve guardare ai paesi Asean
  • Foxconn: “Supply chain in ripresa”
  • Corea del Nord, via il lockdown: la situazione è ora “stabile”
Xi al nuovo leader di Hong Kong: “Il governo centrale si fida di te”

Il presidente cinese Xi Jinping ha riconosciuto ufficialmente il nuovo capo esecutivo di Hong Kong, John Lee Ka-chiu. I due si sono incontrati ieri presso la Diaoyutai Guesthouse di Pechino, dopo la consegna della lettera formale di nomina da parte del premier Li Keqiang. Lee era l’unico candidato eletto da un consiglio di politici e uomini d’affari vicini al governo cinese: una conseguenza quasi naturale dell’introduzione del “patriottismo” tra i requisiti per accedere ai vertici della leadership di Hong Kong.

“Ami il Paese e ami Hong Kong. Sei sempre stato deciso, devoto e proattivo nell’adempiere ai tuoi doveri in diverse posizioni”, ha dichiarato Xi riferendosi alla carriera di Lee nella Polizia (ruolo che lo vede tra i responsabili della repressione delle manifestazioni pro democrazia). “Hai contribuito alla salvaguardia della sicurezza nazionale, nonché alla prosperità e alla stabilità di Hong Kong. Il governo centrale riconosce questo impegno e si fida pienamente di te”.

L’arrivo di un uomo di Pechino come Lee non è casuale. Il 1 luglio la Cina festeggerà i 25 anni dal passaggio di Hong Kong da colonia inglese a territorio cinese governato secondo il principio “un paese, due sistemi“. In autunno il Partito comunista cinese si riunirà nel 20°Congresso, momento di bilanci a dieci anni dall’arrivo di Xi alla guida del Pcc e del paese.

Cina. Crisi di liquidità per quattro banche rurali dello Henan

Nella provincia interna dello Henan, dal 18 aprile scorso quattro banche rurali – la Yuzhou Xinminsheng Village Bank, la Shangcai Huimin County Bank, la Zhecheng Huanghuai Community Bank e la New Oriental Country Bank di Kaifeng – hanno congelato i depositi. Una situazione che la scorsa settimana ha spinto i risparmiatori a scendere in protesta nel capoluogo Zhengzhou, e a esibire striscioni che recitavano frasi come “restituiteci i nostri soldi” (还我存款 huan wo cunkuan) davanti alla sede della China Banking and Insurance Regulatory Commission (CBIRC), l’organo di vigilanza delle istituzioni finanziarie cinesi. Incalzato dai manifestanti, il vicedirettore della filiale di Henan della CBIRC Yang Huajun ha assicurato che provvederà a proteggere i depositi “legali”, compresi quelli provenienti da piattaforme terze. Non ha chiarito, tuttavia, il significato del termine “legale”. Come riporta South China Morning Post, non è stata indicata neanche la somma totale di liquidità che è stata congelata, ma nei vari gruppi WeChat i titolari dei conti correnti hanno riferito che si tratta di decine di miliardi di yuan.

Le banche rurali, i principali finanziatori delle piccole imprese nelle aree più interne e meno sviluppate del paese, sono gli attori considerati più vulnerabili alle crisi, e sono quindi da intralcio alle intenzioni dichiarate di recente da Xi Jinping, sulla volontà di rendere la stabilità economica una priorità assoluta. Negli ultimi anni, infatti, le autorità di regolamentazione hanno intensificato la supervisione dei piccoli istituti di credito del paese, tentando di limitare le partnership che tali banche stringono con le piattaforme online, con cui riescono a offrire ai clienti interessi più vantaggiosi. È proprio grazie a queste piattaforme che Henan Xincaifu Group Investment Holding, una società di investimento privata con partecipazioni in tutti e quattro gli istituti di credito coinvolti, ha attirato illecitamente fondi pubblici, come emerso la scorsa settimane da un’indagine condotta dalla CBIRC.

Stati Uniti primo partner commerciale dell’India. La Cina deve guardare ai paesi Asean

Gli Stati Uniti sono diventati il principale partener commerciale dell’India: tra il 2021 e il 2022 il valore dei loro scambi commerciali è aumentato del 48,3%, raggiungendo i 119,4 miliardi di dollari. Le esportazioni verso Washington sono cresciute del 47,4% fino a 76,11 miliardi di dollari, mentre le importazioni sono aumentate del 50%, per un valore di 43,31 miliardi di dollari. Sono i dati condivisi dal ministero del Commercio e dell’Industria indiano, che chiarisce come con la Cina, che ricopriva tale posizione fino a pochi mesi fa, il massimo del valore degli scambi commerciali è stato 115,4 miliardi. Nell’ultimo anno le esportazioni indiane verso Pechino sono cresciute solo dello 0,3%, per un valore di 21,3 miliardi di dollari. Oltre 94 miliardi di dollari è invece è quello delle importazioni dalla Cina, che sono aumentate del 44,4% e che includono soprattutto macchinari e prodotti elettronici.

Ma “il mercato statunitense non può sostituire completamente la Cina”, ha commentato al SCMP Lu Xiang, ricercatore sulle questioni economiche presso la prestigiosa Accademia cinese delle scienze sociali, che ha anche spiegato come le esportazioni cinesi in India “sono state influenzate dalle restrizioni al commercio e agli investimenti imposte da Nuova Delhi, che hanno coinciso con l’acuirsi delle tensioni tra i due vicini”. Secondo Zhong Zhengsheng, capo economista della società con sede a Shenzhen Ping An Securities, Pechino dovrebbe integrarsi più profondamente con l’Asean per contrastare l’Indo-Pacific Economic Framework di Washington.

Foxconn: “Supply chain in ripresa”

Il gigante dell’elettronica Foxconn ha reso pubbliche le stime per il trimestre in corso e il resto dell’anno. E porta notizie positive. Secondo quanto annunciato dal report l’azienda, il principale assemblatore per conto delle principali multinazionali tech in Asia, lo stop al lockdown di Shanghai del prossimo 1° giugno contribuirebbe a stabilizzare la supply chain.  “Si può dire dai nostri ricavi di aprile e la performance di maggio siano migliore di quanto abbiamo stimato”, ha detto il Ceo di Foxconn Young Liu.

L’azienda promette inoltre di continuare l’impegno per rendersi autonoma sull’approvvigionamento dei semiconduttori e avviare la produzione di chip in-house. Tema centrale per lo sviluppo dell’industria, l’approvvigionamento di semiconduttori è stato anche tema dell’ultimo incontro tra i presidenti di Samsung Electronics e Intel.

Corea del Nord, via il lockdown: la situazione è ora “stabile”

Pyongyang ha ufficialmente rimosso il lockdown per il contenimento dei contagi da Covid-19. La diffusione del virus, che sarebbe iniziata solo a maggio di quest’anno, sarebbe ora “sotto controllo”. Secondo i dati diffusi dai media nazionali, i casi di febbre e sintomi associabili al Covid sarebbero scesi a circa 100 mila dagli iniziali 390 mila, a cui si sommano 70 decessi. Anche nella giornata di martedì 31 maggio le autorità sanitarie avrebbero individuato oltre 96 mila individui potenzialmente contagiati, ma mancano i test per confermarlo.

L’annuncio arriva dopo l’ultima riunione del Politburo presiduta dal leader Kim Jong-Un che aveva il compito di rivedere le misure per il contenimento della pandemia. Secondo gli analisti, i dati della Corea del Nord sarebbero largamente sottostimati, mentre nel paese (chiuso al mondo da gennaio 2020) continuano a scarseggiare cibo, medicinali e attrezzature mediche.

Di Vittoria Mazzieri e Sabrina Moles