I titoli di oggi:
- Crollano le esportazioni cinesi verso la Russia
- Filippine, pronte le prime esercitazioni miliari fuori dalle acque territoriali
- Le big tech cinesi insieme a OpenAI e Nvidia per creare linee guida dell’AI
- Australia, una nuova strategia di difesa con un occhio alla Cina
- Tik Tok, Usa prossimi al voto sul divieto dell’app
- Huawei sfida le sanzioni Usa e lancia un nuovo smartphone con chip avanzati
Crollano le esportazioni cinesi verso la Russia
Le esportazioni cinesi verso la Russia sono crollate per la prima volta dal 2022, con un tasso del -16% rispetto all’anno precedente. Lo mostrano gli ultimi dati pubblicati dall’agenzia delle Dogane della Repubblica popolare, che emergono dopo la minaccia di sanzioni secondarie da parte di Unione Europea e Stati Uniti. A maggio il presidente russo Vladimir Putin sarà a Pechino, e non è da escludere che la questione ritornerà al centro del dialogo con il partner asiatico, sostengono gli analisti. Proprio l’inasprimento delle sanzioni internazionali e gli avvertimenti inviati ai paesi accusati di rabboccare le casse di Mosca nel contesto della guerra in Ucraina sarebbero una delle motivazioni dietro alla retromarcia sui dati di marzo. Nel 2023 gli scambi tra i due paesi hanno toccato i 240 miliardi di dollari trainati, soprattutto, dalle importazioni di petrolio russo verso la Cina e dalle esportazioni cinesi di elettronica, auto e attrezzature industriali.
Filippine, pronte le prime esercitazioni miliari fuori dalle acque territoriali
Manila ha annunciato le date ufficiali delle prossime esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti, l’operazione Balikatan che dal 1991 vede schierate le forze armate di Usa e Filippine. In questa occasione le autorità hanno annunciato che per la prima volta in assoluto le operazioni saranno estese anche oltre le acque territoriali coprendo quella che Manila riconosce come la propria zona economica esclusiva (zee). Un’altra novità sarà la partecipazione di un piccolo contingente francese, mentre altri 14 paesi (tra i quali Giappone e India) si uniranno al gruppo degli osservatori. L’annuncio ha attirato le critiche di Pechino, che accusa le esercitazioni di avere un “impatto distruttivo sulla sicurezza regionale”. In occasione dell’annuncio, avvenuto nella giornata di giovedì 18 aprile, il ministero degli Esteri delle Filippine ha affermato che la decisione di rafforzare i legami con il Giappone e gli Stati Uniti è stata una “scelta sovrana” e ha esortato la Cina a “riflettere sulle proprie azioni” nell’area, che hanno causato ripetuti screzi tra imbarcazioni filippine e cinesi.
Le big tech cinesi insieme a OpenAI e Nvidia per creare linee guida dell’AI
Lavoro di squadra tra i colossi tecnologici cinesi Baidu, Ant Group e Tencent (le cosiddette BAT) e le big tech statunitensi OpenAi (casa madre di ChatGPT), Microsoft e Nvidia (produzione chip ora all’avanguardia nell’intelligenza artificiale) nel campo degli standard per l’intelligenza artificiale (IA). Le compagnie tecnologiche hanno lavorato insieme per pubblicare due documenti dedicati a impostare gli standard sull’intelligenze artificiale generativa e i modelli di linguaggio (Large Language Model, LLM). L’annuncio è arrivato in occasione di un evento a margine della conferenza delle Nazioni Unite su Scienza e Tecnologia a Ginevra. I due rapporti, rispettivamente intitolati “Applicazione di test di sicurezza e verifica degli standard per l’IA generativa” e “Metodi di verifica di sicurezza degli LLM” sono i primi a livello globale a definire degli standard specifici per questo tipo di tecnologie, su cui le compagnie coinvolte sono competitor, affrontando anche il tema della sicurezza delle innovazioni coinvolte. Lo scorso luglio la Cina era diventata il primo Paese al mondo a regolare i servizi a base di IA, includendo tra i requisiti che fossero conformi ai “valori socialisti” del governo.
Australia, una nuova strategia di difesa con un occhio alla Cina
Canberra ha effettuato la più ampia revisione della sua strategia di Difesa dai tempi della seconda guerra mondiale. Il documento di 80 pagine prevede di aumentare il budget militare dal 2% al 2,4% entro la fine del decennio, mentre esplicita tra le preoccupazioni principali la “crescente assertività della Cina nella regione indo-pacifica”. Nel presentare la nuova strategia il ministro della Difesa Richard Marles ha affermato che i nuovi tempi richiedono una maggiore attenzione verso la deterrenza regionale. Essendo improbabile lo scenario di un’invasione dell’isola principale (Mainland), le forze di Canberra dovranno essere orientate alla salvaguardia della stabilità dei territori dove l’Autralia ha interessi economici e strategici, ha spiegato il ministro. La strategia prevede, inoltre, lo sviluppo di una flotta di sottomarini a propulsione nucleare, triplicare le capacità missilistiche e sviluppare una grande flotta di navi da combattimento. Le forze armate australiane rimangono centrali nel quadro della sicurezza degli stati del Pacifico, ma tale cooperazione è a sua volta messa in discussione da nuovi accordi per la sicurezza stipulati con Pechino.
TikTok, Usa prossimi al voto sul divieto dell’app
Il momento della verità per le sorti di TikTok negli Stati Uniti potrebbe arrivare prima del previsto. Lo Speaker della Camera Usa, Mike Johnson, ha infatti in programma di includere la proposta di legge che di fatto imporrebbe al colosso cinese ByteDance proprietario dell’app di disinvestire nel suo braccio operativo negli Stati Uniti per non essere vietata nel paese, all’interno di una mozione sugli aiuti statunitensi a Ucraina e Israele prevista per il prossimo sabato. “Prevediamo che il voto finale su queste proposte di legge sarà sabato sera”, ha dichiarato Johnson. Pronta la risposta da parte dell’azienda, che negli Usa ha il suo bacino di utenti più grande fuori dalla Cina: “E’ un peccato che la Camera stia usando l’assistenza umanitaria come copertura per infilare una legge che arrecherebbe danno alla libertà di espressione di 170 milioni di americani”, ha detto un rappresentante di Tik Tok alla Cbs.
Huawei sfida le sanzioni Usa e lancia un nuovo smartphone con chip avanzati
Si chiama “Pura 70” ed è la linea di smartphone che potrebbe segnalare la resilienza di Huawei contro le sanzioni Usa. Presentata con i modelli di punta Pura70Ultra e Pura 70 Pro, già sold out negli store online della società di Shenzhen, la linea ha scaturito grande successo in Cina ma ha anche allertato la comunità tecnologica internazionale sulle ritrovate capacità produttive di Huawei. L’azienda non ha rivelato dettagli sul tipo di microprocessore che è stato impiegato per il dispositivo, ma gli analisti del settore ritengono che siano in linea con i sofisticati chip Kirin già di proprietà dell’azienda. L’ultimo chip della Kirin, il 9000S, si attesta attorno ai 7 nanometri ed è stato fabbricato localmente dalla cinese Smic (Semiconductor Manifacturing International Corp) nonostante i limiti alle esportazioni di componenti chiave nella filiera dei microchip da parte degli Usa imposte proprio per ostacolare le capacità produttive cinesi.
A cura di Lucrezia Goldin e Sabrina Moles