La bozza del MoU tra Italia e Cina circolata negli ultimi giorni è un testo – identico ad altre decine firmati da Pechino – che non precisa niente, né dal punto di vista strategico, né dal punto di vista delle cooperazioni future. Troppo poco per essere vero, per portare il presidente cinese in Italia a firmare un documento vuoto. Per questo si ritiene che a latere arriverà il succo vero, seppure nei limiti di tutti i paletti imposti al governo italiano un po’ da chiunque.
Conte pronto a firmare l’accordo tra Cina e Italia
Sullo sfondo le tensioni tra Farnesina e Mise. Il premier Conte: «Andrò a Pechino al secondo summit della nuova via della seta»
Ombre sulla B&R tra ingerenze Usa e scetticismo cinese sulle grandi opere
Gli Stati Uniti si oppongono al MoU tra Italia e Cina. In un’intervista al Financial Times, Garrett Marquis, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, invita Roma a non percorrere la nuova via della seta
Cina e Usa a un passo dall’accordo
Secondo il quotidiano finanziario Washington sarebbe pronta a rimuovere i dazi applicati lo scorso anno su oltre 200 miliardi di dollari di “made in China”. Pechino, da parte sua, si è impegnata a ridurre le tariffe su prodotti agricoli, chimici, auto d’importazione e altre merci statunitensi. Accelerati i tempi per la rimozione dei limiti del 50% sulla proprietà straniera delle joint venture. Mentre l’Assemblea del Popolo potrebbe introdurre norme più severe sulla protezione della proprietà intellettuale
Fumata nera tra Kim e Trump
L’atteso meeting tra Kim e Trump si è conlcuso con un nulla di fatto. Troppe ancora le aree di disaccordo. Ma le due versioni dei fatti non coincidono
E’ crisi tra India e Pakistan
New Delhi rivendica la distruzione di un campo dei terroristi di JeM. Ma Islamabad nega: la contraerea pachistana ha costretto i caccia alla fuga. Festeggiamenti splatter in India, i negozi regalano coupon
Gli investimenti cinesi che rischiano di spaccare l’Europa
Un misterioso rapporto firmato da 27 ambasciatori Ue critica duramente la nuova Via della seta. Così il Vecchio continente cerca di tutelare la sua unità. Senza rinunciare ai soldi di Pechino. La trattativa.
La Belt and Road si difende
Il lancio della nuova via della seta cinese ha creato la necessità di difendere gli «snodi», sviluppando esigenze militari e un mercato per le società di sicurezza private. Intervista con Alessandro Arduino, autore di «China’s private army. Protecting the New Silk Road»
I misteriosi rapimenti che scuotono le relazioni tra Tokyo e Pyongyang
Tutt’oggi il rapimento di un numero imprecisato di giapponesi continua a turbare le relazioni tra Giappone e Corea del Nord. Tokyo riconosce diciassette casi certi. Le organizzazioni dei parenti delle vittime si spingono a ipotizzare qualche centinaio di rapimenti. Il mandante, lo stato della Corea del Nord, è uscito allo scoperto in una spettacolare ammissione nel corso di un incontro ufficiale con i rappresentanti delle autorità giapponesi il 17 settembre 2002 a Pyongyang e ne ha riconosciuti tredici per bocca dell’allora leader Kim Jong-Il, ma non ha saputo, o voluto, fornire informazioni decisive sul destino di tutti i sequestrati.
La propaganda cinese passa al digitale
Mentre in Occidente l’operato della CCTV continua a destare sospetti, lungo la Belt and Road la propaganda cinese sta estendendo il proprio controllo sull’informazione dalla fase di produzione ai canali di trasmissione. Secondo una recente inchiesta del Guardian, negli ultimissimi anni Pechino si è aggiudicato il controllo sulle infrastrutture digitali globali attraverso società private, apparentemente più innocue dei player statali
Antonio Fiori: ” Kim ha una strategia chiara”
In vista del prossimo e probabile summit tra Kim e Trump, intervista con Antonio Fiori, esperto di Coree e professore associato di storia e istituzioni dell’Asia a Bologna e a adjunct professor presso la Korea University di Seul
Il Venezuela, la Cina e il principio della “non interferenza”
A differenza di Washington, Pechino ha preso ufficialmente le distanze dalla crisi venezuelana. Rimane da capire cosa ne sarà dei miliardi di dollari prestati a Caracas negli ultimi anni. Dopo il Brasile, il rischio di un nuovo regime “filoamericano” in America Latina minaccia i piani cinesi lungo la Nuova Via della Seta
Huawei, il colosso cinese che fa tremare la politica mondiale
Dall’esercito cinese al più grande colosso mondiale delle telecomunicazioni: storia di Ren Zhengfei e della sua azienda, sempre più al centro della “nuova guerra fredda” tra Cina e Usa, combattuta a colpi di commercio, telecomunicazioni e spionaggio
L’Italia guarda alla Cina e ridiscute la sua “vocazione atlantica”
La trasferta italiana del ministro degli esteri cinese è servita a preparare l’arrivo di Xi Jinping a Roma a marzo: in occasione della visita del presidente cinese l’Italia potrebbe firmare il memorandum d’intesa per la nuova via della seta
La Belt and Road raggiunge l’America Latina
Panama è stato il primo paese a inserirsi nella Bri, subito dopo aver rotto i legami diplomatici con Taiwan nel novembre 2017, «ma altri 14 paesi hanno firmato in seguito, l’ultimo è stato l’Ecuador nel dicembre 2018»