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In Cina e Asia – Shanghai torna in libertà dopo il lockdown

In Uncategorized by Alessandra Colarizi

I titoli di oggi:

  • Shanghai torna in libertà dopo il lockdown
  • Pechino annuncia stimoli economici 
  • Wang Yi a Tonga: firmati sei accordi
  • Lascivi e filoamericani: Pechino lancia revisione dei libri scolastici
  •   L’AIIB sposta meeting annuale dalla Russia, ma vola commercio in rubli-yuan
  • Il Giappone rivendica diritti economici intorno a Okinotori

 

Shanghai è ufficialmente tornata in libertà. Dopo due mesi di lockdown, stamattina sono stati ripristinati i trasporti pubblici e le aziende hanno ricominciato ad operare anche senza “white list”. Celebrando il risultato (nelle ultime 24 ore i casi positivi sono stati solo 15), il governo municipale ha promesso che “farà il possibile per recuperare il terreno perso durante il focolaio”. Tolte le barricate, ormai circa 22 milioni di persone, il 90% della popolazione potrà lasciare i propri compound e accedere ai servizi pubblici premunendosi di test negativo. Le immagini circolate in rete mostrano la gente festeggiare in strada con bottiglie di alcolici e ritratti di Xi Jinping. Il peggio sembra passato. Ma resta da vedere se e come la tragica gestione dei primi giorni influenzerà sul lungo periodo la reazione dell’opinione pubblica: da una prospettiva economica, gli analisti dubitano si assisterà a una rapida ripresa dei consumi. Ancora più difficile da prevedere è l’impatto che la crisi epidemica eserciterà sulla credibilità del partito. Fino ad oggi, Pechino ha saputo sfruttare il controllo stringente sul virus per cementare la propria legittimità. Ma, con un contesto internazionale ormai quasi ai livelli pre-pandemici, è sempre più difficile sostenere la superiorità del modello cinese.

Pechino annuncia stimoli economici; focus sulle big tech

Intanto, nella giornata di ieri le autorità cinesi hanno rilasciato qualche dettaglio in più sulle 33 misure di stimoli monetari e fiscali annunciate la scorsa settimana dal Consiglio di Stato. Una parte consistente è indirizzata alle aziende tecnologiche, chiamate a concentrare i propri sforzi nello sviluppo di settori quali il cloud computing, l’intelligenza artificiale e le tecnologie blockchain. Secondo Reuters, è l’ultimo segnale di un progressivo allentamento dopo un anno durissimo per le piattaforme di e-commerce e i big tech. Secondo le nuove misure, la Cina amplierà anche gli investimenti privati, accelererà la costruzione di infrastrutture e stimolerà gli acquisti di automobili ed elettrodomestici per stabilizzare la crescita. Sono invece stati sospesi i sussidi stanziati giorni fa per le compagnie aeree duramente colpite dalle misure anti-covid. Secondo Caixin, la decisione è stata presa per evitare una riduzione dei servizi mirata all’ottenimento degli incentivi statali.

Lascivi e filoamericani: Pechino lancia revisione dei libri scolastici  

Il governo cinese ha sottoposto tutti i testi scolastici a una campagna di revisione nazionale. La decisione è stata presa dopo le polemiche innescate dalle immagini ritenute brutte, sessualmente allusive e persino filoamericane, presenti su un manuale di matematica. Raffigurazioni, considerate razziste, mostrano in alcuni casi bambini con occhi piccoli e grandi fronti. In altre sono presenti rigonfiamento nei pantaloni all’altezza dei genitali e biancheria intima in vista. Gli utenti cinesi hanno anche rintracciato allusioni filo-americane negli abiti a stelle e strisce di alcuni bambini. Non è chiaro perché il libro – pubblicato dalla statale People’s Education Press e in uso da anni – abbia attirato tanta attenzione solo ora.

Gli influencer più nazionalisti hanno agitato il fantasma della “l’infiltrazione culturale occidentale“, sostenendo – senza fornire prove – che gli illustratori avevano lavorato segretamente per sostenere “forze straniere” e corrompere le anime innocenti degli studenti cinesi. Le critiche hanno travolto anche l’illustratore  Wu Yong e il suo studio, accusato di lavorare per la CIA. Negli ultimi anni la stretta ideologica voluta da Xi Jinping ha già avuto effetti dirompenti sul settore dell’istruzione. Tutto il materiale didattico straniero – inclusi libri di testo e romanzi classici – è stato bandito dalle scuole pubbliche primarie e secondarie. Anche i manuali scolastici “devono riflettere la volontà del partito e del Paese”, hanno spiegato le autorità.

Wang Yi a Tonga: firmati sei accordi

Continua tra le polemiche la visita nel Pacifico di Wang Yi. Mentre si trovava nel Regno di Tonga, martedì il ministro degli Esteri cinese ha firmato sei accordi, tra cui due per la fornitura di equipaggiamento della polizia e la cooperazione nel settore della pesca. Un’amara rivincita dopo l’interruzione dei negoziati per il mega accordo regionale che avrebbe dovuto includere proprio anche aspetti riguardanti la sicurezza.  Il tutto dopo che lo scorso mese Tonga aveva nominato il primo commissario di polizia di nazionalità australiana. Mentre si trovava nello stato insulare Wang pare abbia affrontato anche lo spinoso problema dell’indebitamento che affligge le relazioni tra la Cina e il Sud globale. Intanto i giornalisti locali hanno lamentato la scarsa trasparenza con cui la delegazione cinese sta conducendo la trasferta, blindando l’accesso ai media regionali.

L’AIIB sposta meeting annuale dalla Russia, ma vola commercio in rubli-yuan

L’incontro annuale dell’ Asian Infrastructure Investment Bank non si terrà più in Russia, come previsto. Il meeting – in agenda per il 26 e 27 ottobre – sarà ospitato presso la sede di Pechino. Non è chiaro se il cambio di programma abbia motivazioni politiche. Dall’inizio della guerra in Ucraina, l’AIIB ha già interrotto investimenti e finanziamenti in Russia. All’inizio di marzo, subito dopo l’invasione russa, l’istituto di credito aveva inoltre annunciato di voler sospendere tutte le attività in Bielorussia, principale alleato di Mosca. La Cina continua a mantenere una postura ondivaga.

Abbiamo parlato più volte di come la retorica ufficiale filorussa non trovi completo riscontro nei dati economici. A Pechino continua a prevalere la logica del profitto. Secondo Bloomberg, le transazioni mensili in rubli-yuan sono aumentate del 1.067% a quasi 4 miliardi di dollari dall’inizio della guerra in Ucraina. L’agenzia spiega che “questo è un segno che i russi si stanno rivolgendo sempre più ai prodotti cinesi per sostituire le importazioni occidentali”.

Il Giappone rivendica diritti economici intorno a Okinotori

Il governo giapponese ha presentato richiesta alle Nazioni Unite per l’istituzione di una zona economica esclusiva di 200 miglia nautiche attorno alla barriera corallina di Okinotori. Una mossa che conferirebbe al Sol Levante diritti speciali sull’esplorazione e l’uso delle risorse marine all’interno di un’area di oltre 400.000 kmq. Contestualmente Tokyo ha anche presentato domanda per estendere i limiti esterni della piattaforma continentale oltre la linea di base di 200 miglia nautiche, così da ampliare la propria amministrazione ad altri 300.000 kmq. L’atollo di Okinotori si trova a 1.740 km a sud di Tokyo ed è la porzione più meridionale sotto la giurisdizione del Giappone. L’iniziativa, nell’aria da tempo, è stata sono contestata da Cina e Corea del Sud che appellandosi alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare ricordano come Okinotori non sia un’isola in senso proprio e pertanto l’atollo non può essere utilizzato per rivendicare una zona economica esclusiva. Che è esattamente quanto Pechino cerca di fare con le isole artificiali del Mar cinese meridionale in barba alla sentenza dell’Aja. Il caso della barriera corallina giapponese è rimasto sottotraccia per anni. Ma nel contesto dei più recenti sviluppi regionali getta ulteriore benzina sul fuoco che avviluppa le relazioni tra i due vicini asiatici. Pechino ha definito la decisione del governo Kishida “egoista”.

Come riportato ieri dal Nikkei, la Cina è diventata talmente centrale nella politica estera nipponica da aver indotto il ministero degli Esteri giapponese a creare un gruppo strategico incaricato di monitorare le attività cinesi. Il nuovo team dovrà raccogliere e analizzare l’intelligence politica, economica e diplomatica relativa alla Cina. Questo permetterà di effettuare una valutazione a lungo termine facilitando la formulazione di una strategia cinese. L’unità, che trae ispirazione dalla “China House” statunitense, ha iniziato a operare ad aprile presso l’Ufficio per gli affari asiatici e oceanici del dicastero.

A cura di Alessandra Colarizi