Logan Paul e le stranezze del Giappone

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Da anni — forse decenni! — intorno al Paese del Sol levante aleggia un’aura di stranezza che attrae decine di «turisti», spesso poco informati, desiderosi di cimentarsi nel racconto delle apparenti assurdità giapponesi.


Il sito Buzzfeed nel 2015 elencava alcune delle più appariscenti stranezze del Giappone. Nella lista di 29 caratteristiche bizzarre che lo rendono uno dei Paesi più «Wtf» — incredibili — al mondo, ci sono gli show televisivi, i distributori automatici di bibite — anche alcolici — i festival della fertilità con effigi falliche portate in trionfo, i capsule hotel, i wc intelligenti e gli impiegati ubriachi nella metropolitana il venerdì sera. Per non citare la cultura popolare, gli anime, i manga, i videogame, l’erotismo.

Alcuni studiosi negli anni ’90 hanno coniato il termine tecno-orientalismo per descrivere la fascinazione tutta occidentale per alcuni aspetti della produzione culturale giapponese, compresa la tecnologia, considerati, a torto, l’essenza dell’intero Paese. Niente di straordinario o di nuovo. Foto e video delle peculiarità del Giappone viaggiano sul web ormai da anni, vengono visualizzate, condivise, likate e commentate.

Da anni — forse decenni! — intorno al Paese del Sol levante aleggia un’aura di stranezza che attrae decine di «turisti», spesso poco informati, desiderosi di cimentarsi nel racconto delle apparenti assurdità giapponesi. Ultimo in ordine di tempo, il video blogger americano Logan Paul, una delle star più seguite del web. Paul, 22 anni, fa della sfida costante la sua ragion d’essere, ignorando (volontariamente) leggi e regole di civile convivenza. Durante il suo viaggio in Giappone, ha prodotto video in cui tratta alcuni luoghi più famosi di Tokyo come il suo personale «parco giochi», sbeffeggiando e umiliando alcuni abitanti e lavoratori locali, tra cui agenti di polizia.

Di più, ha deciso di avventurarsi nella foresta di Aokigahara, un luogo conosciuto in Giappone per essere la destinazione finale di centinaia di persone morte suicide. L’atteggiamento, come sempre nei suoi video, è quello di un ragazzino in un corpaccione di adulto, attratto dall’apparente stranezza ma incapace di fornire informazioni al suo pubblico sul luogo in cui si trova. O nemmeno di mostrare la minima empatia o il minimo rispetto per chi ha deciso, per qualsivoglia motivo, di togliersi la vita proprio in quel luogo.

Dopo il video che ha attirato numerose critiche, Paul è stato «declassato» da Youtube ed è stato costretto a chiedere scusa ai suoi spettatori. La sua storia è finita sui principali quotidiani statunitensi e giapponesi. A quanto pare, però, il trambusto mediatico è servito solo a una cosa: aumentare i subscriber al suo canale. Insomma, l’ignoranza sembra aver pagato. Almeno in termini di clic.

di Marco Zappa

[Pubblicato su Eastwest]