xi jinping

In Cina e Asia – Xi rieletto presidente all’unanimità 

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Xi rieletto presidente all’unanimità 
  • I Paesi Bassi limitano l’export di tecnologia, la Cina protesta
  • Chip war, la denuncia di FT sulle scappatoie della Cina per eludere le restrizioni Usa
  • Gli Usa sanzionano aziende cinesi di droni
  • Lavoro, in Cina torna l’economia delle bancarelle e diminuiscono gli operai
  • Hong Kong, tornano gli arresti legati alla sicurezza nazionale

Almeno altri cinque anni di Xi Jinping. Come atteso, stamattina il parlamento cinese ha formalizzato la rielezione di Xi a presidente per un terzo mandato quinquennale. Tutti i 2.952 delegati dell’Assemblea nazionale del popolo hanno votato a favore. Si tratta appunto di una formalità – lo scorso ottobre Xi era stato confermato anche segretario generale del Partito – ma che ha un peso simbolico non indifferente considerato che è la prima volta dalla morte di Mao che la carica viene assegnata per la terza volta alla stessa persona. La Costituzione cinese, che fissava un limite massimo di due mandati – è stata emendata appositamente nel 2018 aprendo la strada a una presidenza sine die. Contestualmente, sempre oggi l’Anp ha assegnato all’ex vicepremier Han Zheng la carica onorifica di vice presidente, mentre Zhao Leji è stato eletto presidente del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale.

I Paesi Bassi limitano l’export di tecnologia, la Cina protesta

La Cina ha sporto protesta formale contro i Paesi Bassi dopo l’annuncio di un piano che permetterà al governo olandese di limitare le esportazioni della tecnologia necessaria alla produzione di chip. Secondo quanto dichiarato mercoledì dal ministro del Commercio olandese, Liesje Schreinmacher, le restrizioni coinvolgeranno le macchine per la litografia ultravioletta estrema (EUV), il sistema messo a punto dall’azienda olandese ASML che consente di incidere con una risoluzione elevatissima i wafer di silicio sui quali vengono realizzati i microchip, permettendo di realizzare transistor con dimensioni sempre più piccole, fino a 2 nanometri. Il colosso olandese ha confermato che sarà tenuto a ottenere una licenza prima di vendere all’estero la propria tecnologia. La Cina non è menzionata esplicitamente nel provvedimento, ma non è un mistero sarà il principale paese a farne le spese: la Repubblica popolare rappresenta il 15% degli acquisti esteri di ASML. E da mesi l’amministrazione Biden porta avanti colloqui con Giappone e Paese Bassi per precludere a Pechino l’accesso alla componentistica dual-use. Un’altra iniziativa statunitense – Chip 4 – sta prendendo forma con il coinvolgimento di Corea del Sud e Taiwan. Ma sul reale impatto delle misure olandesi gli esperti avanzano alcune perplessità, considerando che le esportazioni di tecnologia avanzata erano già proibite da anni.

Chip war, la denuncia di FT sulle scappatoie della Cina per eludere le restrizioni Usa

Le aziende cinesi stanno utilizzando le tecnologie cloud e accordi con terze parti per aggirare le normative statunitensi che impediscono l’esportazione di tecnologie avanzate per la produzione di chip in Cina. É quanto riporta il Financial Times, che riporta una serie di diversivi adottati dalle aziende colpite dalle misure volute dall’amministrazione Biden per ridurre l’accesso cinese alle tecnologie chiave legate al mercato dei semiconduttori. Tra le società citate c’è AI-Galaxy, società di cloud computing che permette di “noleggiare” i modelli più avanzati e così permettendo alle aziende richiedenti di “allenare” i modelli destinati a guidare la produzione dei chip. Diverse aziende si stanno muovendo in questo senso, mentre stanno nascendo dei nuovi centri di calcolo in grado di fornire servizi sempre più sofisticati grazie all’uso dell’intelligenza artificiale.

Gli Usa sanzionano aziende cinesi di droni
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro un network di cinque società con base in Cina accusate di aver spedito parti aerospaziali a una società iraniana coinvolta nella produzione di droni. Spiegando il provvedimento,  il Tesoro ha dichiarato che le società in questione sono state coinvolte nella produzione del veicolo aereo senza pilota (UAV) Shahed-136 che l’Iran ha utilizzato per attaccare le varie petroliere e ha esportato in Russia. Teheran ha ammesso di aver venduto droni a Mosca ma sostiene che l’acquisto preceda l’invasione dell’Ucraina del febbraio 2022. Settimane fa un’inchiesta del WSJ aveva fatto luce sulla fornitura di armi cinesi alla Russia, sottolineando come la vendita avvenga spesso attraverso paesi terzi. Fattore che rende difficile provare un coinvolgimento del governo cinese, anche quando ci sono di mezzo aziende statali.
Lavoro, in Cina torna l’economia delle bancarelle e diminuiscono gli operai

Qualcosa sembra muoversi nel mercato del lavoro cinese. Lo riporta un articolo del South China Morning Post, dove si sottolinea il ritorno delle bancarelle come forma di riscatto lavorativo e ricerca di una maggiore autonomia. Inizialmente osteggiato nei centri delle principali metropoli, la pratica di possedere una propria attività ambulante sta tornando a essere una scelta sempre più frequente – soprattutto tra i più giovani – complice anche la pandemia e un maggiore appoggio da parte delle autorità. L’articolo riporta inoltre altri vantaggi della rinascita di questo settore nelle città, come la possibilità di incentivare le zone pedonali.

In un lungo approfondimento pubblicato su Sixth Tone, invece, l’attenzione si sposta sui grandi centri manifatturieri del sud, dove la scarsità di manodopera starebbe diventando un concreto ostacolo alla stabilità del settore. Le nuove assunzioni nei giorni successivi al Capodanno lunare sono lo specchio delle tendenze nel mercato del lavoro, spiega l’articolo, e quest’anno non sono poche le difficoltà nell’assumere nuova manodopera. I lavoratori chiedono salari più alti, raccontano gli intervistati, anche a fronte di un impiego a breve termine se questo risulta più conveniente di un lavoro a tempo indeterminato ma meno remunerativo. Inoltre, lo stipendio dei lavoratori nel tessile non avrebbe subito variazioni dal 2019, fattore dovuto anche a un calo delle esportazioni e guadagni sempre meno competitivi.

Hong Kong, tornano gli arresti legati alla sicurezza nazionale

L’attivista Elizabeth Tang è la prima cittadina di Hong Kong a essere arrestata negli ultimi dieci mesi con l’accusa di aver violato la Legge per la sicurezza nazionale. La normativa può inquadrare virtualmente qualsiasi attività politica o di critica come una minaccia alla stabilità del paese e, dalla sua introduzione nel 2020, è stata utilizzata più volte per processare attivisti e giornalisti. Tang è accusata di “collusione con forze straniere” e rischia l’incarcerazione come il marito Lee Cheuk-yan, uno degli organizzatori della veglia in memoria delle vittime di piazza Tian’an men. L’attivista è stata amministratore delegato della Confederazione dei sindacati pro-democrazia di Hong Kong (Hkctu) fino al 2011, mentre la stessa organizzazione si è sciolta successivamente all’introduzione della nuova legge.

A cura di Alessandra Colarizi e Sabrina Moles