In Cina e Asia – Due Sessioni: crescita fissata al 5,5%

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

I titoli di oggi:

  • Due Sessioni: crescita fissata al 5,5%
  • Ucraina: Washington chiede a Pechino di schierarsi
  • Paralimpiadi: censurato il presidente dell’IPC 
  • La crisi in Ucraina minaccia l’approvvigionamento cinese di tecnologia militare
  • Cina: casi Covid ai massimi da due anni

Si sono aperte le Due Sessioni lianghui in cinese – le riunioni annuali delle due più grandi istituzioni politiche cinesi, la Conferenza Consultativa del Popolo Cinese (CPPCC) e il Congresso Nazionale del Popolo (NPC). Una delle informazioni più attese è stato l’obiettivo di crescita del PIL cinese per il 2022, fissato al 5,5% quest’anno, il più basso dal 1994. Il target resta comunque abbastanza alto se si considerano le sfide a cui la Cina sta facendo fronte. A più di due anni dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19 a Wuhan, i benefici della ripresa alimentata dalle esportazioni cinesi stanno iniziando a svanire, sostituiti da crescenti pressioni in patria e all’estero: una recessione immobiliare indotta dal governo, rigide restrizioni pandemiche che hanno soffocato i consumi interni e, ora, le crescenti incertezze sui prezzi dell’energia e sulle sanzioni economiche legate all’invasione russa dell’Ucraina.

La risposta cinese sarà fondata su di un maggiore interventismo statale: in politica monetaria, la banca centrale cinese ha già abbassato i tassi di interesse due volte da dicembre. La Cina sabato ha mantenuto il suo obiettivo di inflazione al consumo di circa il 3% quest’anno, nonostante l’aumento dei prezzi del petrolio, dando alla sua banca centrale maggiore margine di manovra. Pechino potrebbe anche ammorbidire alcune delle riforme che ha imposto l’anno scorso ai settori della tecnologia e dell’immobiliare.

Durante la seduta del NPC, Xi Jinping si è inoltre rivolto ai deputati della Mongolia interna affrontando lo spinoso tema dell’unità nazionale, richiedendo ai deputati coordinazione e cooperazione con il governo centrale sui temi della lotta alla pandemia, dell’energia e della sicurezza industriale ed alimentare. Particolare enfasi è stata attribuita alla stabilità delle forniture di carbone, combustibile da cui la Cina è fortemente dipendente nonostante gli impegni presi alla COP26 in termini di riduzione delle emissioni.

Il premier Li Keqiang ha aggiunto che dovrebbero essere adottate misure efficaci per prevenire i rischi negli affari etnici e per garantire la sicurezza del confine settentrionale della Cina. La vasta regione confina con la Mongolia e ospita oltre 4 milioni di mongoli etnici, che costituiscono circa il 17% della maggioranza della popolazione cinese Han. L’obiettivo di Pechino è di riavvicinare culturalmente i cittadini della Mongolia interna alla maggioranza Han: già nel 2020 Pechino ha esteso l’uso del mandarino nelle scuole della regione, azione che è stata vista da molti come un tentativo di sopprimere la lingua e la cultura mongole.

L’élite politica di Pechino si è anche impegnata questo fine settimana a spianare la strada al XX congresso del partito in autunno, un evento biennale in cui Xi dovrebbe assicurarsi un terzo mandato.

Ucraina: Washington chiede a Pechino di schierarsi

Continuano le pressioni statunitensi affinché Pechino regolarizzi la sua posizione riguardo alle azioni russe in Ucraina, che entra ormai nella terza settimana di conflitto.  Il segretario di stato americano Antony Blinken ha sollecitato Wang Yi a chiarificare il punto di vista cinese durante una telefonata tenutasi sabato scorso, durante la quale il ministro cinese ha dichiarato che la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i paesi dovrebbero essere rispettate e che “la Cina accoglie con favore i negoziati tra Russia e Ucraina per risolvere la crisi”, stando ad una sintesi dell’appello pubblicata dalla China Global Television Network.

Sin dall’incontro tra Putin e Xi durante i Giochi Olimpici invernali, in cui i due leader hanno dichiarato che la collaborazione tra i due paesi “non ha limiti” la relazione tra Mosca e Pechino è stata al centro dell’attenzione della comunità internazionale, che ha accusato la Cina di mettere a repentaglio le vite dei cittadini cinesi in Ucraina non riconoscendo immediatamente la gravità delle azioni militari russe nel paese, che potrebbero aver costato la vita a 4 cittadini cinesi secondo quanto affermato da fonti ucraine non confermate però dall’ambasciata cinese a Kiev. Stamani in conferenza stampa, Wang Yi ha ribadito che le relazioni tra Cina e Russia sono “un’amicizia eterna” e contribuiscono alla “pace e alla stabilità internazionale”.

In questo teso contesto internazionale, gli USA hanno inviato il loro nuovo ambasciatore in Cina: Nicholas Burns, un diplomatico veterano ed ex ambasciatore degli Stati Uniti presso la NATO, è arrivato nel Paese sabato scorso. Gli Stati Uniti sono rimasti senza un ambasciatore a Pechino da quando Terry Branstad si è dimesso nell’ottobre 2020.

Paralimpiadi: censurato il presidente dell’IPC 

Sabato scorso il Comitato Paralimpico Internazionale ha richiesto all’emittente statale cinese CCTV di spiegare l’apparente censura dei commenti contro la guerra pronunciati dal presidente dell’IPC Andrew Parson all’apertura delle Paralimpiadi invernali di Pechino. Parsons ha dichiarato di essere “inorridito” dagli eventi mondiali attuali, senza menzionare specificamente né la Russia, uno stretto partner cinese, né l’invasione dell’Ucraina. Ma la sua condanna della guerra non è stata tradotta in cinese in onda dall’emittente statale CCTV, che avrebbe addirittura abbassato il volume del suo discorso.

Mentre in politica estera Pechino ha seguito una prudente linea diplomatica sul conflitto, evitando di chiamarlo guerra e rifiutandosi di condannare le azioni di Mosca, la Cina sembra lasciare spazio ai contenuti pro-russi sul web ed in tv. Nel suo programma di notizie in prima serata del 26 febbraio, la CCTV ha dichiarato che le forze ucraine usavano civili come scudi umani. Pochi giorni dopo, la stessa notizia appariva sul sito di notizie nazionalistiche guancha.com. Sui social cinesi l’argomento di tendenza è che i russi catturati stiano subendo torture: sia la CCTV che il People’s Daily, il quotidiano ufficiale del Partito Comunista, hanno creato hashtag che fanno eco a queste allegazioni, ottenendo oltre 200 milioni di visualizzazioni combinate.

Siti e piattaforme di informazione pro russa come Sputnik e RT sono inoltre molto attive su Weibo: Sputnik, con 11,6 milioni di follower, ha recentemente pubblicato più di 100 articoli al giorno, con hashtag come “criminale Zelensky”, “impero delle bugie”, “notizie false” e “nazista”. Allo stesso tempo, le piattaforme web cinesi stanno censurando i contenuti pro-Ucraina. L’account Weibo dell’attore Ke Lan, che conta 2,9 milioni di follower, è stato sospeso dopo aver ritwittato con l’emoticon  un video e una foto che ritraevano una protesta contro la guerra in Russia.

La crisi in Ucraina minaccia l’approvvigionamento cinese di tecnologia militare

L’invasione russa dell’Ucraina starebbe minacciando gli interessi strategici cinesi nell’ambito delle tecnologie militari.  È quanto si evince dallo studio condotto dal think tank indipendente SIPRI, che ha analizzato diversi accordi commerciali in ambito militare tra Pechino e Kiev. Oltre alle acquisizioni della carcassa parzialmente costruita di una delle ultime portaerei dell’Unione Sovietica e della cellula di un jet da combattimento, negli ultimi dieci anni la Cina ha acquistato dall’Ucraina motori per i suoi aerei da addestramento, cacciatorpediniere e carri armati nonché aerei da trasporto per un totale annuo di almeno 70 milioni di dollari

A pagare il prezzo più caro della guerra che imperversa in Ucraina saranno i progetti a lungo termine tra i due paesi, che includono un accordo da 319 milioni di dollari per fornire veicoli d’assalto anfibi e 380 milioni di dollari per equipaggiamento di aerei da combattimento cinesi JL-10. Un altro importante accordo è stata la vendita di 30 turbine a gas per 15 cacciatorpediniere Type-052D, motori che la Cina ora sta producendo su licenza e che potrebbero anche aver adattato per navi più moderne.

Sebbene il conflitto avrà sicuramente un impatto negativo sullo scambio di tecnologia militare tra due paesi, le pressioni americane hanno permesso a Pechino di sviluppare la crescita delle capacità di progettazione e produzione nazionali, rendendo a Cina meno dipendente dall’Ucraina di quanto non fosse una volta. Una potenziale intensificazione del coinvolgimento degli Stati Uniti nell’Ucraina del dopoguerra potrebbe comunque complicare il trasferimento di tecnologie militari. Già l’anno scorso il governo ucraino ha confermato che avrebbe interrotto l’acquisizione del produttore locale di motori per aerei Motor Sich da parte della società aerospaziale cinese Skyrizon a causa delle preoccupazioni degli Stati Uniti sui trasferimenti forzati di tecnologia.

Cina: casi Covid ai massimi da due anni

La Cina sta affrontando la peggiore ondata di Covid degli ultimi due anni. Secondo le autorità sanitarie, nella giornata di domenica sono stati rilevati localmente 214 casi sintomatici, il livello più elevato dal marzo 2020. La maggior parte delle infezioni è stata riportata nelle province del Guangdong, del Jilin e e dello Shandong. Si aggiungo 314 casi asintomatici, che la Cina conteggia  a parte. Nella giornata di ieri le autorità di Qingdao, dove sono stati individuati 36 nuovi contagi, hanno dichiarato che l’ultimo focolaio nel distretto di Huangdao è attribuibile al contatto con oggetti contaminati. Nonostante le indiscrezioni degli ultimi giorni, la Cina sembra decisa a mantenere la strategia “Zero Covid”

A cura di Sharon De Cet; ha collaborato Alessandra Colarizi