In Cina e Asia – Xi nello Shandong anticipa i temi del terzo plenum

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Xi nello Shandong anticipa i temi del terzo plenum
  • Cina, pressioni sui talebani per fermare gli attentati contro il personale cinese in Pakistan
  • Taiwan: le macchine per i chip possono essere spente in caso di attacco cinese
  • Cina, i leader del settore fotovoltaico propongono soluzioni per frenare la “concorrenza feroce”
  • Un gruppo di ricercatori cinesi è riuscito a rianimare senza danni dei tessuti cerebrali congelati da 18 mesi
  • Nuova Caledonia, Macron rimanda il voto sulla riforma elettorale che ha causato le proteste
  • Hong Kong, il governo non intende commentare il decesso di una spia in Regno Unito
Xi nello Shandong anticipa i temi del terzo plenum

A poco più di un mese dall’atteso terzo plenum del partito, il presidente cinese Xi Jinping ha esortato funzionari e imprenditori a “eliminare risolutamente i concetti ideologici e le carenze istituzionali che ostacolano il progresso della modernizzazione in stile cinese”. È  necessario “costruire un sistema in grado di promuovere uno sviluppo di alta qualità, sostenere l’innovazione globale e uno sviluppo urbano e rurale integrato”, ha chiarito il leader aggiungendo che occorre “potenziare ulteriormente le forze produttive e migliorare la vitalità sociale”. L’intervento si è tenuto nel corso di un simposio organizzato dalla città di Jinan, nella provincia dello Shandong. Presenti anche l’ideologo del partito Wang Huning e Cai Qi, numero cinque del politburo nonché capo del Segretariato del Pcc.

Cina, pressioni sui talebani per fermare gli attentati contro il personale cinese in Pakistan

Secondo alcune fonti del South China Morning Post, la Cina avrebbe iniziato a fare pressione sul governo dei talebani in Afghanistan per fermare gli attentati contro il personale cinese in Pakistan. I diplomatici cinesi, scrive il quotidiano di Hong Kong, avrebbero detto di essersi sentiti “pugnalati alle spalle” dai talebani, considerati responsabili di non aver ostacolato le attività di diversi gruppi terroristici vicini al gruppo (come il Movimento dei talebani pakistani, TTP). Per convincere Kabul, Pechino starebbe dunque pensando di vincolare i nuovi investimenti in Afghanistan alla fine degli attacchi contro gli interessi cinesi in Pakistan, sede di alcuni dei progetti più importanti della Belt and Road Initiative (BRI). Quello del terrorismo è un problema serio per Islamabad, ed è un tema finito al centro anche degli ultimi colloqui tra il ministro degli Esteri pakistano Ishaq Dar e la controparte cinese Wang Yi, dello scorso 15 maggio.

[Alla sicurezza dei progetti BRI avevamo dedicato un articolo all’interno dell’e-book Belt and Road, che si può acquistare qui]
Taiwan: le macchine per i chip possono essere spente in caso di attacco cinese

Wu Cheng-wen, il ministro taiwanese della Tecnologia della nuova amministrazione di Lai Ching-te, ha dichiarato che le apparecchiature per la produzione di chip connesse a Internet possono essere spente a distanza in caso di un’invasione cinese. Wu ha risposto alla domanda avanzata da un parlamentare taiwanese in merito a quanto emerso in un articolo di Bloomberg News, secondo cui la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TMSC) e l’olandese ASML Holding NV possono disattivare a distanza le macchine per i chip. Wu ha detto che “secondo l’attuale tecnologia di produzione di chip intelligenti, si può fare”. ASML, con sede nei Paesi Bassi, fornisce a TMSC le macchine EUV (litografia ultravioletta estrema) con cui la società taiwanese produce i chip più potenti ed efficienti dal punto di vista energetico, incluso il 99% degli acceleratori di intelligenza artificiale del mondo. Le tensioni sullo Stretto di Taiwan (le ultime esercitazioni militari cinesi intorno a Taiwan, Spada Congiunta 2024A, sono iniziate il 23 maggio) hanno preoccupato gli Stati Uniti e altre nazioni sull’impatto che un ipotetico attacco cinese potrebbe avere sull’economia globale.

Cina, i leader del settore fotovoltaico propongono soluzioni per frenare la “concorrenza feroce”

La China Photovoltaic Industry Association (CPIA), che raccoglie le società leader della filiera fotovoltaica cinese, ha proposto di aumentare fusioni e acquisizioni tra le aziende per frenare la “concorrenza feroce” nel settore, oltre a nuove misure per proteggere la proprietà intellettuale. Come si legge nel comunicato pubblicato dell’associazione nel canale WeChat, tali proposte sono emerse nel corso di una riunione (a cui hanno partecipato anche funzionari governativi locali) dedicata a questioni come il calo dei prezzi e le “pressioni operative” che interessano l’intera catena di approvvigionamento dei pannelli solari. Gli oltre 500 membri dell’associazione si sono impegnati anche a esplorare “meccanismi di pianificazione dei prezzi più ragionevoli in patria e all’estero”. Analisti consultati dal South China Morning Post sostengono che le fusioni tra le aziende dell’industria fotovoltaica possono contribuire a mitigare problemi come l’eccesso di capacità. Nel 2023 la Repubblica popolare ha raggiunto quasi 217 gigawatt di capacità fotovoltaica (PV), circa due volte e mezzo il livello del 2022 e più della metà della capacità mondiale. Una questione che preoccupa l’Ue, che di recente ha avviato due indagini sui sussidi elargiti ad aziende cinesi attive nel settore dell’energia solare in Romania inducendone il ritiro. Gli Stati Uniti hanno annunciato di voler aumentare le tariffe sulle celle solari cinesi dal 25% al 50% entro la fine del 2024.

Un gruppo di ricercatori cinesi è riuscito a rianimare senza danni dei tessuti cerebrali congelati da 18 mesi

Un gruppo di ricercatori dell’Università Fudan di Shanghai, guidati da Shao Zhicheng, ha creato una miscela di composti chimici per la crioconservazione (chiamata MEDY) che permette di mantenere l’integrità strutturale e la funzionalità delle cellule neurali anche a seguito di un lungo congelamento. Come riportato da New Scientist, il team di ricerca ha paragonato la funzionalità di piccole porzioni di tessuto cerebrale poste per diverso tempo (anche 18 mesi) all’interno del MEDY a quella di altri tessuti cerebrali mai congelati, notando come tra i due campioni non vi fossero differenze significative. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Cell Reports Methods e potrebbe aprire nuovi scenari riguardo la crioconservazione dei corpi.

Nuova Caledonia, Macron rimanda il voto sulla riforma elettorale che ha causato le proteste

Giovedì 23 maggio, dieci giorni dopo l’inizio delle violenti proteste contro la proposta di riforma elettorale in Nuova Caledonia, il presidente francese Emmanuel Macron si è recato nell’arcipelago per cercare di stabilizzare la situazione. Dal 1946 la Nuova Caledonia (colonizzata dalla Francia nel 1853) è un “territorio d’oltremare francese”: nel corso dei decenni l’arcipelago ha acquisito maggiore autonomia, ma si trova tuttora sotto la sovranità di Parigi. Durante la sua visita nel capoluogo Numea, Macron ha incontrato il capo del governo locale Louis Mapou e il presidente del parlamento Roch Wamytan, entrambi indipendentisti, insieme ad altri leader politici kanak (il gruppo etnico nativo i cui membri sono la maggioranza relativa degli abitanti del territorio).

Nonostante le richieste per instaurare un nuovo dialogo sull’indipendenza, Macron ha detto che la priorità è quella di riportare la “pace” in Nuova Caledonia, non escludendo la possibilità di mantenere stanziati nell’arcipelago per tutta l’estate i circa 3 mila agenti di sicurezza inviati da Parigi per aiutare la polizia locale a contenere le proteste. “Non vorrei prolungare lo stato d’emergenza” ma prima vanno fermate le proteste, ha dichiarato il presidente francese, che si è detto disposto a rimandare la seduta del parlamento per l’approvazione della riforma elettorale. La proposta estenderebbe il diritto di voto agli europei residenti in Nuova Caledonia da dieci anni e, secondo i kanak, diluirebbe il peso elettorale dei nativi. In dieci giorni le proteste hanno portato a 6 morti e più di 280 arresti.

Hong Kong, il governo non intende commentare il decesso di una spia in Regno Unito

A poche ore dalla notizia del decesso di un uomo arrestato in Regno Unito con l’accusa di spionaggio per Hong Kong, il governo hongkongonese ha dichiarato che non rilascerà commenti sulla questione. Il 13 maggio, l’ex Royal Marine Matthew Trickett e altri due uomini sono stati arrestati con l’accusa di aver fornito assistenza ai servizi segreti di Hong Kong. Domenica 19 maggio, una settimana dopo aver ottenuto la libertà su cauzione, Trickett è stato trovato morto in un parco della città di Maidenhead. Il segretario alle Finanze di Hong Kong Paul Chen ha dichiarato che il governo non commenterà i singoli casi che non riguardano la città. Al centro del caso figura l’Ufficio economico e commerciale di Hong Kong (HKETO) di Londra, uno dei 14 che la regione amministrativa speciale cinese ha istituito in tutto il mondo per promuovere le relazioni commerciali con l’estero. Secondo i procuratori inglesi Trickett sarebbe stato pagato proprio dal HKETO di Londra per lavori di sorveglianza. Incalzato dai giornalisti durante un briefing del 22 maggio, il sottosegretario al Commercio e allo Sviluppo economico Bernard Chan ha risposto che il ruolo di questi uffici commerciali è stato “frainteso”.

A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno