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In Cina e Asia – La Cina primo Paese a nominare un ambasciatore in Afghanistan

In Notizie Brevi by Serena Console

I titoli di oggi:

  • La Cina primo Paese a nominare un ambasciatore in Afghanistan
  • La Cina presenta la sua proposta per regolare l’AI a livello internazionale
  • Pechino risponde all’indagine dell’Ue sui veicoli elettrici
  • La Cina svela un piano di integrazione con Taiwan
  • Hong Kong ha il sostegno di Pechino per un ambiente imprenditoriale libero
  • Innalzate le relazioni tra Cina e Venezuela
  • Il cardinale Zuppi a Pechino vedrà l’inviato speciale cinese per gli affari eurasiatici
  • Squadra del governo rinnovata per il premier giapponese Kishida

La Cina è diventata il primo Paese ad aver nominato un ambasciatore in Afghanistan dal ritorno al potere dei talebani. Zhao Xing è stato ricevuto ieri presso il palazzo presidenziale dal ministro degli Esteri Amir Khan Muttaqi. Non è chiaro se l’insediamento del diplomatico sia il preludio di un riconoscimento ufficiale del governo talebano, con cui Pechino ha continuato a intrattenere rapporti soprattutto dal punto di vista commerciale. L’intenzione di portare avanti un dialogo era tuttavia emersa già lo scorso anno quando a marzo 2022 il ministro degli Esteri Wang Yi si era recato a Kabul.  Muttaqi la definì la “più importante delegazione ricevuta dall’Afghanistan”.

Pechino risponde all’indagine dell’Ue sui veicoli elettrici

Le indagini annunciate ieri dall’Unione europea contro i produttori cinesi di veicoli elettrici sono in realtà mirate “a proteggere la propria industria in nome della ‘concorrenza legale'”. A sostenerlo è il ministero del Commercio cinese, secondo il quale la mossa di Bruxelles contro i sussidi statali “è un puro atto protezionistico che interromperà e distorcerà pesantemente la catena globale dell’industria automobilistica e avrà un impatto negativo sui legami economici e commerciali tra Cina e Ue”. La revisione – divulgata ieri dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen durante il suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione – ha ricevuto l’appoggio della Francia ma sollevato qualche perplessità in Germania, Paese leader dell’automotive molto presente nel mercato cinese.

La Cina presenta la sua proposta per regolare l’AI a livello internazionale

La Cina usa una piattaforma internazionale per criticare le restrizioni sulla tecnologia imposte dagli Usa. Nell’ultimo position paper alle Nazioni Unite del 13 settembre, Pechino ha chiesto che ci sia un ambiente “aperto, giusto, equo e non discriminatorio” affinché tutti i Paesi possano sviluppare nuove tecnologie

Il paper presenta la proposta di Pechino di utilizzare le Nazioni Unite come piattaforma per lanciare regole sull’intelligenza artificiale che “aumentino la rappresentanza e la voce dei Paesi in via di sviluppo”. E conferma l’opposizione alla militarizzazione del cyberspazio, all’uso generalizzato della “sicurezza nazionale” come motivo per negare ad altri Paesi il legittimo diritto allo sviluppo e alla proliferazione di tecnologie contro i cyber attacchi. Proprio stamani 

La Cina svela un piano di integrazione con Taiwan

La provincia cinese del Fujian diventerà una ”zona dimostrativa” per lo sviluppo integrato con Taiwan. Secondo una circolare emessa congiuntamente dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese e dal Consiglio di Stato, nella provincia costiera prenderà il via un piano di 21 misure per rendere più facile per i taiwanesi vivere, studiare e lavorare in Cina. La decisione, si legge, mira ad approfondire lo sviluppo integrato in tutti i campi e a promuovere la riunificazione pacifica della madrepatria.

I media cinesi hanno pubblicizzato i vantaggi derivanti da una maggiore cooperazione attraverso lo Stretto, come l’aumento dei viaggi, del commercio e degli investimenti. Tra le tante misure promosse, Pechino incoraggerà persino le aziende taiwanesi del Fujian a quotarsi alle borse cinesi. 

Hong Kong gode del sostegno di Pechino per mantenere un ambiente imprenditoriale libero

Ding Xuexiang, membro del comitato permanente dell’Ufficio politico del Comitato centrale del PCC e vice premier cinese, ha rilasciato un video messaggio al vertice della Belt and Road ad Hong Kong, affermando che Pechino sostiene il mantenimento dello status politico della Regione amministrativa speciale. 

Hong Kong, secondo quanto affermato da Ding, gode del sostegno del governo centrale affinché venga preservato un ambiente imprenditoriale “libero, aperto e regolamentato” e collegamenti globali per svolgere un ruolo più importante negli affari che rientrano nell’iniziativa Belt and Road. Secondo il South China Morning Post, l’intervento di ieri suggerisce che Ding sia stato posto a capo del gruppo di lavoro incaricato dal PCC di supervisionare la regione amministrativa speciale. 

Innalzate le relazioni tra Cina e Venezuela

ll presidente cinese Xi Jinping ha accolto a Pechino l’omologo venezuelano Nicolas Maduro, impegnato in una visita di stato di sette giorni che lo ha portato a Shenzhen, Shanghai e Pechino. Il 13 settembre, i due leader hanno annunciato l’innalzamento delle relazioni tra Cina e Venezuela al massimo livello protocollare. I due Paesi hanno firmato diversi documenti di cooperazione bilaterale incentrati su vari settori tra cui economia, commercio, scienza e tecnologia, aviazione civile e aerospaziale.

Il cardinale Zuppi a Pechino vedrà l’inviato speciale cinese per gli affari eurasiatici

Il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di Papa Francesco per l’Ucraina, è in Cina fino a venerdì 15 settembre. Durante la sua permanenza, il cardinale vedrà Li Hui, l’inviato speciale della Cina per gli affari eurasiatici, secondo quanto reso noto dalla portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning. Il ministero degli Esteri cinese non ha fornito dettagli sul programma di Zuppi né ha detto se incontrerà altri alti funzionari cinesi.

Prima del suo arrivo in Cina, Zuppi ha visitato Kiev e Mosca a giugno e poi Washington a luglio come parte dei tentativi della Santa Sede di portare Ucraina e Russia al tavolo delle trattative. 

Squadra del governo rinnovata per il premier giapponese Kishida

Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha effettuato un rimpasto di governo, nominando ministri un numero record di cinque donne, nel tentativo di rafforzare il supporto al Partito Liberaldemocratico (Ldp) a capo della coalizione dell’esecutivo. Su 19 ministri, Kishida ha selezionato 13 nuovi volti per promuovere una nuova immagine per il suo governo, con la nomina di nuovi ministri di Esteri, Difesa e Salute

La conduzione della politica estera, sinora affidata a Yoshimasa Hayashi, passerà a Yoko Kamikawa, prima donna ad assumere l’incarico di ministro degli Esteri in Giappone dal 2004. Kishida ha deciso di nominare anche un nuovo ministro della Difesa: si tratta di Minoru Kihara, già consigliere per la sicurezza nazionale dell’ex primo ministro Yoshihide Suga. Keizo Takemi sarà il nuovo ministro della Salute, del lavoro e del welfare. L’ultimo rimpasto del governo giapponese risale ad agosto 2022: nei mesi scorsi si sono susseguite voci di possibili elezioni anticipate, sfumate però a causa del calo della popolarità della squadra dell’esecutivo. 

A cura di Serena Console; ha collaborato Alessandra Colarizi