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In Cina e Asia – Cina, le morti per Covid sono ancora sottostimate

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Cina, le morti per Covid sono ancora sottostimate
  • Indonesia: due morti negli scontri presso impianto cinese
  • Pechino sta acquistando “azioni d’oro” di Alibaba e Tencent
  • Cina: un piano d’azione in 21 punti per risollevare il mercato immobiliare
  • Taiwan: in corso negoziati commerciali con gli Stati Uniti a Taipei
  • Hong Kong verso la prosperità e il rilassamento di limiti di viaggio
  • Kishida: Asia come prossima Ucraina
  • Schianto aereo in Nepal: almeno 68 vittime

 

Dalla revoca della politica Zero Covid, in Cina sono stati registrati 59.938 decessi legati al coronavirus. Lo ha dichiarato sabato 14 gennaio, in conferenza stampa a Pechino, Jiao Yahui, direttrice generale dell’ufficio di amministrazione medica della Commissione sanitaria nazionale cinese (NHC). Prima di sabato i numeri ufficiali contavano solo 5.241 morti per Covid dalla fine del 2019, di cui 37 nell’ultimo mese. Cifre irrealistiche. Dopo le critiche arrivate dalla comunità internazionale – e in primis dall’Organizzazione mondiale della sanità (WHO) -, la Cina ha aggiornato i dati. Secondo Jiao, 5.503 dei 59.938 decessi (dato che comprende il periodo che va dall’8 dicembre al 12 gennaio) sono stati causati da insufficienze respiratorie dovute al Covid, mentre il quadro delle restanti 54.435 vittime sarebbe stato aggravato da una o più malattie pregresse. Il 56,5% dei circa 60.000 deceduti era over 80 e il 90% aveva 65 anni o più, per un’età media di 80,3 anni. Secondo la funzionaria della NHC, comunque, i casi sarebbero in calo nella maggior parte del paese.

Per il New York Times è presto per dire se la Cina abbia cambiato approccio nella comunicazione riguardo il virus, e le cifre presentate dalla NHC potrebbero rappresentare una stima al ribasso (sono state contate solo le morti avvenute negli ospedali). Dopo la conferenza stampa di Jiao Yahui, il direttore generale della WHO, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha telefonato a Ma Xiaowei (direttore della NHC). Come si legge nella nota rilasciata dall’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros ha detto di aver apprezzato la decisione di Pechino diffondere i dati, chiedendo al tempo stesso che vengano condivise con l’organizzazione analisi più approfondite e ribadendo l’importanza di una più ampia “cooperazione e trasparenza”. Secondo esperti consultati da Bloomberg, il gap tra i dati divulgati e quelli reali potrebbe ammontare a centinaia di migliaia di decessi non dichiarati.

Indonesia: due morti negli scontri presso impianto cinese

È di due morti il bilancio degli scontri verificatisi nel weekend presso un impianto per la fusione del nichel in Indonesia. Tra le vittime c’è anche un cittadino cinese di 30 anni. Secondo Reuters, le violenze sono scoppiate sabato sera a causa di una disputa sui bassi salari e le cattive condizioni di lavoro. 71 persone sono state arrestate. Lo stabilimento in questione sorge sull’isola indonesiana di Sulawesi ed è gestito dalla Gunbuster Nickel Industry (GNI), un’unità locale della cinese Jiangsu Delong Nickel Industry. L’isola viene considerata un importante hub per la produzione del metallo utilizzato nelle batterie per i veicoli elettrici.

Pechino sta acquistando “azioni d’oro” di Alibaba e Tencent

Di fronte al rallentamento della crescita economica, Pechino ha allentato la stretta sul settore tecnologico. Ma per restare coinvolto nelle loro attività, il governo si sta muovendo per acquisire piccole partecipazioni in società locali legate alle Big Tech del paese, soprattutto quelle che operano nell’intrattenimento. A inizio gennaio, un fondo di investimento sostenuto dalla Cyberspace Administration of China (CAC), l’ente regolatore di internet di Pechino, ha acquisito una quota dell’1% di una filiale di Alibaba, la Guangzhou Lujiao Information Technology. Vere e proprie “azioni d’oro” (dall’ inglese golden share) che prevedono che lo stato, a seguito della privatizzazione di un’impresa pubblica, assuma partecipazioni nominali che gli garantiscano poteri speciali: in Cina prendono il nome di “azioni speciali di gestione”, 特殊管理股 teshu guanli gu, e dal 2015 sono diventate uno strumento comune che consente al governo di nominare i direttori o di influenzare importanti decisioni aziendali. Secondo il Financial Times sono in corso trattative per acquistare anche l’1% di una delle principali filiali di Tencent.

Cina: un piano d’azione in 21 punti per risollevare il mercato immobiliare

Come riportato dall’agenzia di stampa statale Xinhua, le autorità cinesi hanno redatto un piano d’azione in 21 punti (da 450 miliardi di yuan, cioè 67 miliardi di dollari) per risollevare il mercato immobiliare. Il settore – uno dei pilastri dell’economia cinese – è entrato in crisi di liquidità a partire dal 2020, quando Pechino ha introdotto delle politiche più restrittive riguardo la concessione di prestiti a società troppo indebitate. È stato quindi deciso che le aziende considerate di “buona qualità” e di “importanza sistemica” (non è stato specificato quali) usufruiranno, tra le varie misure, di un finanziamento da 350 miliardi di yuan per la consegna delle case rimaste incomplete e di altri 100 miliardi per l’acquisto di proprietà da mettere in affitto. Sono inoltre previsti negoziati tra le autorità finanziarie e le società immobiliari per “un’estensione ragionevole” dei loro pagamenti sui debiti. Secondo JPMorgan, negli ultimi due anni sarebbero risultate inadempienti 50 aziende del settore. Già a novembre, ricorda il South China Morning Post, il governo centrale era intervenuto presentando un pacchetto di liquidità (le “tre frecce”) per fermare la caduta libera del mercato. La banca centrale cinese sta registrando da mesi un progressivo calo sia delle richieste di nuovi mutui che del prezzo delle case.

Taiwan: in corso negoziati commerciali con gli Stati Uniti a Taipei

Sabato è iniziato a Taipei un round di negoziati tra i rappresentanti commerciali di Taiwan e degli Stati Uniti, le cui delegazioni sono guidate rispettivamente da John Deng, ministro senza portafoglio in entrambi i governi di Tsai Ing-wen, e Terry McCartin, assistente rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti per gli affari cinesi. Il vertice durerà quattro giorni e rientra nell’ambito dell’Iniziativa Usa-Taiwan sul commercio del 21° secolo, un forum di discussione utile a Washington e Taipei per facilitare gli scambi commerciali e approfondire una serie di altre questioni, come la lotta alla corruzione.

Secondo diversi analisti, in caso di successo i colloqui produrranno probabilmente un accordo commerciale di basso profilo (per esempio per agevolare il commercio tra le rispettive piccole e medie imprese), ma potrebbero comunque gettare le basi per un effettivo trattato di libero scambio in futuro. Il primo vertice dell’Iniziativa si è tenuto lo scorso giugno, ma “l’obiettivo di Taiwan è concludere i negoziati entro il 2023” e arrivare a una ratifica prima della fine del mandato del presidente americano Joe Biden, ha dichiarato a Nikkei Asia l’analista Roy Lee. Al di là degli aspetti commerciali, un accordo in questa sede potrebbe rappresentare un “gesto di sostegno politico” di Washington al governo Tsai. Per questo un’eventuale ratifica potrebbe essere posticipata al termine delle elezioni taiwanesi del 2024, affermano altri esperti al South China Morning Post. Il pericolo di irritare la Repubblica popolare è dietro l’angolo, ma Pechino potrebbe accettare i colloqui fintanto che gli Stati Uniti si riferiranno a Taiwan come “Chinese Taipei”, senza mettere in discussione la politica dell’unica Cina. La grande incognita resta l’esito delle presidenziali taiwanesi del 2024. Proprio ieri il Democratic Progressive Party ha eletto come nuovo leader il vicepresidente William Lai. Lai – di note inclinazioni filoindipendentiste – potrebbe complicare l’equilibrismo diplomatico dell’amministrazione Biden più di quanto non abbia fatto Tsai.

Hong Kong verso la prosperità e il rilassamento di limiti di viaggio

Il capo dell’Ufficio per la salvaguardia della sicurezza nazionale di Pechino a Hong Kong, il 59enne Zheng Yanxiong, è stato promosso a capo dell’Ufficio di collegamento, diventando il massimo inviato in città. Zheng ha ringraziato il suo predecessore Luo Huining per essere stato un pioniere nel mantenere la sicurezza nazionale a Hong Kong, e per aver permesso il passaggio “dal caos alla governance”. Si è detto pronto, ora, per guidare la città verso la prosperità. Per Zheng il lavoro di Hong Kong è una “grande questione nazionale”, nei confronti della quale bisogna mostrare un forte spirito combattivo. Alcuni analisti hanno detto al South China Morning Post che con la nuova guida l’Ufficio di collegamento assumerà una posizione ferma nei confronti delle potenze straniere e delle questioni di sicurezza nazionale.

Intanto, per far fronte all’aumento della domanda con l’avvicinarsi del Capodanno lunare, le autorità stanno rilassando i limiti per i viaggi transfrontalieri. L’8 gennaio scorso Hong Kong ha introdotto una quota giornaliera di 50 mila persone che possono attraversare il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao che collega la città alla terraferma. Ma nello scorso fine settimana si è deciso di aumentare tale quota di 15 mila unità, arrivando a 65 mila. Nelle ore scorse è stato anche ripristinato il collegamento ad alta velocità tra Hong Kong e la terraferma.

Kishida: Asia come prossima Ucraina

L’Asia potrebbe essere la prossima Ucraina: sono i timori espressi dal premier giapponese Fumio Kishida ai paesi del G7 durante il tour che lo ha visto visitare Francia, Italia, Regno Unito, Canada e Stati Uniti: cinque giorni per preparare la strada al vertice del prossimo maggio, che avrà luogo proprio in Giappone (ai temi e alle tendenze del 2023 asiatico abbiamo dedicato il nostro ultimo ebook). Sabato scorso il premier ha dichiarato di aver condiviso con le altre potenze il “forte senso di crisi per quanto riguarda l’ambiente di sicurezza in Asia orientale”, esortandole a far fronte comune contro Cina e Corea del Nord. La scorda settimana hanno avuto luogo anche degli incontri nella forma 2+2 tra i ministri degli Esteri e della Difesa di Usa e Giappone, in cui si è raggiunto un accordo storico che conferma un incremento della spesa per la Difesa di Tokyo. Ma Kishida ha affermato che il paese è ancora “amante della pace”: il prossimo vertice del G7 si terrà a Hiroshima, e in tale sede il premier ha affermato che spingerà verso l’abolizione definitiva delle armi nucleari.

Schianto aereo in Nepal: almeno 68 vittime

Domenica sono morte almeno 68 persone, in Nepal, a causa dello schianto di un volo della Yeti Airlines vicino la città di Pokhara. L’aereo trasportava 72 passeggeri e non è ancora chiaro cosa abbia causato l’incidente. Come riportato da Reuters, si tratta del peggior disastro aereo nel paese da quando nel 1992 un velivolo della Pakistan International Airlines si schiantò prima di arrivare a Kathmandu uccidendo tutte le 162 persone a bordo. Il Nepal non è nuovo alle tragedie aeree: dal 2000, quasi 350 persone sono morte per incidenti di questo tipo. Si ritiene che a rappresentare un pericolo in tal senso sia il meteo instabile attorno alle montagne nepalesi (nel paese sono presenti 8 tra le 14 vette più alte del mondo, tra cui l’Everest). Le ricerche dei soccorritori sono ripartite lunedì mattina. L’aereo sarebbe dovuto atterrare nel nuovo aeroporto internazionale, costruito dalla Cina.

A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno; ha collaborato Alessandra Colarizi