In Cina e Asia – John Kerry a Pechino chiede di “agire con urgenza” per il clima

In Notizie Brevi by Sabrina Moles

I titoli di oggi:

  • John Kerry in Cina: “Agire con urgenza” per il clima
  • Cina, le multinazionali accelerano il decoupling
  • Giappone, Kishida colleziona accordi con il Medio Oriente sugli approvvigionamenti critici
  • Taiwan, la Cina invia “proteste formali” per la visita di Lai negli Usa
  • Clima, morti in Corea del Sud e allerta rossa in Vietnam
Clima, John Kerry in Cina: “Agire con urgenza”

Lunedì 17 luglio si è tenuto un lungo incontro tra l’inviato della Casa Bianca per il clima John Kerry e l’omologo cinese Xie Zhenhua. Il diplomatico statunitense, che si tratterrà in Cina fino a mercoledì 19 luglio, ha sostenuto una prima sessione di colloqui da quattro ore. Al termine dell’incontro ha twittato: “La crisi climatica richiede che le due maggiori economie del mondo lavorino insieme per limitare il riscaldamento globale. Dobbiamo agire con urgenza su una serie di fronti, in particolare sulle sfide dell’inquinamento da carbone e metano”.

Nella giornata di martedì 18 luglio Kerry – il terzo funzionario statunitense a raggiungere la Cina nelle ultime settimane – ha incontrato il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Wang Yi e il premier Li Qiang. Durante il colloquio, Kerry ha affermato che la cooperazione per il clima rappresenta un punto di incontro capace di appianare le tensioni emerse tra i due paesi negli ultimi anni. Il diplomatico cinese ha definito Kerry un “vecchio amico” con il quale si è riusciti a lavorare anche in passato su più fronti, sebbene durante i colloqui del 2021 proprio lo stesso Wang aveva dichiarato che la collaborazione sul clima non può non prescindere dallo stato delle relazioni bilaterali in generale.

Cina, le multinazionali accelerano il decoupling sui dati

La Cina non è un paese per dati sensibili. In un approfondimento pubblicato lunedì 17 luglio il Financial Times ha cercato di fare il punto sulle misure che le grandi multinazionali stanno adottando per non violare le recenti leggi per la gestione dei big data prodotti ed elaborati nel paese. Pechino sta da tempo regolamentando il flusso transfrontaliero di dati e la mossa più recente è stata una nuova legge anti-spionaggio entrata in vigore lo scorso 1°luglio. Secondo quanto rilevato dalla testata britannica, il fenomeno di disaccoppiamento tra dati localizzati in Cina e sistemi It esterni alla Cina sta accelerando, e le aziende si stanno muovendo emanando delle direttive ad hoc dedicate al personale che lavora nel paese.

“Un dirigente di una società di consulenza statunitense ha affermato che la sua azienda ha iniziato a riorganizzare i propri sistemi mesi fa, realizzando una costosa versione ‘dedicata alla Cina’ di quasi tutti i propri strumenti digitali“, si legge nell’articolo. Al personale è stato vietato di “portare fuori dal paese i propri laptop forniti in Cina”, continua, e la  sua società sta “creando server cinesi e secondi indirizzi e-mail per i membri dei team locali.”

Nel frattempo, sui media internazionali si continua a parlare del generale allontanamento di alcune catene di produzione dalla Cina. L’ultimo caso riguarda il secondo produttore di pc al mondo, Hp: come riporta Nikkei Asia, l’impresa statunitense ha annunciato che sposterà una parte della produzione in Thailandia e Messico.

Giappone, Kishida colleziona accordi con il Medio Oriente sugli approvvigionamenti critici

Continua il viaggio del premier giapponese Fumio Kishida in Medio Oriente. Dopo la tappa in Arabia Saudita, dove con il principe Mohammad bin Salman ha finalizzato un accordo per la promozione degli investimenti congiunti in paesi terzi per l’approvvigionamento delle terre rare, negli Emirati Arabi Uniti Kishida ha promesso una maggiore collaborazione in materia di transizione energetica, offrendosi di facilitare il dialogo e lo scambio di know-how con il partner mediorientale.

Taiwan, la Cina invia “proteste formali” per la visita di Lai negli Usa

Come anticipato in una puntata di Taiwan Files del 10 giugno, è arrivata la conferma dello stop negli Usa di Lai Ching-te, candidato del Partito progressista democratico (Dpp) alle elezioni del 2024. Il possibile futuro presidente taiwanese si recherà negli Stati Uniti sulla strada del Paraguay, dove assisterà alla cerimonia di insediamento del presidente eletto Santiago Peña.

Durante il tradizionale briefing del ministero degli Esteri cinesi, la portavoce Mao Ning ha dichiarato che la Cina ha presentato delle proteste formali nei confronti della Casa Bianca. “La Cina si oppone fermamente a qualsiasi forma di interazione ufficiale tra gli Stati Uniti e la provincia di Taiwan” e “seguirà da vicino la situazione, adottando misure risolute e forti per salvaguardare la sovranità e l’integrità territoriale”.

Clima, morti in Corea del Sud ed evacuazioni di massa in Vietnam

Non si arresta l’ondata di fenomeni climatici estremi che sta colpendo l’Asia da diverse settimane. Piogge record si sono riversate sulla Corea del Sud, dove oltre dieci mila persone hanno lasciato le proprie abitazioni per sfuggire alle inondazioni. Lunedì 17 luglio le autorità sudcoreane hanno annunciato i primi dati sull’allagamento di una galleria nella città di Cheongjiu: almeno 13 morti, che si aggiungono al totale (temporaneo) di 49 decessi rilevati a livello nazionale. Anche il Vietnam si prepara ad evacuare 30 mila cittadini dalle zone ad alto rischio e decine di voli sono stati cancellati. Anche la provincia cinese del Guangdong sta affrontando il passaggio del quarto tifone della stagione – Talim – con il trasferimento di circa 230 mila persone. Sempre in Cina, nella regione autonoma dello Xinjiang, si è registrata nei giorni scorsi la temperatura più alta di sempre: 52,2°C.