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In Cina e Asia – Covid, la Cina rimuove l’obbligo dei test Pcr per gli arrivi

In Notizie Brevi by Agnese Ranaldi

I titoli di oggi:

  • Covid, la Cina rimuove l’obbligo dei test Pcr per gli arrivi
  • Cina, approvati più progetti a carbone dell’intero 2022
  • Cina, primo arresto di un taiwanese per “separatismo”
  • L’Australia rivede la strategia di difesa

La Cina non richiederà più ai viaggiatori in entrata di fornire un risultato negativo del test Pcr (reazione a catena della polimerasi) per verificare l’infezione al Covid-19, eliminando un requisito che ha frenato le visite da quando il Paese ha rotto l’isolamento a inizio 2023 dopo tre anni di chiusura per contenere la pandemia, abbandonando requisiti come la quarantena. Da sabato 29 aprile, i viaggiatori – come autocertificazione – potranno invece mostrare i risultati negativi al test antigenico rapido.

Il timore di un’imminente nuova ondata di Covid ha causato un’impennata delle azioni delle case farmaceutiche cinesi. Xinxiang Tuoxin Pharmaceutical Co. è balzata fino al 20% a Shenzhen, mentre Hybio Pharmaceutical Co. è salita del 15%. Le preoccupazioni sono circolate sui social media dopo che il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha affermato che il tasso di positività al Covid ha continuato a diminuire ma è in circolo una nuova sottovariante. La percezione di incertezza diffusa legata al Covid-19 è legata anche al modo in cui Pechino ha gestito la crisi sanitaria, con numerose zone d’ombra. Un’inchiesta di Mara Hvistendahl, una giornalista investigativa che ha lavorato e riferito sulla scienza in Cina, e Benjamin Mueller, un giornalista di salute e scienza, ha denunciato la campagna di censura cui è stata sottoposta la pandemia da Covid-19 in Cina.

Cina, approvati più progetti a carbone dell’intero 2022

La Cina approva più energia a carbone per le amministrazioni locali, nonostante l’impegno assunto dal governo per rendere il Paese carbon-neutral entro il 2060. Greenpeace ha analizzato i dati ufficiali della Repubblica popolare, che rivelano che nei primi mesi del 2023 il governo ha approvato almeno 20,45 gigawatt di energia a carbone. Nell’intero 2021 ne erano stati approvati 18. La Cina fa ancora affidamento sul carbone per almeno metà del suo fabbisogno. Un piano quinquennale del 2016 prefissava l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2060, ma dal 2021 la Cina ha riconfigurato le sue priorità energetiche anche per via delle frequenti interruzioni di corrente subite in varie parti del Paese.

Cina, primo arresto di un taiwanese per “separatismo”

Il giornalista cinese Dong Yuyu, arrestato lo scorso anno con l’accusa di spionaggio, rischia dieci anni di carcere. La famiglia aveva preferito tenere segreta la sua detenzione nella speranza che fosse presto rilasciato, ma il mese scorso è stato comunicato l’imminente processo. Il sistema giudiziario cinese ha un tasso di condanne intorno al 99%, con scarsa trasparenza per i casi relativi alla sicurezza nazionale. Anche l’attivista taiwanese Yang Chih-yuan dovrà affrontare la giustizia della terraferma. È la prima volta che una persona di Taiwan deve presentarsi in un tribunale della Cina continentale per un’accusa di separatismo. È stato accusato di sostenere l’indipendenza di Taiwan e di aver fondato un “Partito nazionalista di Taiwan”, illegale secondo la legge cinese. Per quest’ultimo reato potrebbe rischiare alla pena di morte.

L’Australia rivede la strategia di difesa

L’Australia approva la più grande revisione della sua strategia di difesa dalla Seconda guerra mondiale. Il governo laburista dà la priorità all’attacco di precisione a lungo raggio e alla produzione interna di armi. La revisione intende risolvere le preoccupazioni di Canberra circa i lunghi ritardi nell’approvvigionamento di nuovi veicoli ed equipaggiamenti militari,  che ostacolano la capacità di agire prontamente in vista dell’aumento dell’assertività cinese nella regione. L’incremento delle spese per l’Australia si allinea a una tendenza mondiale, secondo lo Stockholm International Peace Research Institute, ma in Asia assume un aspetto specificatamente anti-cinese. Gli esperti si aspettano un inasprimento delle tensioni geopolitiche nell’area.

A cura di Agnese Ranaldi