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In Cina e Asia – Cina, arriva il progetto pilota per le “famiglie nella nuova Era”

In Notizie Brevi by Sabrina Moles

I titoli di oggi: 

  • Cina, arriva il progetto pilota per le “famiglie nella nuova Era”
  • Israele-Palestina, un sondaggio promuove la Cina tra i potenziali mediatori
  • Ucraina, Von der Leyen sottolinea l’importanza della Cina nel processo di pace
  • Scontro Cina-Usa al largo di Hong Kong prima dell’assalto al Campidoglio
  • Africa, Xi incontra il presidente eritreo Afwerki
  • Cambogia, la commissione elettorale boccia l’unico partito di opposizione
  • Ciclone Mocha, Myanmar e Bangladesh contano i danni
Cina, arriva il progetto pilota per le “famiglie nella nuova Era”

“La società ha bisogno di guidare maggiormente i giovani sul concetto di matrimonio e natalità“, afferma il demografo cinese He Yafu. E quindi serve una nuova forma di educazione alla famiglia che Pechino porterà in venti città cinesi a partire dai prossimi mesi. L’annuncio del progetto pilota arriva dalla China’s Family Planning Association, l’istituzione che si occupa di implementare le misure governative sulla popolazione e sulla fertilità, a fronte di un calo delle nascite che ha portato il paese in recessione demografica a partire dal 2023. Tra le misure che verranno proposte rientrano una limitazione dell’usanza legata alla dote della sposa, nonché l’invito a sposarsi e avere figli “in età appropriata.”

Martedì 16 maggio l’ente televisivo Cctv ha rilasciato un servizio dedicato alla cura dei figli, tema di cui si è recentemente occupato il presidente Xi Jinping durante un meeting economico. Al centro della discussione, il tema del settore educativo come chiave per incentivare le nascite e ridurre il carico delle famiglie. Entro il 2025 Pechino promette di raddoppiare gli asili nido nel paese e viene paventata la possibilità di aprire maggiormente ai servizi per la fertilità dedicati alle donne non sposate.

Israele-Palestina, un sondaggio promuove la Cina tra i potenziali mediatori

Lunedì 15 maggio l’agenzia Arab News ha diffuso i risultati di un sondaggio commissionato alla britannica YouGov circa i sentimenti dei palestinesi per un possibile intervento di Pechino nel dialogo con Israele. Oltre l’80% dei rispondenti afferma di sostenere un’ingresso della Cina nei negoziati, reazione che è stata interpretata come una risposta del mondo arabo al successo della trattativa tra Iran e Arabia Saudita. Ad aprile la Repubblica popolare si è offerta per un possibile ingresso nei colloqui di pace. Tra i favoriti del sondaggio, sopra la Cina, emergono Russia e Unione Europea. Gli Stati Uniti in fondo alla classifica.

Ucraina, Von der Leyen sottolinea l’importanza della Cina nel processo di pace

La Cina è indispensabile per la risoluzione del conflitto ucraino. Lo sottolinea ancora una volta la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che in conferenza stampa ha dichiarato: “È molto positivo” che Xi Jinping abbia contattato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ma “non dovremmo mai dimenticare che l’Ucraina è il paese che è stato brutalmente invaso. È quindi quello che dovrebbe stabilire i principi fondamentali per una pace giusta.” Il commento di Von der Leyen arriva alla luce della visita del funzionario per gli affari euroasiatici cinese Li Hui a Kiev e Mosca che è stata definita come una “missione di pace” in cerca di una “soluzione politica”.

Scontro Cina-Usa al largo di Hong Kong prima dell’assalto al Campidoglio

Un team di scienziati dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) ha reso pubblica la notizia di uno scontro ravvicinato tra le forze armate cinesi e americane all’alba del 6 gennaio 2021,  quando negli Usa i sostenitori di Donald Trump si preparavano ad assaltare la sede del Congresso statunitense. L’incidente, avvenuto a circa 150 km dalle coste di Hong Kong, avrebbe coinvolto un sottomarino cinese e tre aerei anti-sottomarino americani. Le forze Usa avrebbero poi distrutto i propri sonar galeggianti nell’area per evitare che venissero prelevati dal Pla, sollevando timori che da Washington si stesse pianificando una mossa azzardata durante il delicato passaggio di consegne alla nuova amministrazione. Ciò avrebbe poi richiesto un contatto tra i generali dei due paesi per calmare le acque, con il capo dei Joint Chiefs of Staff  Mark Milley che aveva contattato la controparte cinese promettendo di “avvisare in anticipo la Cina se avesse davvero intenzione di lanciare una guerra.” 

Africa, Xi incontra il presidente eritreo Afwerki

Lunedì 15 maggio il presidente dell’Eritrea Isaias Afwerki si è recato a Pechino per una visita di stato. “Una forte relazione Cina-Eritrea non è solo in linea con gli interessi comuni e a lungo termine di entrambi i Paesi, ma anche per il mantenimento della pace regionale”, ha detto Xi, riaffermando il legame con un paese strategico per la presenza cinese nell’area. Confinante con Gibuti, dove la Cina ha installato la sua prima e unica base militare all’estero, l’Eritrea viene aspramente criticata dai governi occidentali per il regime trentennale di Afwerki, che in gioventù ha partecipato agli addestramenti militari per gli eserciti alleati della Cina maoista.

Cambogia, la Commissione elettorale boccia l’unico partito di opposizione

La corsa del Candlelight Party si è fermata ancora prima della campagna elettorale: lunedì 15 maggio la Commissione elettorale cambogiana ha squalificato l’unico partito di opposizione dalla corsa alle urne. Nato solo un anno fa dalle ceneri dell’opposizione e in vista delle elezioni comunali – dove aveva ottenuto il 22,3% delle preferenze – il Candlelight aveva previsto un esito simile all’alba delle elezioni di luglio. Il segretario Kong Monika ha dichiarato di voler ricorrere alla Corte costituzionale, denunciando una serie di lungaggini burocratiche che sarebbero state inserite ad hoc per ostacolare gli oppositori dell’attuale premier Hun Sen, che governa il paese dal 1998 e sarebbe pronto a passare il testimone al figlio Hun Manet.

Ciclone Mocha, Myanmar e Bangladesh contano i danni

Almeno sei morti in Birmania e migliaia di evacuati: il bilancio del passaggio del ciclone Mocha nel golfo del Bengala è ancora in fase di definizione, ma sicuri sono i danni significativi che l’evento ha prodotto su abitazioni e infrastrutture. Secondo quanto riportato dalle autorità birmane, la parte occidentale del paese sta facendo i conti con inondazioni e blackout che si protraranno anche nei giorni successivi. Parzialmente risparmiata l’area del campo profughi di Cox’s Bazar in Bangladesh, dove però si contano almeno 2 mila abitazioni distrutte e 10 mila danni alle strutture. L’Onu ha dichiarato che Mocha è stato “uno dei più forti cicloni mai registrati” e segnala l’aumento e il peggioramento degli eventi estremi nella regione a causa al cambiamento climatico.

A cura di Sabrina Moles