In Cina e Asia – Web e media cinesi: “l’assalto a Capitol Hill come Hong Kong”

In Notizie Brevi by Serena Console

Le immagini di Capitol Hill assediato dai manifestanti pro-Trump stanno facendo il giro del web cinese. “Karma” scrive qualcuno, riferendosi al nesso di principio di “causa-effetto” tra il caos americano e il doppio standard utilizzato da Washington rispetto alle proteste di Hong Kong in difesa dell’autonomia promessa con il motto “un paese due sistemi”. “Gli Stati Uniti stanno assaggiando la propria medicina dopo aver incitato il caos in tutto il mondo con il pretesto della libertà e della democrazia”, scrive il Global Times condannando l’impiego della Guardia Nazionale degli Stati uniti per sedare i tumulti, in cui hanno perso la vita almeno 4 persone. Su Weibo la Lega della Gioventù comunista e un account collegato al ministero degli Esteri cinese hanno invece preso di mira la presidente della Camera, Nancy Pelosi, per aver definito nel 2019 le manifestazioni di Hong Kong “uno spettacolo bellissimo”. I commenti sono stati accompagnati dall’hashtag “Pelosi sperimenta il bellissimo spettacolo da sola”. Sul Guardian la giornalista Ilaria Maria Sala spiega perché la battaglia per la rappresentanza politica a Hong Kong si differenzia dagli scontri di Capitol Hill. Intanto l’ambasciata cinese a Washington ha invitato i cittadini nel paese alla prudenza considerando “the local epidemic and security situation.” [fonte GT Bloomberg, Guardian, SCMP]

Hong Kong: 53 arresti per “sovversione”

Nella giornata di ieri c’è stato il più grande arresto a Hong Kong nell’ambito della legge sulla sicurezza nazionale, entrata in vigore lo scorso 30 giugno. Almeno 53 persone, attivisti pro democratici ed ex deputati dell’opposizione, sono state arrestate con l’accusa di “sovversione dei poteri dello Stato”, in base all’articolo 22 della norma. Secondo le autorità del governo locale, sono tutti accusati di avere organizzato e partecipato lo scorso luglio alle primarie per la scelta dei candidati pro democrazia per le elezioni del Consiglio legislativo, appuntamento elettorale inizialmente previsto lo scorso 6 settembre, ma rimandato a causa della pandemia di Covid-19. Sono diverse le personalità di spicco finite nel mirino dell’autorità locale: c’è Benny Tai, leader del movimento degli ombrelli del 2014, ma c’è anche l’avvocato statunitense John Clancey, il primo straniero arrestato per la legge sulla sicurezza. Clancey ha avuto un ruolo operativo nell’organizzazione delle primarie per conto del gruppo “Power for Democracy”, di cui è tesoriere. Secondo fonti di AFP, anche Joshua Wong – già in stato di detenzione per aver fomentato un'”assemblea illegale” sarebbe stato riarrestato, stavolta con l’accusa ben più grave di sovversione. [SCMP, AFP]

In standby la missione dell’Oms in Cina per indagare sulle origini del virus

A un anno dai primi casi di Covid-19 registrati in Cina, non è stata ancora effettuata una indagine per comprendere le origini del virus nella città focolaio di Wuhan. Qualcosa si stava per muovere, ma il Partito comunista cinese ha fatto un passo indietro, alludendo a problemi organizzativi. Così, le parole pronunciate dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, suonano come un’accusa verso Pechino. Secondo il numero uno dell’Oms, solitamente molto conciliante con Pechino, la Cina ha bloccato l’arrivo di una squadra di esperti, che sarebbe dovuta entrare nel Paese per indagare sulle origini della pandemia di coronavirus, sostenendo che i visti degli scienziati non erano ancora stati approvati. Due di loro erano però già in viaggio e sono stati fermati, mentre gli altri erano pronti a partire. Il direttore generale dell’Oms ha espresso il suo sgomento e ha invitato la Cina a far entrare la squadra, proprio per non vanificare i colloqui che si sono tenuti con i funzionari cinesi sin da luglio. La Cina, dal canto suo, sostiene di essere in contatto con l’Organizzazione per consentire alla sua squadra di esperti di lavorare tranquillamente. La portavoce del ministero degli esteri cinese, Hua Chunying, ha detto che il problema non è legato solamente ai visti degli esperti, ma anche a causa di fraintendimenti sulla data specifica e sull’organizzazione della visita del gruppo di scienziati. [fontre Guardian SCMP]

Trump vieta Alipay e altre sette app cinesi

Il presidente americano Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che vieta le transazioni con otto applicazioni finanziarie cinesi, tra cui Alipay che fa capo ad Ant Group, il braccio finanziario dell’impero del magnate cinese Jack Ma, e le app di proprietà del gigante tecnologico Tencent. Secondo Trump, le app possono consentire l’accesso alle informazioni private degli utenti, ma anche essere utilizzate dal governo cinese per tenere traccia delle posizioni dei dipendenti e dei funzionari federali americani, così da poter creare un database con le loro informazioni. L’ordine entrerà in vigore tra 45 giorni, dopo che Trump avrà lasciato la Casa Bianca, e rischia di aumentare le tensioni con Pechino. Le aziende statunitensi che intrattengono rapporti d’affari con la Cina, tra cui Apple, Ford Motor, Walmart e Walt Disney, in precedenza si sono opposte a un ordine esecutivo di Trump che prendeva di mira l’app multifunzione WeChat di Tencent, affermando che era vitale per condurre gli affari con i clienti cinesi. Le aziende statunitensi potrebbero sollevare preoccupazioni simili riguardo al nuovo ordine. [fonte WSJ]

Corea del nord, al via l’ottavo Congresso del Partito del lavoro nordcoreano

È iniziato l’atteso l’ottavo Congresso del Partito del lavoro nordcoreano. Nel suo discorso di apertura, pronunciato nella giornata di martedì, il leader Kim Jong Un ha riconosciuto che il piano quinquennale, avviato nel 2016, non è riuscito a raggiungere gli obiettivi prefissati in quasi tutti i settori. L’attuale appuntamento politico ha attirato l’attenzione internazionale poiché dovrebbe svelare un nuovo piano economico quinquennale e affrontare tematiche di politica estera, a solo due settimane dall’insediamento del presidente eletto degli Stati uniti Joe Biden. Nel suo discorso, Kim ha affermato che il Paese ha ottenuto una “vittoria miracolosa”, grazie ai progressi militari che sono culminati nel 2017 in test di missili balistici intercontinentali in grado di colpire gli Usa. Ma la fallimentare strategia economica quinquennale del 2016 ha portato il Paese ad affrontare sfide interne ed esterne che ne ostacolano il progresso; tra queste vi è la pandemia di Covid-19. “Dobbiamo promuovere ed espandere ulteriormente i successi e le vittorie che abbiamo ottenuto attraverso i nostri sforzi scrupolosi, ma fare in modo di non ricevere di nuovo le lezioni dolorose”, ha detto Kim a 4.750 delegati e 2.000 spettatori presenti, tutti rigorosamente senza mascherina. Il leader ha elogiato l’impegno dei lavoratori del partito che hanno garantito il contenimento del crisi sanitaria: Pyongyang non ha mai ufficialmente registrato alcun caso di coronavirus dall’inizio della pandemia. [fonte Reuters]

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