Concluso l’atteso terzo plenum, restano ancora molti dubbi sulle riforme preannunciate da Pechino. Serviranno però diversi giorni, forse mesi, per poter dare un giudizio della reale entità delle misure in cantiere. Per ora sembra confermata l’intenzione di rendere la tecnologia il traino della crescita mentre si intravedono possibili interventi di welfare per per sbloccare i risparmi dei potenziali consumatori. Secondo Mobo Gao, professore di Chinese studies presso l’università di Adelaide ed esponente della “nuova sinistra” cinese, Xi Jinping “vuole le riforme ma non vuole che il sistema crolli come avvenuto nell’Unione Sovietica”.
Sinologie – Liang Qichao, un nativista? Una rivalutazione critica del padre della modernità cinese
Il secolarismo, agli occhi dell’intellettuale Liang Qichao, era l’unica via per lo sviluppo e il rafforzamento dello Stato, ma una componente autoctona cinese doveva essere integrata nel cambiamento. Il Confucianesimo risultò ben adattarsi alla sua visione riformista sebbene molti contemporanei vi rintracciarono una speculativa vena nativista.
Sinologie – Le riforme cinesi secondo Arrighi e Naughton
L’elaborato prende in esame due libri fondamentali per comprendere appieno lo straordinario sviluppo economico cinese post-1978: “Growing Out of the Plan” di Barry Naughton e “Adam Smith a Pechino” di Giovanni Arrighi. I due testi regalano una complementarità d’analisi preziosa per ottenere un quadro completo dell’ascesa cinese: le osservazioni di Arrighi, focalizzate su una scala temporale più ampia, comprendono numerosi riferimenti teorici, ponendo le basi per il libro di Naughton, che descrive nel dettaglio le efficaci politiche applicate dall’apparato governativo cinese e la loro evoluzione nel periodo preso in esame.
Il Sogno Cinese e la lotta di classe
Il Made in China 2025 segna la fine della fabbrica del mondo e l’inizio dell’epoca con la Cina leader nel mondo dell’alta tecnologia. E i lavoratori? In questa nuova narrazione della Cina, che si registra anche in Italia dove spesso il gigante asiatico viene rappresentato come un paese ormai avanzato, dimenticandosi di tante delle sue contraddizioni, mancano ancora una volta gli operai.
Le riforme cinesi compiono 40 anni (seconda parte)
La Cina continuerà il suo processo di riforma economica nonostante i pericoli, ma non cambierà il proprio sistema politico né permetterà ad altri paesi di dettare la propria agenda interna. In occasione del 40esimo anniversario delle riforme Denghiane, Pechino conferma la validità del “socialismo con caratteristiche cinesi”. Ma la vera star è Xi Jinping.
Le riforme cinesi compiono 40 anni
Nel dicembre 1978 Deng Xiaoping lanciava l’epoca delle riforme e aperture trasformando il paese nella seconda potenza mondiale. Negli anni ’80 furono dismesse le aziende di stato, fulcro dell’industrializzazione nel periodo maoista
Il calo dei consumi fa traballare il patto sociale
I consumi perdono quota ma per la leadership al potere in gioco c’è molto più della stabilità economica. A rischio è il patto implicito con cui all’indomani del massacro di Tian’anmen Pechino ha promesso alla popolazione benessere in cambio di lealtà politica
L’imperatore Wu illumina il sogno di Xi Jinping
Non è solo a un «sovrano» fondatore che bisogna guardare per trovare una figura simile al numero uno di Pechino, ma a un riformatore dotato di «grandeur» e lungimiranza. L’abolizione del limite costituzionale dei due mandati presidenziali consecutivi deliberata di recente in Cina dall’Assemblea Nazionale del Popolo ha creato sconcerto, nonostante fosse nell’aria. La nomina a vicepresidente di Wang Qishan, …