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Sinologie – Le dinamiche socio-politiche del genere della fantascienza in Cina

In Cina, Cultura, Sinologie by Redazione

L’elaborato analizza il profondo legame tra il genere letterario della fantascienza e il tessuto socio-culturale e socio-politico della Repubblica Popolare Cinese. Un genere che ha riguadagnato notevole notorietà negli ultimi anni dopo un periodo di forte censura.

In particolare, si definisce: “New Wave of Chinese science fiction” tutta la letteratura cinese di fantascienza realizzata dal 1989 in poi, che rispecchia con svariate sfaccettature la turbinosa modernizzazione della Cina in quegli anni ’80 e la conseguente ascesa internazionale. La “New Wave” ha abbracciato un’ampia varietà di tematiche o “motivi” che. Per questo, sebbene sia complesso chiudere entro confini ben definiti la produzione eclettica dei suoi autori e delle sue autrici, si è soliti classificare tale produzione in tre gruppi principali: l’ascesa utopica della Cina nel panorama internazionale, il mito del modello economico cinese orientato al rapido sviluppo, il futuro della tecnologia e i suoi relativi costi “umani”.

Gli studi e la letteratura consultati come apparato teorico supportano l’assunto che il sostegno nazionale ufficiale al genere abbia quattro obiettivi principali: migliorare l’alfabetizzazione scientifica della popolazione cinese, insistere su un mercato in forte espansione, stimolare l’innovazione interna attraverso le industrie digitali creative, e trasformare il genere in uno strumento di soft power.

Tra le opere appartenenti alla corrente, spicca la novella di Liú Cíxīn intitolata La Terra Errante (2000) che ha catturato l’interesse dei registi cinesi ed è stata successivamente riadattata per il grande schermo con il film “The Wandering Earth” (2019). Diretta da Guō Fān, la pellicola è diventata il film di fantascienza di maggior successo mai prodotto in Cina e distribuito all’estero. Sono seguite linee guida ufficiali della China Film Administration per la produzione di futuri film di fantascienza in grado di sostenere la “national narrative”, ovvero la capacità di un Paese di veicolare una ben definita immagine nazionale.

Confrontando la novella con l’apparato teorico della New Wave, è possibile classificare La Terra Errante come una distopia apocalittica post-famigliare, post-umana e post-nazionale legata al futuro della tecnologia. Vi sono tuttavia elementi per così dire “cinesi” nella storia, a conferma della teoria degli scrittori Xia Jia e Chen Qiufan, secondo la quale è natura intrinseca della fantascienza cinese affrontare tematiche globali secondo una prospettiva prettamente cinese. Nel caso della Terra errante, queste tematiche “cinesi” sono anche le uniche ad essere rimaste inalterate nell’adattamento cinematografico: il profondo legame con la propria casa, la volontà di garantire alla propria discendenza un futuro più roseo, e la capacità di plasmare la natura a proprio piacimento pur di far progredire la civiltà umana.

Il legame con la propria dimensione morale, culturale, con la famiglia e con la propria nazione assenti nella novella vengono invece introdotti insistentemente nel film, che mostra in aggiunta il forte coinvolgimento delle giovani generazioni e di ogni nazione in una lotta universale, nel perseguimento della pace e della cooperazione per uno scopo comune e il ruolo fondamentale della scienza. In aggiunta a ciò, “The Wandering Earth” presenta una Cina che, attraverso il suo “modello” di multilateralismo e: “politica di buon vicinato”, è riuscita a raggiungere pienamente il rispetto e il rilievo desiderati sulla scena internazionale.

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Veronica Zanon è laureata in Scienze della Mediazione Interlinguistica e Interculturale. Dopo aver trascorso un anno in Cina, a Jinan, ha poi ottenuto la double degree in China&Global Studies con una tesi sulla fantascienza cinese, tenendo anche un seminario online sui suoi contenuti con il Centro Studi sulla Cina Contemporanea.