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In Cina e Asia – Xi: “Le relazioni tra Cina e Usa determineranno il destino dell’umanità”

In Notizie Brevi by Redazione

  • Xi: “le relazioni tra Cina e Usa determineranno il destino dell’umanità”
  • Veicolo attacca il consolato cinese a San Francisco prima della possibile visita di Xi
  • Il Pensiero di Xi Jinping raggiunge la sfera culturale
  • Chip war: via libera all’export di tecnologie Usa per le coreane Samsung e Sk Hynix
  • Le fabbriche cinesi si spostano nelle province interne
  • La Cina punta a un maggiore accesso delle imprese alla potenza di calcolo per il settore dell’IA
  • Studio americano: un blocco cinese di Taiwan avrebbe conseguenze economiche peggiori del Covid

Le relazioni tra Pechino e Washington determineranno “il futuro e il destino dell’umanità”. Lo ha dichiarato ieri Xi Jinping incontrando nella Grande Sala del Popolo di Pechino il leader democratico Chuck Schumer, a capo di una delegazione di senatori Usa impegnata in una visita di tre giorni in Cina. È la prima volta in quattro anni che un gruppo di senatori del Congresso Usa viaggia nella Repubblica popolare. Nei prossimi giorni sono previste tappe in Giappone e Corea del Sud. Nell’ottica di distensione tra i rapporti tra le due superpotenze, Xi ha aggiunto che quella tra i due paesi è “la relazione bilaterale più importante del mondo” e che la Cina “ha mille ragioni per migliorare le relazioni con gli Stati Uniti, ma nemmeno una per rovinarle”.

Ai giornalisti Schumer ha dichiarato che l’incontro è durato 80 minuti, circa il doppio del tempo previsto. Ma ha soprattutto evidenziato l’insoddisfazione di Washington per la recente dichiarazione di Pechino: domenica il ministero degli Esteri ha invitato Israele e Palestina a mostrare “calma” e a “cessare immediatamente il fuoco”, criticando l’inazione della comunità internazionale in merito alla questione palestinese. Sia nei colloqui con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi che nell’incontro con Xi, Schumer ha esortato Pechino “a stare dalla parte del popolo israeliano”.

Veicolo attacca il consolato cinese a San Francisco prima della possibile visita di Xi

Agenti della Polizia di San Francisco hanno ucciso il conducente di un veicolo che ha sfondato il perimetro del consolato cinese nella città californiana, fermando la sua corsa nell’atrio dell’ufficio visti. Lo hanno riferito le autorità locali, secondo cui l’incidente si è verificato nella giornata di ieri. Il consolato ha condannato l’episodio, che dai primi dettagli ha tutta l’apparenza di un attacco politico. Stando a un testimone l’uomo al volante avrebbe gridato “dov’è il PCC?”. Si tratta del secondo incidente del genere dal 2014, quando una persona versò due secchi di benzina sulla facciata per dare fuoco all’edificio. Stavolta l’incidente avviene in un momento particolarmente delicato per le relazioni tra Cina e Stati Uniti, e proprio mentre Xi Jinping sembrava intenzionato a partecipare all’Apec di San Francisco il prossimo mese.

Il Pensiero di Xi Jinping raggiunge la sfera culturale

Riguarda la cultura l’ultimo “pilastro” ideologico che va ad aggiungersi al pensiero del leader del Partito comunista cinese Xi Jinping. Lo ha riferito lunedì l’agenzia di stampa statale Xinhua, all’indomani di una riunione sul tema presieduta da Cai Qi, capo del Segretariato del Pcc nonché membro del Comitato permanente del Politburo. Quella sulla cultura è l’ultima di una serie di dottrine politiche che fanno da corollario al Pensiero di Xi Jinping sul Socialismo con Caratteristiche Cinesi per una Nuova Era, introdotto anche nella Costituzione del 2018. Il Pensiero di Xi Jinping sulla cultura, per l’appunto, è una sistematizzazione dei temi che riguardano la propaganda, l’informazione e l’opinione pubblica alla luce dei principi del “socialismo con caratteristiche cinesi”. Durante la riunione Cai ha letto una lettera di Xi che sottolinea come l’obiettivo dell’apparato propagandistico sia proprio quello “di armare l’intero Partito”, di “educare il popolo con le teorie innovative del Partito”, e promuovere la “pubblicità positiva” per “guidare l’opinione pubblica” politicamente. In quest’ottica rientra anche l’invito di Xi a rafforzare lo sviluppo delle capacità di comunicazione internazionale della Cina, per “migliorare continuamente il soft power culturale del Paese e il fascino della cultura cinese”.

Chip war: via libera all’export di tecnologie Usa per le coreane Samsung e Sk Hynix

Samsung Electronics e SK Hynix potranno fornire apparecchiature statunitensi per la produzione di chip alle loro fabbriche cinesi, senza dover chiedere l’approvazione separata agli Stati Uniti. Lo hanno annunciato lunedì l’ufficio presidenziale di Seul e le due aziende sudcoreane. Si tratta di una deroga ai normali controlli, a cui gli Stati Uniti sottopongono le esportazioni di tecnologie legate alla produzione di semiconduttori. Come ha affermato Samsung in un comunicato, “le incertezze legate al funzionamento delle linee di produzione di semiconduttori in Cina sono state significativamente rimosse” grazie a questa decisione del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Samsung e SK sono state incluse nell’elenco degli “utenti finali convalidati”, ossia le aziende che sono autorizzate a ricevere le esportazioni di una certa tecnologia da Washington. Le aziende coinvolte sono le due maggiori produttrici di chip di memoria al mondo, e hanno investito miliardi di dollari nei loro impianti di produzione in Cina. Per questo hanno accolto con favore la decisione.

Le fabbriche cinesi si spostano nelle province interne

Le fabbriche in Cina scelgono la delocalizzazione, ma non in India, Vietnam o Messico. Negli ultimi anni, mentre le megalopoli costiere cinesi si sono concentrate sull’industria avanzata, quella manifatturiera a basso costo si è spostata nelle province interne, dove i terreni e la manodopera sono più economici. Anche grazie al sostegno dei governi locali che stanno elargendo sussidi nell’ottica di sviluppare le aree rurali. Come risultato, dall’inizio del 2018 le esportazioni di 15 province centrali e occidentali del paese sono aumentate del 94%. Malgrado l’emergere di altre hub manifatturieri nel Sud-Est asiatico e le tensioni commerciali tra Pechino e Washington, la Cina ricopre ancora un ruolo centrale nel settore manifatturiero globale. Nel 2020 l’export di queste province ha superato quelle del Messico, il cui valore del periodo agosto 2022-agosto 2023 ha raggiunto i 590 miliardi. La Repubblica popolare ha toccato quota 630 miliardi di dollari, mentre l’India si è fermata ai 425.

Usa: blocco cinese di Taiwan avrebbe conseguenze economiche peggiori del Covid

Se Pechino dovesse imporre un blocco a Taipei, l’impatto economico su scala globale supererebbe di gran lunga la crisi generata dal Covid-19. È l’avvertimento di Ely Ratner, assistente segretario alla Difesa per gli affari di sicurezza dell’Indo-Pacifico, che durante un evento organizzato dal think tank Center for Strategic and International Studies di Washington ha citato le conclusioni di uno studio realizzato dall’Institute for Economics and Peace di Sydney. Ratner ha detto che il Pentagono sta esaminando “molto attentamente” gli scenari che potrebbero verificarsi se la Cina optasse per un blocco, nella forma di una flottiglia di navi che impedirebbero a merci, persone e attrezzature di militari l’ingresso o l’uscita da Taiwan. Le conseguenze sarebbero disastrose per i settori strategici come quello dei semiconduttori e dei microchip, con un impatto generale sull’economia di circa il doppio rispetto a quello provocato dalla crisi finanziaria globale del 2008. A risentirne sarebbe anche l’economia della Repubblica popolare cinese, che si ridurrebbe di circa il 7%.

La Cina punta a un maggiore accesso delle imprese alla potenza di calcolo per il settore dell’IA

Supercalcolo e intelligenza artificiale (IA): il piano d’azione pubblicato lunedì dalle autorità cinesi per promuovere lo sviluppo di tecnologia di alta qualità si concentra sulla progettazione di infrastrutture strategiche per questi settori, per portare la sfida hi-tech tra Cina e Usa a un nuovo livello. Aumentare la potenza di calcolo della Cina del 50% entro il 2025, infatti, è un passo avanti necessario per garantire al paese il primato nella produzione di tecnologia all’avanguardia. Ciò significa lavorare anche sull’archiviazione dei dati e sulla capacità di rete. Il progetto pubblicato lunedì è stato realizzato da sei agenzie governative, tra cui il Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione (MIIT), l’Ufficio della Commissione Centrale per gli Affari del Cyberspazio e la Banca Popolare Cinese. È prevista anche la costruzione di  più data center in tutto il Paese per facilitare l’accesso delle imprese alla potenza di calcolo.

Di Agnese Ranaldi e Vittoria Mazzieri; ha collaborato Alessandra Colarizi

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