I titoli di oggi:
- Il Vaticano accusa Pechino di violare l’accordo sulla nomina dei vescovi
- Ex allenatore della nazionale cinese indagato per corruzione
- Sempre più pensionati cinesi vogliono diventare virali
- La Cina ristrutturerà il debito cubano
- Macao: rinnovate le licenze ai 6 storici casinò
- Corea del Sud: nuovo sciopero dei camionisti
- Gli Stati Uniti vietano la vendita nel paese di apparecchiature delle cinesi Huawei e ZTE
Il Vaticano accusa Pechino di violare l’accordo sulla nomina dei vescovi
Sabato scorso il Vaticano ha espresso “sorpresa e rammarico” per la notizia della nomina di Monsignor Giovanni Peng Weizhao a vescovo di Yujiang, nel Jiangxi, una diocesi non riconosciuta dalla Santa Sede. Secondo la chiesa di Roma la nomina viola l’Accordo Provvisorio, stipulato nel 2018 con Pechino, che dà al Papa potere di veto sulla nomina dei vescovi cinesi. Un accordo che tenta di risolvere le questioni spinose tra le due parti. In Cina per decenni hanno convissuto la Chiesa cattolica ufficiale, in accordo con quelle che Xi ha definito “teorie religiose socialiste con caratteristiche cinesi”, e quella “clandestina” che rimane fedele a Roma, spesso a rischio repressione (ad oggi sono ancora 20 i vescovi considerati “clandestini”). L’accordo è stato prorogato lo scorso ottobre malgrado le tensioni per l’arresto a inizio anno di Joseph Zen: ex vescovo di Hong Kong e sostenitore dei movimenti per la democrazia, proprio venerdì è stato condannato per aver gestito un fondo di difesa per i manifestanti antigovernativi arrestati durante le proteste degli ultimi anni.
Ex allenatore della nazionale cinese indagato per corruzione
“Gravi violazioni della legge”. È il motivo di un’indagine avviata da un’autorità di vigilanza anticorruzione cinese su Li Tie, ex centrocampista dell’Everton (società calcistica di Liverpool) ed ex allenatore della nazionale cinese. Il comunicato, reso pubblico lo scorso sabato, ha riferito che anche l’Amministrazione generale dello sport sta contribuendo all’indagine, pur non specificando i suoi presunti reati. Li, 45 anni, è uno dei giocatori più forti del paese ed era diventato coach del China Association Football team nel 2020, a due mesi dalle dimissioni di Marcello Lippi. Il suo incarico è terminato lo scorso dicembre, in seguito alle crescenti critiche per le prestazioni della squadra nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo 2022. La Cina non si qualifica ai Mondiali da suo esordio nel 2002
Sempre più pensionati cinesi vogliono diventare virali
In Cina c’è una nuova generazione di anziani con più disponibilità economica e meno nipoti che condivide sulle piattaforme social la propria vita quotidiana. Sempre più pensionati si dedicano allo streaming alla ricerca di compagnia o di notorietà, come le Glamma Beijing, quattro influencer sessantenni in pensione che condividono consigli di stile e di vita quotidiana. Il gruppo vanta oltre due milioni di follower e guadagna oltre 115.000 dollari dalla pubblicità e dalle commissioni di vendita. “I tempi stanno cambiando”, sostiene Lin Wei, 67 anni, ex infermiera e membro di Glamma Beijing . “Dobbiamo stare al passo con la società e integrarci in essa”. Con oltre 260 milioni di abitanti di età superiore ai 60 anni, la Cina ha la più grande popolazione di anziani al mondo. Di questi, quasi la metà è online e cerca un’alternativa alle mansioni tradizionali che spettano agli anziani, come la cura della casa e delle future generazioni.
La Cina ristrutturerà il debito cubano
In nome di una “politica di amicizia a lungo termine”, la Cina ha accettato la ristrutturazione del debito “cinese” di Cuba. Come riportato dal South China Morning Post, la decisione è arrivata a seguito dell’incontro di venerdì tra Xi Jinping e il suo omologo cubano, il presidente Miguel Diaz-Canel, a Pechino. La Repubblica popolare è il secondo partner commerciale più importante de L’Avana (dopo il Venezuela), ma negli ultimi anni il peso del debito estero cubano – sommato alle sanzioni statunitensi, alla pandemia e alle inefficienze interne – ha causato un rallentamento sia del commercio che degli investimenti cinesi nel paese. Il vice primo ministro e ministro dell’Economia cubano, Alejandro Gil, ha dichiarato che la Cina ha anche donato a Cuba 100 milioni di dollari per aiutare L’Avana ad affrontare la carenza di beni di prima necessità e la crisi energetica.
Macao: rinnovate le licenze ai 6 storici casinò
I sei storici grandi gruppi di casinò di Macao possono tirare un sospiro di sollievo: per i prossimi 10 anni il gioco d’azzardo della città passerà sempre dalle loro mani. La regione amministrativa speciale cinese ha infatti rinnovato le licenze decennali (in vigore dall’inizio del 2023) di Sands China, Wynn Macau, Galaxy Entertainment, MGM China, Melco Resorts e SJM Holdings, come riportato da Straits Times. Le sei società erano insediate dalla malese Genting che, secondo i rumors, avrebbe potuto prendere il posto di una di loro e scombussolare un po’ tutta l’industria delle scommesse locale. Negli ultimi 20 anni, le sei società hanno investito complessivamente più di 50 miliardi di dollari nella città, diventata il più grande hub di gioco d’azzardo al mondo. La Cina, però, sta cercando di diversificare l’economia di Macao. Da settembre 2021 sono entrate in vigore delle nuove norme che rafforzano il controllo del governo di Pechino sulla città, e tra i requisiti per concedere le nuove licenze rientrava anche l’impegno a investire in progetti diversi da quelli riguardanti i casinò.
Corea del Sud: nuovo sciopero dei camionisti
Da giovedì è iniziato un grande sciopero dei camionisti in Corea del Sud, il secondo di questo tipo negli ultimi sei mesi. Da tempo, infatti, gli autotrasportatori del paese chiedono migliori condizioni salariali (una retribuzione minima) e lavorative. Secondo quanto riportato da Reuters, lunedì il ministero dei Trasporti sudcoreano incontrerà il sindacato per un negoziato. “Siamo pronti a parlare delle richieste ragionevoli del sindacato dei camionisti in qualsiasi momento e faremo sforzi per risolvere i problemi”, si legge in una nota del ministero. Meno accomodante era stato invece il presidente Yoon Suk-yeol, che giovedì aveva minacciato l’emanazione di un ordine che – per legge – gli permetterebbe di porre fine allo sciopero, definito illegale. L’agitazione del numero uno del paese è conseguenza dei danni economici causati dall’interruzione delle catene di approvvigionamento, in particolare di combustibile per le industrie. È stato stimato che lo sciopero di giugno, durato otto giorni, sia costato alla Corea del Sud 1,2 miliardi di dollari tra produzione persa e consegne non soddisfatte.
Gli Stati Uniti vietano la vendita nel paese di apparecchiature delle cinesi Huawei e ZTE
Come riportato da Reuters, gli Stati Uniti hanno vietato l’approvazione di nuove apparecchiature di telecomunicazioni prodotte dalle cinesi Huawei e ZTE. Di fatto: ne hanno vietato la vendita nel paese. La decisione è stata presa dalla Commissione federale per le comunicazioni americana (FCC), un’agenzia governativa per il controllo del settore, giustificandola come una questione di “sicurezza nazionale”. La misura colpisce anche altre tre aziende cinesi: le società di sorveglianza Dahua Technology e Hikvision, e la società di telecomunicazioni Hytera. “Questa decisione non farà nulla per proteggere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ma farà molto per rendere più dannoso e più costoso [per gli americani] proteggere se stessi, le loro case, aziende e proprietà”, ha commentato Hikvision.
A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno; ha collaborato Michelle Cabula