In Cina e Asia – Taipei vuole riaprire dialogo con Pechino

In by Simone

I titoli della rassegna di oggi:

– Taipei vuole riaprire dialogo con Pechino
– La Cina combatte la bolla dell’immobiliare
– Giappone, un lavoratore su cinque rischia di morire per troppo lavoro
– India, minorenne jainista muore dopo digiuno religioso di 68 giorni
– Giornalista pakistano autore dello scoop su scontro tra governo e militari non può lasciare il paeseTaipei vuole riaprire dialogo con Pechino

Lunedì 11 ottobre la presidentessa di Taiwan Tsai Ing-wen, nel tradizionale discorso alla nazione trasmesso in televisione, ha esortato Pechino a riprendere il dialogo bilaterale interrotto da oltre cinque anni, «nell’interesse della pace e dello sviluppo dei rapporti dello Stretto».
Tsai, presidentessa di Taiwan da oltre un anno dopo una vittoria schiacciante alle scorse elezioni di maggio, è considerata un’esponente «anti-Pechino» ferma, durante la campagna elettorale, sulla posizione che nega alla Cina continentale il cosiddetto «1992 consensus», cioè il principio caro a Pechino che descrive Taiwan come parte integrante di «un’unica Cina». Il Democratic Propgressive Party (Dpp) di Tsai tradizionalmente ha sempre combattuto per la piena indipendenza dell’isola.
La dichiarazione di Tsai è stata interpretata come un’apertura alla Cina continentale, che però, ufficialmente, considera Taiwan una sorta di provincia «temporaneamente ribelle».

La Cina combatte la bolla dell’immobiliare

Il rischio ciclicamente annunciato dell’imminente esplosione della bolla speculativa immobiliare in Cina sembra essere stato preso sul serio dalla dirigenza del Pcc che, riporta il Scmp, recentemente ha introdotto delle contromisure per tenere sotto controllo i prezzi delle case.
Le direttive, arrivate direttamente da Xi Jinping e Li Keqiang, con l’obiettivo di scoraggiare l’acquisto di nuove proprietà immobiliari da parte dei privati, prevedono aumenti fino al 70 per cento dell’acconto da versare al momento dell’accensione di un mutuo e il divieto di acquistare seconde o terze case esteso agli investitori. Tra le principali ragioni dell’aumento vertiginoso dei prezzi nel mercato immobiliare cinese persiste l’estrema facilità di accesso al credito bancario da parte di costruttori o compagnie di real estate, che potevano così acquistare terreni senza esporsi economicamente (usando il credito delle banche), drogando il mercato e risultando spesso insolventi, scaricando quindi il debito sulle casse dello stato.
Le misure, secondo gli analisti, sembrano aver avuto già effetti positivi, col mercato immobiliare nelle principali metropoli cinesi in fortissimo calo a pochi giorni dall’introduzione delle novità.

Giappone, un lavoratore su cinque rischia di morire per troppo lavoro

Lo dice un rapporto governativo contenuto nel primo «libro bianco» del karoshi, termine giapponese che indica la morte per lavoro. Secondo lo studio, basato su dati ricavati da compagnie giapponesi tra il dicembre del 2015 e il gennaio del 2016, oltre il 22 per cento dei lavoratori giapponesi accumula più di 80 ore di straordinario al mese: uno sforzo che aumenta il rischio di infarti, suicidi e che si aggiunge a livelli di stress sul posto di lavoro tra i più alti nelle economie sviluppate.

India, minorenne jainista muore dopo digiuno religioso di 68 giorni

Aradhana Samdariya, 13 anni, dopo un digiuno rituale di 68 giorni è morta la scorsa settimana ad Hyderabad, in Andhra Pradesh. La giovane, secondo le ricostruzioni della stampa, per oltre due mesi sarebbe sopravvissuta solo bevendo acqua bollita, seguendo le prescrizioni del digiuno rituale jainista. I genitori della ragazza, ricchi commercianti impegnati nel settore dei gioielli, sono indagati per omicidio colposo per negligenza, nonostante abbiano negato che la figlia avesse intrapreso il digiuno dietro pressioni esterne.
Tesi respinta da diversi attivisti locali, secondo cui il guru di famiglia avrebbe detto ai genitori della ragazza che se fosse riuscita a digiunare per 68 giorni il business dei gioielli quest’anno sarebbe andato a gonfie vele. Aradhana, che un anno fa aveva intrapreso un simile digiuno spirituale fermandosi però a 34 giorni, è morta due giorni dopo aver rotto il digiuno precisamente al 68esimo giorno.

Giornalista pakistano autore dello scoop su scontro tra governo e militari non può lasciare il paese

La scorsa settimana il quotidiano pakistano Dawn ha dato conto di uno scontro senza precedenti tra il governo civile di Islamabad e le alte cariche militari e dei servizi segreti di Rawalpindi. Secondo lo scoop, firmato da Cyril Almeida, il premier Nawaz Sharif avrebbe imposto all’esercito e ai servizi di combattere efficacemente le numerose sigle terroristiche islamiche autoctone, così da poter far uscire il paese dall’isolamento internazionale condotto con successo dall’India nelle ultime settimane. I rapporti torbidi tra militari, servizi e terroristi in Pakistan sono la principale ragione dell’instabilità del paese e della proliferazione del terrorismo in Asia meridionale.
Almeida, riporta il Guardian, questa mattina ha scoperto di essere tra i nominativi della «exit control list», la lista di persone che non possono lasciare il Pakistan.
Il pezzo di Almeida, per la prima volta, riporta l’implicita presa di coscienza del governo pakistano rispetto alla connivenza dei propri militari e servizi segreti con il terrorismo islamico locale, istanza che il Pakistan, ufficialmente, ha sempre negato.