In Cina e Asia – Sospetti terroristi uccisi in Xinjiang

In Notizie Brevi by Gabriele Battaglia

Il nostro briefing quotidiano sulle news da Cina e Asia: 

– Tre sospetti terroristi uccisi in Xinjiang
– La Cina minaccia gli Stati Uniti di ritorsioni se Trump imporrà tariffe protezionistiche
– Cina, verso crescita più rilassata
– Smog, Pechino istituisce un nuovo corpo di polizia
– Pronto missile intercontinentale: nuove minacce da Pyongyang contro gli Usa
– Monaco si immola a Seul in nome delle donne di confortoTre sospetti terroristi uccisi in Xinjiang

Tre uomini sospettati di terrorismo sono state uccise nella regione occidentale dello Xinjiang dopo aver cercato di resistere all’arresto delle forze di sicurezza. Secondo Xinhua, l’agenzia di stampa ufficiale cinese, i tre avevano con sé coltelli e un ordigno artigianale. Su di loro pendeva l’accusa di aver partecipato a un attacco nella località di Pishan, nella prefettura di Hotan nel 2014. Nessun altro dettaglio è stato diffuso dalle autorità cinesi. Negli ultimi anni la regione dello Xinjiang è stato teatro di violenti attacchi imputati da Pechino a un gruppo di separatisti islamici: l’ultimo di rilievo appena due settimane fa nella contea di Karakax. Pochi giorni dopo il segretario del Partito comunista della regione, Chen Quanguo, aveva ordinato un dispiego di forze senza precedenti per un’esercitazione antiterrorismo. Nell’ultimo anno, da quando è in carica, Chen, ex segretario del Tibet, ha poi licenziato funzionari pubblici accusati di negligenza. Sullo Xinjiang i riflettori sono tornati puntati in seguito all’attentato di Capodanno di Istanbul: nelle prime ore dopo l’attacco si è pensato che l’attentatore potesse provenire proprio dall’instabile regione al confine tra Cina e Pakistan.

La Cina minaccia gli Stati Uniti di ritorsioni se Trump imporrà tariffe protezionistiche

Sarebbero stati non meglio precisati alti funzionari cinesi ad avvertire gli Stati Uniti che Pechino è pronta a reagire se l’amministrazione entrante di Donald Trump imporrà nuove tariffe proibizionistiche anti cinesi. Il fatto risale allo scorso novembre ed emerge ora in un’intervista rilasciata a Financial Times da Penny Pritzker, la segretaria al Commercio uscente. I funzionari cinesi, subito dopo le elezioni Usa, avevano informato l’amministrazione Obama che sarebbero costretti a rispondere per le rime a qualsiasi misura adottata dalla nuova amministrazione, paventando l’ipotesi di una guerra commerciale «che danneggerebbe entrambi». Intento si apprende che nonostante le dichiarazioni di fuoco del futuro presidente, suo genero nonché consigliere Jared Kushner (marito di Ivanka) starebbe facendo una joint-venture con i cinesi di Anban per rinnovare una prestigiosa area immobiliare a Manhattan.

Cina, verso crescita più rilassata

La Cina starebbe progettando un nuovo approccio rilassato alla crescita economica. La cosiddetta «nuova normalità» potrebbe consistere nel prossimo futuro in tassi di crescita al di sotto del 6,5 per cento attuale, secondo indiscrezioni che arrivano dalla stanza dei bottoni. Una fonte riservata ha confidato a Bloomberg che i lider maximi del Paese si sarebbero riuniti a dicembre per stabilire che l’imperativo della crescita è secondario rispetto alla necessità di stabilità: l’accumulo di debito per alimentare le industrie dell’acciaio e del cemento fa vincere la battaglia a breve termine per la crescita, ma mina alle fondamenta l’espansione di lungo termine.

Smog, Pechino istituisce un nuovo corpo di polizia

Pechino istituisce una polizia per lo smog. Il nuovo corpo di polizia servirà a fermare, in particolare, i fuochi accesi illegalmente nella capitale. Il sindaco di Pechino Cai Qi ha annunciato linea dura sui barbecue all’aria aperta e roghi per lo smaltimento dell’immondizia, del legno e di altre biomasse. Cai ha anche annunciato il taglio del 30 per cento del’uso del carbone e la chiusura di 500 industrie altamente inquinanti.
 

Pronto missile intercontinentale: nuove minacce da Pyongyang contro gli Usa

La Corea del Nord è tornata a minacciare gli Stati Uniti. Questa volta, a pochi giorni dall’insediamento di Donald Trump alla presidenza americana, si rivolge al presidente eletto, annunciando di essere pronta a condurre un test missilistico intercontinentale «in ogni momento e in ogni luogo». Nel suo discorso di Capodanno, il leader nordcoreano Kim Jong-un ha dichiarato che il suo paese ha raggiunto lo «stadio finale» nella preparazione di un missile intercontinentale in grado di colpire gli Stati Uniti. Il giorno seguente, Donald Trump aveva affidato a un tweet il suo scetticismo: «non succederà!». Gli Usa dichiarano di essere comunque pronti a rispondere all’eventuale minaccia missilistica.

Immolazioni per le donne di conforto

La protesta per chiedere giustizia per le donne di conforto si mescola alle manifestazioni per chiedere le dimissioni della presidentessa Park Geun-hye. Un monaco si è dato fuoco accusando Park di tradimento e denunciando l’accordo del 2015 tra Tokyo e Seoul che riconosceva risarcimenti per le donne costrette a prostituirsi per le truppe imperiali durante la S Seconda Guerra Mondiale. Nei giorni scorsi il Giappone ha richiamato l’ambasciatore a Seul per protesta contro l’installazione di una statua che commemorativa delle comfort women, posizionata davanti al consolato di Busan.