Cina Europa centro-orientale

In Cina e Asia – La Cina corteggia l’Europa centro-orientale

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

I titoli di oggi:

  • La Cina corteggia l’Europa centro-orientale
  • La sicurezza nazionale prima di tutto
  • Nonostante la “bolla Covid”, Shanghai stenta a ripartire
  • Lo yuan digitale soppianterà il dollaro?
  • Hong Kong: ex DJ condannato a 40 mesi di reclusione per sedizione
  • Sri Lanka: la polizia spara contro i manifestanti

Huo Yuzhen, rappresentante speciale per la cooperazione tra Cina e Europa centro-orientale (CEEC), è in visita nella regione. Huo, ex ambasciatrice cinese nella Repubblica Ceca, è alla guida di una missione che nei prossimi giorni toccherà Slovacchia, Ungheria, Repubblica Ceca, Croazia, Slovenia, Estonia, Lettonia e Polonia. Si tratta della prima trasferta di un funzionario cinese nel quadrante dall’inizio della guerra sino-ucraina e, secondo la stampa statale, servirà a “chiarire i malintesi sulla posizione cinese in merito alla crisi ucraina”.

Ancora prima dell’offensiva di Mosca, i rapporti tra il gigante asiatico e i paesi CEEC erano entrati in una fase di tensione. Soprattutto dopo l’uscita della Lituania dalla piattaforma di dialogo “17+1”, decisione presa in seguito alle minacce ricevute da Vilnius per aver accordato con Taipei l’apertura di un ufficio di rappresentanza con il nome di Taiwan. La visita giunge anche in un momento non idilliaco per i rapporti con l’Ue a causa della mancata condanna cinese dell’invasione della Russia. A questo proposito non sembrano esserci ripensamenti.

Proprio ieri, incontrando  l’ambasciatore russo a Pechino, Andrey Denisov, il viceministro degli Esteri cinese Le Yucheng ha dichiarato che “indipendentemente dall’evoluzione della situazione internazionale, la Cina, come sempre, rafforzerà il coordinamento strategico con la parte russa per ottenere una cooperazione vantaggiosa per tutti e salvaguardare congiuntamente gli interessi comuni”. Fino a oggi Pechino ha mantenuto una linea piuttosto coerente, sebbene ci siano stati tentativi di edulcorare il messaggio. Tra le “colombe” troviamo l’ambasciatore negli Usa, Qin Gang, che in più occasioni ha invitato Washington al dialogo.

La sicurezza nazionale prima di tutto

A circa sei mesi dall’attesissimo Congresso del partito, la sicurezza nazionale ha monopolizzato l’agenda dei leader cinesi. E’ quanto si apprende da un recente meeting della Commissione per gli Affari politici e legali, a cui hanno preso parte il segretario generale Chen Yixin, alleato di Xi Jinping, e il capo del partito Guo Shengkun. I due funzionari hanno citato tra i principali rischi per la stabilità politica e sociale del paese le “forze esterne” e internet. La battaglia contro il contenimento esterno, l’egemonia, l’infiltrazione e la sovversione è “intensa e complicata”, ha avvertito Guo, che ha aggiunto il Covid e le incertezze economiche ai fattori da monitorare. Secondo gli esperti, il rimpasto politico del prossimo autunno potrebbe premiare Chen, dato per favorito a raccogliere l’eredità di Guo. 

Nonostante la “bolla Covid”, Shanghai stenta a ripartire 

La “bolla Covid“, lanciata dalla municipalità di Shanghai per permettere alle aziende di continuare le proprie attività nonostante il prolungato lockdown, non basta a tenere a regime la produzione. Lo scorso venerdì le autorità hanno rilasciato una lista di 666 aziende a cui è stato chiesto di riaprire per assicurare la stabilità delle forniture delle industrie strategiche, dai semiconduttori alle automobili.
Nella giornata di martedì Tesla ha richiamato gli operai in fabbrica, mentre  SAIC Motor sta studiando un piano per la ripresa delle attività.

Secondo diverse fonti, tuttavia, tornare alla normalità non è così semplice. Il problema è sempre la logistica: le scorte sono in esaurimento e mancano componenti essenziali per la produzione. E sebbene molte aziende abbiano chiesto ai lavoratori di dormire in fabbrica, “per il personale tecnico, che deve eseguire valutazioni di qualità o manutenzione di macchinari in altre parti della Cina, è ancora quasi impossibile spostarsi o viaggiare”.

Nel tentativo di facilitare il trasporto di materie prime, componenti, cibo e forniture essenziali tra le varie province è stato introdotto un pass che permette di convalidare il risultato dei tamponi senza attese. Un punto su cui si è espresso recentemente anche il braccio destro di Xi Jinping, il vicepremier Liu He. Ma per il Fmi le prospettive non sono ugualmente buone, tanto che la crescita per il 2022 potrebbe attestarsi al 4,4% anziché al 4,8% pronosticato in precedenza e al 5,5% fissato da Pechino.

Sul versante sanitario, invece, si intravedono progressi. Il numero dei casi di Covid è in diminuzione e soprattutto questa mattina è stato annunciato che nei distretti di Jinshan e Chongmin il bilancio ha raggiunto quota zero. Questo non vuol dire non ci siano stati nuovi positivi. Vuol dire semplicemente che le nuove infezioni sono state registrate tra i pazienti già in isolamento. Sono gli artifici numerici della strategia Zero Covid”. Secondo quanto riportava giorni fa la Reuters, proprio oggi scadeva la deadline imposta dal Pcc.

Lo yuan digitale soppianterà il dollaro?

Negli ultimi tempi, in particolare dopo l’imposizione delle sanzioni alla Russia, si è fatto un gran parlare dello yuan digitale e di un suo possibile utilizzo per aggirare il dollaro. Sull’argomento è tornato l’ex governatore della Banca centrale, Zhou Xiaochuan, che in occasione del Global  Finance Forum organizzato dalla Tsinghua, ha risposto ad alcuni dei quesiti più ricorrenti. Secondo Zhou, innanzitutto, l’e-CNY cinese “è progettato per la vendita al dettaglio, ovvero per convenienza della gente comune e dei commercianti, non per sostituire il dollaro USA. Quindi, anche se il governo cinese ora affidasse all’e-CNY il compito di sostituire il dollaro, la cosa non funzionerebbe. L’e-CNY non può essere facilmente utilizzato come arma militare.”. In secondo luogo il funzionario ha smentito la possibilità di rimpiazzare lo Swift,  la piattaforma belga di messaggistica che connette migliaia di istituzioni finanziare di tutto il mondo per i trasferimenti di denaro. Questo perché il surrogato cinese CIPS è “progettato per pagamenti transfrontalieri dominati dallo yuan. Il sistema supporta anche alcune altre valute tradizionali, ma finora non ci sono molte transazioni denominate in quelle valute.” Rimpiazzare lo Swift – dice l’esperto – è possibile ma costi e complicazioni vari rendono l’opzione poco praticabile ora come ora.

Hong Kong: ex DJ condannato a 40 mesi di reclusione per sedizione

Sconterà 40 mesi di carcere l’ex DJ/attivista radiofonico Tam Tak-chi, arrestato oltre un anno fa. Tam, che ha ricevuto stamani l’esito della sentenza, ha dovuto rispondere di oltre 11 capi d’accusa, ed è la prima persona dall’handover ad essere condannato ai sensi della legge antisedizione di epoca coloniale.

Sri Lanka: la polizia spara contro i manifestanti

Dopo giorni di accese proteste, dallo Sri Lanka arriva notizia delle prime vittime. Nella giornata di ieri, nella città di Rambukkana, non lontano dalla capitale Colombo, le forze dell’ordine hanno sparato contro i manifestanti che bloccavano la linea ferroviaria per contestare il governo dei fratelli Rajapaksa. Il bilancio è di almeno un morto e 12 feriti gravi. Non è chiaro perché la polizia abbia reagito col fuoco a quella che è stata descritta dai media come una mobilitazione pacifica. Da mesi la crisi economica, esacerbata dal Covid, sta mettendo sotto pressione la popolazione, che chiede le dimissioni del presidente  Gotabaya Rajapaksa. Diverse persone sono morte nelle lunghe file davanti ai distributori di benzina. I cittadini hanno dovuto affrontare settimane di carenza di cibo e medicine, inflazione insostenibile e blackout giornalieri di 13 ore. Pochi giorni fa il ministero delle Finanze ha dichiarato il default e lo stop al rimborso del debito estero. Negoziati sono in corso con il Fmi, India e Cina, che per il momento però ha annunciato solo l’invio di aiuti umanitari.

A cura di Alessandra Colarizi