consolato cinese Odessa

In Cina e Asia – Consolato cinese a Odessa danneggiato da un bombardamento russo

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Ucraina: consolato cinese danneggiato a seguito di un bombardamento russo su Odessa
  • Xi e Kissinger, due “vecchi amici” a Pechino
  • Cina: pubblicato piano in 31 punti per sostenere le imprese private
  • Anche l’ambasciatore americano in Cina Nicolas Burns tra le vittime degli hacker cinesi
  • La Malaysia punta sull’industria dell’auto elettrica: Tesla apre una sede nel paese
  • TSMC rinvia al 2025 l’apertura della fabbrica in Arizona
  • Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone si incontrano per discutere di sicurezza nucleare
  • Thailandia: il Pheu Thai è il nuovo leader della coalizione che proverà a formare il governo
  • Boom di turisti in Giappone
Ucraina: consolato cinese danneggiato a seguito di un bombardamento russo su Odessa

Un edificio del consolato cinese a Odessa, in Ucraina, è stato danneggiato giovedì da un bombardamento russo. Lo ha riportato l’agenzia Reuters, che ha citato un post su Telegram del governatore della regione ucraina di Odessa, Oleh Kiper. I danni sarebbero di lieve entità: una foto pubblicata da Kiper mostra l’edificio con le finestre rotte. Il ministero degli Esteri cinese ha dichiarato che non ci sono stati feriti. A partire da lunedì, quando la Russia si è rifiutata di rinnovare l’accordo sul grano, Mosca ha iniziato a bombardare regolarmente con droni e missili le città portuali ucraine sul mar Nero. Mercoledì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che 60 mila tonnellate di prodotti agricoli destinati alla Cina sono andati distrutti in uno di questi bombardamenti. Ciò “dimostra che gli attacchi russi non hanno come obiettivo solo l’Ucraina” ma colpiscono anche i prodotti destinati ai “consumatori di Africa e Asia”, ha detto Zelensky.

Intanto, giovedì Cina e Russia hanno iniziato delle esercitazioni militari (navali e aeree) congiunte nel mar del Giappone. Interpellato sul rapporto tra Mosca e Pechino, il capo dei servizi segreti britannici (MI6), Richard Moore, ha detto a Politico che la Cina è “assolutamente complice” dell’invasione della Russia in Ucraina per il “supporto diplomatico” fornito al regime di Putin. Moore ha inoltre sostenuto che la Repubblica popolare ha delle “responsabilità” anche riguardo la guerra civile in Myanmar, in quanto “principale sostenitrice” della giunta militare.

Xi e Kissinger, due “vecchi amici” a Pechino

Impossibile dimenticarsi dei “vecchi amici”. Almeno secondo quanto detto da Xi Jinping a Henry Kissinger durante l’incontro tenutosi ieri a Pechino. Il leader cinese ha detto che “le relazioni sino-statunitensi saranno sempre legate al nome di Henry Kissinger”, riferendosi al suo ruolo fondamentale nella normalizzazione dei legami tra Pechino e Washington negli anni Settanta. Nei giorni scorsi l’ex segretario di stato Usa ha incontrato il ministro della Difesa cinese Li Shangfu, sotto sanzioni degli Usa dal 2018 per l’acquisto di armi dalla Russia. Come spiegato direttamente dal Dipartimento di Stato americano, quello nella capitale cinese è un “viaggio privato” per comprendere meglio il pensiero della leadership cinese. Secondo Xi la chiave per riavvicinare i due paesi e permettere la crescita di entrambi è seguire i principi di “rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per tutti”.

La visita dell’ex diplomatico statunitense si è sovrapposta al viaggio nella capitale cinese dell’inviato Usa per il clima John Kerry, e giunge a pochi giorni da quella della segretaria del Tesoro Janet Yellen. La tempistica ha sollevato dubbi sul fatto che agisse per promuovere la riapertura dei dialoghi tra le due potenze, ma le fonti del South China Morning Post sostengono che Kissinger avesse pianificato il tutto già da circa due mesi.

Cina: pubblicato piano in 31 punti per sostenere le imprese private

Il Comitato centrale del Partito comunista cinese e il Consiglio di Stato hanno pubblicato un piano d’azione in 31 punti per sostenere il settore privato. Secondo il South China Morning Post, si tratta “forse del messaggio più forte di sempre” di Pechino alle imprese private. Come riportato da Trivium China, il documento è stato approvato in una riunione del più alto organo di policy-making del Pcc, la Commissione centrale per l’approfondimento delle riforme (CCCDR). Nei suoi punti principali, il piano prevede di rimuovere le barriere all’ingresso dei mercati, la parità di trattamento tra imprese private e statali, un più facile accesso ai finanziamenti e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale. Restano alcuni dubbi su come verrà implementato il piano e sul reale impatto dei propositi fissati dal governo. “La Cina deve affrontare i tre problemi fondamentali delle aziende private: la loro mancanza di capitale, fiducia e resistenza”, ha detto Tian Xuan della Tsinghua University al South China Morning Post.

Si tratta comunque di un nuovo segnale dell’inversione di marcia del governo dopo la lunga fase di repressione delle imprese non statali. Il settore privato rappresenta oltre il 60% del Pil e l’80% della forza lavoro urbana: con questo piano Pechino mira dunque a stabilizzare la sua economia, dopo che la crescita è stata sotto le attese nell’ultimo trimestre. Il documento è stato accolto con favore da diversi imprenditori, tra cui Pony Ma Huateng, fondatore e presidente di Tencent. Nel frattempo, Xie Feng, ambasciatore cinese negli Stati Uniti, ha dichiarato all’Aspen Security Forum che la Cina “non può rimanere in silenzio” e “risponderà” di fronte alle sanzioni e ai controlli alle esportazioni di tecnologia da parte di Washington.

Anche l’ambasciatore americano in Cina Nicolas Burns tra le vittime degli hacker cinesi

Ci sono anche gli account dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Cina, Nicolas Burns, e dell’assistente segretario di Stato americano per l’Asia orientale, Daniel Kritenbrink, tra i profili di posta elettronica Microsoft violati da hacker cinesi. Si ritiene che l’attacco informatico, reso noto la scorsa settimana, abbia compromesso centinaia di migliaia di mail di componenti del governo statunitense. Secondo il Wall Street Journal, Burns e Kritenbrink rappresentano i due più alti funzionari del Dipartimento di Stato americano a essere stati colpiti. Nonostante non siano state violate mail classificate come “riservate”, gli hacker avrebbero avuto accesso a conversazioni legate alla politica interna americana e alla pianificazione delle visite in Cina dei funzionari di Washington.

La Malaysia punta sull’industria dell’auto elettrica: Tesla apre una sede nel paese

Tesla sbarca in Malaysia. Giovedì il colosso delle auto elettriche fondato da Elon Musk ha annunciato che aprirà una sede centrale e un Service Center a Cyberjaya, nello Stato di Selangor, che ospita già diverse case automobilistiche e impianti di assemblaggio di veicoli di aziende come Toyota e Honda. Come riportato dal Nikkei Asia, le nuove aperture rientrano nel piano BEV (Battery Electic Vehicle), un programma lanciato a marzo dal governo del primo ministro Anwar Ibrahim per attirare i produttori del settore. La Malaysia ospita la terza maggior industria automobilistica del Sud-Est asiatico dopo Thailandia e Indonesia, e punta a crescere. Anche la cinese Geely – secondo maggior azionista di Proton, il marchio nazionale malaysiano – ha dichiarato di voler investire 10 miliardi di dollari nel paese.

TSMC rinvia al 2025 l’apertura della fabbrica in Arizona

La Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) ha dichiarato che rinvierà al 2025 l’inizio della produzione di massa presso il suo impianto in Arizona a causa delle carenza di lavoratori e tecnici qualificati. Il presidente Mark Liu ha fatto sapere che la società, dominatrice del comparto di fabbricazione e assemblaggio dei semiconduttori, sta entrando in una fase critica: viste le difficoltà nella gestione e nella installazione di alcune delle “attrezzature più avanzate” nello stabilimento, bisognerà posticipare l’inizio della produzione a pieno ritmo prevista per la fine del prossimo anno. Per ora si stanno inviando tecnici esperti da Taiwan per compensare i ritardi. Nelle scorse ore TSMC ha nuovamente rivisto al ribasso le previsioni per il 2023. A causa della lenta ripresa della Repubblica popolare cinese e le incertezze macroeconomiche, ad aprile aveva ridotto l’obiettivo di fatturato da una “lieve crescita” a “una cifra medio-bassa”. Ora ci si aspetta un calo del 10% del fatturato, che nel trimestre aprile-giugno ha raggiunto i 480 miliardi di dollari di Taiwan, la cifra più bassa dell’ultimo anno e mezzo.

Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone si incontrano per discutere di sicurezza nucleare

Giovedì i funzionari di Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone (rispettivamente Kim Gunn, rappresentante speciale sudcoreano per gli affari di pace e sicurezza della penisola coreana, e le sue controparti Sung Kim e Takehiro Funakoshi) si sono incontrati per discutere come “contrastare efficacemente” le provocazioni della Corea del Nord. Il meeting si è tenuto il giorno dopo il lancio da parte di Pyongyang di due missili balistici a corto raggio nel mare tra Corea del Sud e Giappone. Martedì (oltre al caso della diserzione di un soldato americano in Corea del Nord) le tensioni erano aumentate a seguito dell’attracco di un sottomarino americano a capacità nucleare, lo USS Kentucky, nel porto sudcoreano di Busan: il primo evento simile in 42 anni. Il ministero della Difesa della Corea del Nord ha dichiarato che la visita del sottomarino rappresenta “la minaccia nucleare più palese e diretta” per Pyongyang, mentre il Pentagono ha affermato che si tratta di una risposta “all’escalation e al comportamento pericoloso” del regime nordcoreano. Il rapporto di sicurezza tra Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone si sta facendo sempre più stretto. Secondo fonti Yonhap, il prossimo 18 agosto il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, il presidente americano Joe Biden e il primo ministro giapponese Fumio Kishida si incontreranno per un vertice negli Stati Uniti a Camp David, vicino Washington.

Thailandia: il Pheu Thai è il nuovo leader della coalizione che proverà a formare il governo

Il Move Forward, il partito che ha vinto le elezioni thailandesi di maggio, ha lasciato la leadership della coalizione che proverà a formare il nuovo governo al secondo partito più grande dell’alleanza, il Pheu Thai. Lo ha dichiarato il segretario generale degli arancioni, Chaitawat Tulathon. Il Move Forward resterà nella coalizione a patto che il Pheu Thai non cerchi di formare un governo con i due partiti dei militari, il Palang Pracharath Party e lo United Thai Nation. Secondo il Thai Enquirer, i vertici del Pheu Thai stanno inoltre chiedendo al Move Forward di abbandonare il proposito di emendare la legge sulla lesa maestà, così da poter far entrare nella coalizione anche altri partiti. Non è ancora stato annunciato, ma il candidato premier del Pheu Thai potrebbe essere Srettha Thavisin, magnate dell’immobiliare thailandese e figura ritenuta più accettabile dall’establishment conservatore. La decisione del Move Forward di cedere il passo al suo alleato è arrivata dopo il doppio fallimento nella nomina a primo ministro del suo leader, Pita Limjaroenrat. La prossima votazione parlamentare per l’elezione del premier si terrà il 27 luglio. Ma intanto i sostenitori di Pita e del Move Forward hanno organizzato una serie di manifestazioni a Bangkok per venerdì e domenica.

Boom di turisti in Giappone

Dal ripristino dello scorso ottobre dell’esenzione del visto per molti paesi, e soprattutto con l’eliminazione delle restanti limitazioni anti Covid a maggio scorso, il settore turistico è tornato a fiorire in Giappone. Secondo i dati rilasciati dalla Organizzazione nazionale del turismo giapponese (JNTO), nel mese di giugno i visitatori in entrata nel paese sono saliti a 2,07 milioni, superando per la prima volta da febbraio 2020 la soglia dei 2 milioni. Alcuni commercianti del quartiere dello shopping Ginza a Tokyo hanno detto a Reuters che le vendite sono crollate del 70% durante la pandemia. Ma ora “gli affari nei nostri negozi sono tornati a crescere o sono addirittura migliorati”. Ad attrarre i turisti anche la debolezza dello yen, che ha reso le vacanze le più economiche degli ultimi decenni.

A cura di Francesco Mattogno e Vittoria Mazzieri