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In Cina e Asia – Xi vuole maggiore stabilità in Asia centrale  

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:
  • Xi vuole maggiore stabilità in Asia centrale  
  • Ambasciata taiwanese negli Usa ospita 60 deputati stranieri
  • Cina: il premier riafferma il sostegno all’economia mentre cala il turismo
  • Vice-ministro degli Esteri russo è il nuovo ambasciatore in Cina
  • La Cina rilancia le ferrovie in Mongolia e Nepal
  • Sotto Marcos aumentano le proteste anticinesi
  • Corea del Nord: sui manifesti spuntano missili nucleari
La sicurezza innanzitutto. Alla vigilia dell’attesa visita di Xi Jinping in Asia centrale, il presidente cinese ha messo in chiaro quali saranno i temi in cima all’agenda. Secondo l’emittente di stato CCTV, il leader – che è arrivato oggi in Kazakistan e presenzierà al vertice della Shanghai Cooperation Organization (SCO) in Uzbekistan – ha scritto in un articolo per la stampa kazaka che la Cina vuole “approfondire la cooperazione in materia di applicazione della legge, sicurezza e difesa”. Un messaggio analogo è comparso sui media uzbeki, in cui Xi ha fatto esplicito riferimento alla complicata situazione in Afghanistan. Pechino considera l’Asia centrale cruciale per il mantenimento della stabilità nella confinante regione cinese del Xinjiang, nonché per legittimare le controverse politiche etniche contestate dall’Occidente.
La trasferta, la prima all’estero del presidente cinese dall’inizio del Covid, dovrebbe inoltre includere un incontro tra Xi e Putin. Notizia per ora non confermata dalle autorità cinesi, ma che invece il Cremlino  ha ampiamente discusso con la stampa. Secondo Yuri Ushakov, i due vecchi amici discuteranno “i principali topic internazionali”, comprese la guerra in Ucraina e la questione taiwanese
Ambasciata taiwanese negli Usa ospita 60 deputati stranieri

La (pseudo) ambasciata taiwanese a Washington ha tenuto ieri un incontro con una sessantina di deputati dell’Inter-Parliamentary Alliance on China (IPAC), la sigla che riunisce parlamentari di vari paesi accomunati dalla missione di contrastare le violazioni dei diritti umani in Cina. L’intento dell’ufficio di rappresentanza taiwanese è quello di ottenere il sostegno internazionale davanti al pressing militare di Pechino – eventualmente anche per l’imposizione di sanzioni contro Pechino. Proprio ieri la Reuters aveva riportato in esclusiva la notizia di consultazioni in corso alla Casa Bianca per una possibile attuazione di ritorsioni preventive per scongiurare un’invasione cinese di Taiwan. Taipei starebbe inoltre cercando di convincere l’Ue a valutare misure analoghe in caso di un attacco. Per ora il blocco dei 27 ha mostrato maggiore prudenza rispetto agli Stati uniti. Tanto che, secondo Politico, il capo dell’European Union Intelligence and Situation Centre, atteso sull’isola a ottobre, avrebbe cancellato la visita.

I deputati dell’IPAC hanno inoltre presenziato a un incontro bipartisan sui diritti umani organizzato dai senatori americani Marco Rubio e Bob Menendez. Affermando di non aver “mai visto un periodo più difficile per gli Stati Uniti” in 30 anni, Menendez ha dichiarato che oggi il mondo non si trova a scegliere “tra Stati Uniti e Cina o tra Occidente e Cina”, ma piuttosto a decidere “in che tipo di mondo vuoi vivere”.
Cina: il premier riafferma il sostegno all’economia mentre cala il turismo
Il primo ministro cinese Li Keqiang si è impegnato a sostenere l’economia cinese attraverso politiche che stimolino la domanda interna. Ma i continui lockdown dettati dalla “politica zero-Covid” hanno avuto un grande impatto sulla tenuta del tessuto economico. A pochi giorni dalla Festa di Metà Autunno  la Cina ha registrato una diminuzione del 22,8% delle entrate del settore turistico. In una riunione del Consiglio di Stato tenutasi l’8 settembre scorso, Li ha affermato che è necessario puntare sui consumi come motore per la crescita economica nazionale, e ha dichiarato che la Cina “adotterà molteplici misure per stabilizzare crescita, occupazione e prezzi”. In occasione del Festival di Metà Autunno, tuttavia, il governo aveva esortato i cittadini e le cittadine cinesi a limitare i viaggi, per evitare la diffusione dei contagi da Covid-19. Secondo il Ministero della Cultura e del Turismo, il numero di viaggi turistici in occasione di questa celebrazione è sceso del 16,7% rispetto all’anno precedente, e i guadagni del turismo sono crollati del 22,8% a 28,68 miliardi di yuan (5,78 miliardi di dollari). Si tratta della riprova che l’economia cinese sta subendo diverse pressioni negli ultimi mesi. Secondo un sondaggio di Bloomberg, è prevista una crescita del 3,5% quest’anno, molto al di sotto dell’obiettivo ufficiale del 5,5% circa fissato all’inizio del 2022.
Vice-ministro degli Esteri russo è il nuovo ambasciatore in Cina
Il presidente russo Vladimir Putin ha nominato il vice-ministro degli Esteri Igor Morgulov ambasciatore in Cina. Secondo gli osservatori questa nomina esprime l’apprezzamento da parte di Mosca delle relazioni con Pechino, che dal canto suo “è disposta a collaborare con la Russia per attuare lo spirito di cooperazione strategica (…) tra i due paesi”, secondo il capo degli Affari esteri del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Tra il 15 e il 16 settembre il presidente cinese Xi Jinping incontrerà Vladimir Putin in Uzbekistan nell’ambito della Shanghai Cooperation Organization. È la prima volta che i leader dei due paesi si incontrano di persona da quando è iniziato l’offensiva russa in Ucraina a febbraio. A qualche giorno dal summit, Yang Jiechi ha sottolineato che “sotto la guida strategica del presidente Xi Jinping e del presidente Vladimir Putin, le relazioni tra i due paesi sono sempre andate avanti sulla strada giusta”. Secondo il rappresentante cinese, sarà l’occasione per pensare allo sviluppo di un ordine internazionale più “giusto e razionale”.
La Cina rilancia le ferrovie in Mongolia e Nepal
Dopo due giorni in Mongolia, Li Zhanshu, membro del potente comitato permanente del politburo, è arrivato lunedì in Nepal. Lo stato himalayano viene considerato da Pechino uno “stato cuscinetto” nella competizione regionale con Nuova Delhi. Solo pochi giorni fa il SCMP analizzava lo stato dei progetti infrastrutturali cinesi nel paese, mettendo in evidenza le difficoltà incontrate nella costruzione dell’ambiziosa ferrovia che dovrebbe collegare Kathmandu a Shigatse, in Tibet. Di connettività su rotaia si era parlato anche in Mongolia, dove la Cina ha ultimato una linea ferroviaria che permetterà di importare 50 milioni di carbone mongolo all’anno.
Sotto Marcos aumentano le proteste anticinesi
A Manila continuano le proteste diplomatiche contro Pechino e le sue “incursioni” nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale. A soli 70 giorni dall’insediamento del controverso presidente Ferdinand Marcos Jr, il governo delle Filippine ha presentato 52 proteste contro la Cina, accusata di mantenere una “presenza illegale” in un’area ricca di risorse sottomarine e crocevia del commercio regionale. Le annose dispute nelle acque del Mar Cinese Meridionale vedono confrontarsi la Cina con diversi paesi del Sudest asiatico, ma le Filippine stanno attraversando una contingenza storica particolare. Il presidente Marcos, sulla scia del suo predecessore, si era impegnato a mantenere un legame pacifico con Pechino e una postura di apertura che favorisse i colloqui sulla gestione di risorse come petrolio e gas. D’altra parte, aveva anche assicurato alla popolazione che non avrebbe ceduto ad alcuna pressione straniera e che avrebbe mantenuto salda l’alleanza militare tra Manila e Washington. Le proteste diplomatiche hanno riguardato anche la pesca illegale, la presenza di “sciami” di navi cinesi, le molestie ai pescatori e alle forze dell’ordine.
Corea del Nord: sui manifesti spuntano missili nucleari
La Corea del Nord sfoggia nuovi manifesti di propaganda che raffigurano missili a punta nucleare. La scorsa settimana, infatti, Pyongyang ha stabilito per legge il diritto di ricorrere ad attacchi nucleari preventivi, e ha voluto celebrare le politiche di difesa di Kim Jong-Un glorificando le imprese nucleari del paese. L’agenzia di stampa statale KCNA ha affermato che i manifesti sottolineano la necessità di “rendere più potenti le forze armate del paese dando la massima priorità alla costruzione della capacità di difesa nazionale”. È la prima volta in cinque anni che la Corea del Nord ricorre a manifesti simili. L’ultima volta, nel 2018, erano stati rimossi in occasione dei vertici con l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Quest’anno, la Corea del Nord ha ripreso a testare missili balistici intercontinentali per la prima volta dal 2017.
A cura di Agnese Ranaldi e Alessandra Colarizi