classe media

In Cina e Asia – Cina, almeno 500 milioni i cittadini di “classe media”

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Cina, aumenta la pena per i casi di corruzione
  • Cina, almeno 500 milioni i cittadini di “classe media”
  • “Due sessioni”: il premier cinese non terrà conferenza stampa per la prima volta dal ’93
  • Crisi immobiliare, imprenditrice arrestata dopo aver chiesto al governo di Shuicheng di saldare il suo debito
  • La banca centrale cinese alza il tetto sui pagamenti mobili concessi agli stranieri
  • Shehbaz Sharif è il nuovo primo ministro del Pakistan
  • Corea del Sud, lo sciopero dei medici entra nella terza settimana
  • Dall’Australia 26 milioni di dollari per l’Asean
Cina, almeno 500 milioni i cittadini di “classe media”

I cittadini cinesi con reddito medio hanno superato la soglia delle 500 milioni di unità, circa un terzo dell’intera popolazione della Repubblica popolare. L’annuncio è arrivato tramite il media statale Economic Daily, che ha parlato di quella che l’economista americano W. Rostow chiama “una fase di elevato consumo di massa” dove ”il mercato cinese ha un enorme potenziale di sviluppo e un’attrazione globale”. La pubblicazione arriva in un momento delicato per l’economia cinese, che sta affrontando una crisi degli investimenti nell’immobiliare e cerca di risvegliare la crescita economica puntando sui consumi interni.

“Due sessioni”: il premier cinese non terrà conferenza stampa per la prima volta dal ’93

In Cina si sono aperti stamani i lavori per le cosiddette “due sessioni”, la plenaria che riunisce il parlamento e il principale organo consultivo della Repubblica popolare. L’evento di norma fa da sfondo ad annunci su misure economiche per l’anno in corso, budget della difesa e nomine politiche. Ma se in passato è stata un’occasione per fare chiarezza sulle dinamiche interne a Zhongnanhai, il Cremlino cinese, quest’anno potrebbe non essere così. Per la prima volta dal 1993 infatti il premier non terrà alcuna conferenza stampa. Secondo quanto annunciato stamani, saranno altri funzionari del Consiglio di Stato a interfacciarsi con i media. Un segnale non troppo rassicurante a pochi giorni da un controverso emendamento alla legge sui segreti di stato e mentre nel comparto militare continuano a rotolare teste. Il primo ministro presenterà comunque il “rapporto sul lavoro” nella giornata di martedì. Non è la prima volta che l’amministrazione Xi Jinping infrange le regole consuetudinarie osservate dai predecessori. Ha fatto molto discutere l’inusuale posticipazione del terzo plenum del Pcc, atteso nell’autunno scorso, che solitamente coincide con il rilascio di importanti provvedimenti economici e l’ufficializzazione delle cariche a livello di Comitato centrale. Non è più così scontato che le “due sessioni” basteranno a fare luce sulla sorte degli ex ministri di Esteri e Difesa, rimossi mesi fa senza spiegazione dai loro incarichi.

Cina, aumenta la pena per i casi di corruzione

Venerdì 1 marzo è entrato in vigore un nuovo emendamento alla legge che penalizza il crimine della corruzione. Ora i rappresentanti di aziende o altri enti giudicati colpevoli di aver pagato tangenti rischiano dieci anni di carcere, anziché i cinque previsti in precedenza. Nei casi più gravi si potrà arrivare all’ergastolo o alla confisca delle proprietà intestate alla persona accusata.. Si tratta di un ulteriore passo verso l’applicazione di misure sempre più rigide sia nei confronti di chi offre del denaro, sia di chi lo accetta.

Crisi immobiliare, imprenditrice arrestata dopo aver chiesto al governo di Shuicheng di saldare il suo debito

Ma Yijiayi, un’imprenditrice edile del Guizhou, è stata arrestata dalle autorità della contea di Shuicheng per aver “creato problemi” dopo aver chiesto indietro i suoi soldi. Come riportato da Caixin, il governo di Shuicheng doveva all’azienda di Ma 220 milioni di yuan (circa 28 milioni di euro) per aver costruito case, hotel e resort in dieci progetti immobiliari ma, a causa dell’elevato debito locale, avrebbe offerto alla società solo 12 milioni di yuan. A quel punto la donna avrebbe rifiutato cercando di fare pressioni per ottenere la cifra originaria e finendo arrestata insieme ad altre dieci persone che la stavano aiutando. Le autorità di Shuicheng hanno smentito questa ricostruzione e accusato Ma di aver compiuto atti illeciti per ricevere pagamenti “controversi”. La vicenda ha attirato l’attenzione perché, in un momento in cui la Cina sta cercando di ripristinare la fiducia nei propri mercati, sembra gettare un ombra sul trattamento che i governi locali riservano alle aziende private, oltre che confermare il grande indebitamento dovuto alla crisi immobiliare. La provincia del Guizhou ha detto che aprirà un’indagine per assicurare il rispetto dei diritti degli imprenditori.

La banca centrale cinese alza il tetto sui pagamenti mobili concessi agli stranieri

La banca centrale cinese ha annunciato che alzerà il tetto massimo giornaliero e annuale sui pagamenti mobili concessi agli stranieri, aumentandoli rispettivamente da mille a 5 mila dollari e da 10 mila a 50 mila dollari. Come riportato dal South China Morning Post, la banca centrale ha inoltre incoraggiato hotel, ristoranti, negozi, tassisti e in generale tutti i lavoratori del settore del turismo ad accettare anche i contanti e le carte di credito. In Cina si paga ormai tutto tramite smartphone, ed è una condizione che in alcuni casi può rappresentare un ostacolo per i turisti stranieri, abituati ancora ai vecchi sistemi di pagamento. Con questa misura, Pechino spera dunque di aumentare le entrate generate dal turismo.

Shehbaz Sharif è il nuovo primo ministro del Pakistan

A quasi un mese dalle elezioni dello scorso 8 febbraio, e dopo settimane di negoziazioni, il Pakistan ha un nuovo primo ministro. Domenica Shehbaz Sharif della Lega Musulmana del Pakistan-Nawaz (PML-N) è stato nominato premier dall’Assemblea Nazionale, la camera pakistana, con 201 preferenze contro le 92 di Omar Ayub Khan, il candidato sostenuto dal Movimento per la giustizia del Pakistan (PTI), il partito di Imran Khan. Per Shehbaz si tratta del secondo mandato da primo ministro: il fratello minore di Nawaz Sharif, leader del PML-N, aveva già rivestito la carica tra aprile del 2022 (subentrando a Khan) e agosto del 2023, quando poi aveva lasciato il posto al governo ad interim che ha traghettato il paese fino alle elezioni. Nonostante l’appoggio al PML-N, il Partito Popolare Pakistano (PPP) dei Bhutto-Zardari non esprimerà nessun esponente del governo. Si tratta di una mossa strategica per lasciare tutto il peso dell’esecutivo nelle mani di Shehbaz e del suo partito, che dovranno guidare un paese in grave crisi economica e politica. Il PTI promette battaglia sia in parlamento che per le strade: anche questo sabato, come riportato dal Nikkei, il partito di Khan ha organizzato una serie di manifestazioni per denunciare i brogli elettorali.

Corea del Sud, lo sciopero dei medici entra nella terza settimana

Il 1° marzo è passato, e a poco è servito l’ultimatum del governo sudcoreano sulla sospensione delle licenze. Domenica 3 marzo i medici sono scesi in piazza per chiedere al governo di rivalutare l’allargamento dei posti presso le facoltà di medicina, citando i potenziali danni sulla qualità dei servizi sanitari. La manifestazione avrebbe portato a Seul oltre 30 mila persone, sostiene la Korean Medical Association (KMA), l’associazione di categoria alla guida della protesta. Lo sciopero sta mettendo in ginocchio la sanità del paese, con almeno il 70% degli specializzandi assenti.

Dall’Australia 26 milioni di dollari per l’Asean

L’Australia spenderà 40 milioni di dollari australiani (26 milioni di dollari) per rafforzare i partenariati marittimi nell’Asia-Pacifico così da migliorare la sicurezza e la prosperità dei paesi regionali. Lo ha annunciato lunedì 4 marzo il ministro degli Esteri australiano Penny Wong accogliendo a Melbourne gli stati membri dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN).  Wong ha esortato a “coltivare e proteggere le regole concordate, sostenere il diritto internazionale, prevenire i conflitti e costruire una fiducia strategica”. Oltre al cambiamento climatico, l’agenda del vertice è in buona parte precettata dai contenziosi territoriali con la Cina. Lunedì il ministro degli Esteri filippino Enrique Manalo ha esortato i vicini regionali a restare uniti nel sostenere lo stato di diritto nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale.

A cura di Sabrina Moles e Francesco Mattogno