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In Cina e Asia – Xi e Putin rafforzeranno il “coordinamento strategico”

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Telefonata Xi-Putin: Cina e Russia si impegnano a rafforzare il “coordinamento strategico”
  • Perquisiti gli uffici di Huawei in Francia
  • Cina: lotta all’ETIM cruciale per la sicurezza nazionale e internazionale
  • La Cina potenzia il settore dei veicoli elettrici per il commercio internazionale
  • Pakistan, ritardo nella pubblicazione dei risultati elettorali
  • Rapporto di Citizen Lab: rete di siti web in Europa, Asia e America Latina

Rafforzare il coordinamento strategico, difendere la propria sovranità e sicurezza, opporsi alle ingerenze esterne e lavorare per un ordine internazionale “davvero multilaterale”, e quindi “più giusto e ragionevole”. Sono questi i principali punti sui quali Xi Jinping e Vladimir Putin hanno ribadito di essere d’accordo durante una telefonata avvenuta giovedì 7 febbraio, riporta Xinhua. I presidenti di Cina e Russia si sono inoltre impegnati a rafforzare la cooperazione industriale e per la sicurezza delle rispettive catene di approvvigionamento, mentre sul fronte internazionale hanno parlato di “varie questioni”, scrive il Cremlino, specificando solamente che le due parti concordano sulla necessità di una soluzione internazionale al conflitto in Palestina. Riguardo Taiwan, Putin ha ribadito il sostegno di Mosca alla “Politica dell’unica Cina”.

Perquisiti gli uffici di Huawei in Francia

La procura finanziaria francese ha ordinato la perquisizione degli uffici locali di Huawei. Secondo il sito l’Informe – che per primo riportato la notizia – l’operazione è stata condotta nella giornata di giovedì 8 febbraio ed è collegata al sospetto di “atteinte à la probité“, termine generico che potrebbe includere corruzione, uso improprio di fondi pubblici o traffico di influenze. Huawei ha diversi centri di ricerca in Francia e sta attualmente costruendo il suo primo stabilimento fuori dalla Cina in una città vicino a Strasburgo. A dicembre uno dei dirigenti di Huawei France, Minggang Zhang, aveva dichiarato a una radio locale che la fabbrica, che produrrà apparecchiature di telecomunicazione per i mercati europei, dovrebbe aprire alla fine del 2025. Ma negli ultimi anni la compagnia cinese ha anche subito diverse battute d’arresto dopo essere stata estromessa da alcune infrastrutture wireless del paese.

Cina: lotta all’ETIM cruciale per la sicurezza nazionale e internazionale

La lotta al Movimento islamico del Turkestan orientale (ETIM) nel Xinjiang è la principale preoccupazione della Cina nell’ambito della lotta all’antiterrorismo, oltre che una responsabilità condivisa con la comunità internazionale. Lo ha dichiarato giovedì 8 febbraio in conferenza stampa Wang Wenbin, portavoce del ministero degli Esteri cinese. Wang, citato dal tabloid Global Times, ha ricordato gli attacchi terroristici che l’ETIM – che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu riconosce come organizzazione terroristica – ha compiuti all’interno e all’esterno della Cina. Negli ultimi anni, ha sottolineato il portavoce, il Movimento avrebbe fortificato i legami con forze terroristiche internazionali e regionali come lo Stato islamico (IS) e Al-Qaeda.

La Cina potenzia il settore dei veicoli elettrici per il commercio internazionale

Mercoledì 7 febbraio Pechino ha annunciato misure per incrementare la competitività a livello globale del settore dei veicoli elettrici. Le linee guida incoraggiano le case automobilistiche cinesi a creare centri di ricerca e sviluppo all’estero e a perfezionare i sistemi di sostegno finanziario, con l’obiettivo di contrastare possibili nuove restrizioni commerciali di Usa e Ue. Nel 2023 la Cina è diventata il primo esportatore di automobili al mondo, in gran parte proprio grazie all’aumento della domanda di VE, e il successo di Pechino sta generando non poche preoccupazioni per Usa e Ue. Secondo il Segretario al Commercio degli Stati Uniti, Gina Raimondo, questo genere di prodotti potrebbe rappresentare un rischio per la sua capacità di raccogliere “un’enorme quantità di informazioni sul conducente”. Il commento giunge in un momento in cui l’amministrazione Biden starebbe valutando l’introduzione di dazi più pesanti sull’import cinese. Attualmente i VE dalla Repubblica popolare sono soggetti a una tariffa del 27,5%, imposta dall’amministrazione di Donald Trump.

Pakistan, ritardo nella pubblicazione dei risultati elettorali

Tardano ad arrivare i risultati delle elezioni in Pakistan. L’esito del voto si attendeva nelle prime ore di venerdì 9 febbraio, ma all’ora di pranzo locale (Islamabad è 4 ore avanti rispetto all’Italia) sono stati resi noti i risultati di circa una cinquantina di seggi sui 266 totali dell’Assemblea Nazionale, assegnati con un sistema maggioritario (altri 70 seggi sono riservati alle donne e alle minoranze religiose). Per ora, contro le attese, i candidati sostenuti dal Movimento per la Giustizia del Pakistan (PTI) hanno già ottenuto diverse vittorie. Il partito sostiene che, stando ai conteggi indipendenti, avrebbe conquistato la maggioranza (154 seggi) sia alla camera bassa nazionale che in due province (Punjab e Khyber Pakhtunkhwa) e che il ritardo nella pubblicazione dei risultati da parte delle autorità sia dovuto ai tentativi di manipolare l’esito del voto. Il PTI è il partito dell’ex premier Imran Khan – in carcere da agosto e recentemente condannato a 31 anni di carcere in tre diversi casi giudiziari – che da tempo sostiene di essere ostacolato dall’establishment militare. Secondo i critici, l’esercito avrebbe già “scelto” come futuro premier Nawaz Sharif della Lega Musulmana per il Pakistan-Nawaz (PML-N). A metà giornata il conteggio ufficiale prevede un testa a testa tra i tre principali partiti (compreso il PPP), contravvenendo in parte a quanto sostenuto dal PTI.

Diversi osservatori ritengono “inusuali” i tempi lunghi con cui stanno venendo pubblicati i risultati, ma secondo il ministero dell’Interno il ritardo è dovuto al blocco delle comunicazioni di ieri. Nel giorno del voto, infatti, Islamabad ha impedito l’accesso a internet e l’utilizzo della rete telefonica in tutto il paese, riabilitandole progressivamente solo verso sera. Il governo ha giustificato la sua scelta come una misura di sicurezza antiterrorismo, che però non ha impedito che si verificassero attentati in diverse zone del paese. Alla vigilia delle elezioni sono morte almeno 28 persone in due attacchi in Balochistan, mentre il giorno del voto altre 12 hanno perso la vita (tra cui 2 bambini).

Rapporto di Citizen Lab: rete di siti web in Europa, Asia e America Latina

Un rapporto di Citizen Lab, laboratorio dell’Università di Toronto che fa ricerca sui temi del cyberspazio e della sicurezza globale, ha fatto luce sull’esistenza di una rete di oltre 100 siti web che diffondono materiale propagandistico cinese in 30 paesi di Europa, Asia e America Latina. Dalla metà del 2020, i siti hanno condiviso contenuti filo-cinesi e teorie cospirazioniste su Stati Uniti e alleati spesso spacciandosi per testate locali (un esempio citato dalla ricerca è la testata Roma Journal, che si presenta nella forma di un notiziario locale italiano). La rete è riconducibile alla società di Shenzhen Haimaiyunxiang Media Co., Ltd., nota anche come Haimai. Come afferma nel rapporto il ricercatore senior Alberto Fittarelli, “sebbene i siti web della campagna abbiano goduto di un’esposizione trascurabile fino ad oggi, esiste un rischio maggiore di amplificazione involontaria da parte dei media locali e del pubblico target”.

Corea del Nord, cancellati tutti gli accordi di cooperazione economica con il Sud

I legami tra Corea del Nord e Corea del Sud continuano a deteriorarsi. Come riportato dall’agenzia di stampa nordcoreana KCNA, l’8 febbraio il comitato permanente dell’Assemblea suprema del popolo ha approvato all’unanimità la cancellazione di tutti gli accordi di cooperazione economica e turistica con Seul. Il ministero dell’Unificazione sudcoreano ha definito l’azione “non sorprendente”, scrive Reuters. Nelle ultime settimane Pyongyang si è ritirata da un accordo firmato nel 2018 con il Sud per ridurre la militarizzazione al confine e ha poi dichiarato che cambierà la costituzione per definire Seul il suo “nemico principale”, smantellando nel frattempo una serie di istituzioni necessarie al dialogo tra le parti. Intanto, il ministero dell’Unificazione sudcoreano ha pubblicato un report nel quale, dopo aver intervistato circa 6.000 defector, sostiene che sempre più nordcoreani hanno un’opinione negativa del leader supremo Kim Jong Un.

A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno