Far East Film Festival

Torna a Udine il Far East Film Festival 26

In Cultura by Vittoria Mazzieri

Dal 24 aprile al 2 maggio 2024 Udine ospiterà la 26esima edizione del Far East Film Festival, la ricca rassegna dedicata al cinema asiatico. Anche quest’anno China Files si conferma web media partner della manifestazione

Nel Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” e negli spazi del Cinema Visionario, il FEFF 26 darà vita a una full immersion di 9 giorni, con proiezioni di 75 film (11 world premier, 21 anteprime internazionali, 23 europee e 17 italiane) provenienti da 12 paesi, ma anche talk, eventi e rassegne stampe live giornaliere. Tra gli appuntamenti più attesi, la presenza del maestro cinese Zhang Yimou, che vanta tra i premi due Leoni a Venezia, un Orso a Berlino e tre candidature agli Oscar. Il 2 maggio il regista salirà sul palco del Teatro Nuovo per ricevere il Gelso d’Oro alla carriera. Per l’occasione il festival presenta tre titoli: il thriller Under the Light e le versioni restaurate di Vivere! e di Lanterne rosse.

(Dal comunicato stampa del 26 marzo)
“Ci sono molti modi per iniziare un racconto, così come ci sono molti modi per raccontare una storia. E la storia del Far East Film Festival 26 è rappresentata dall’immagine che porta la firma del graphic designer Roberto Rosolin. Ed eccoci invitati a camminare dentro una città. Piccola o grande non importa: può essere Hong Kong, può essere un puntino sulla mappa del Sudest asiatico. Eccoci invitati a camminare, sfiorando lentamente con lo sguardo le finestre delle case e dei palazzi. Ogni finestra contiene una vita, ogni vita contiene una storia. Piccola o grande non importa. Perché tutte le storie aspettano solo di essere raccontate, ascoltate, condivise

Il desiderio (ma anche la curiosità, la necessità, l’obiettivo) di cercare nuove narrazioni e nuovi narratori è il cuore pulsante del FEFF. Non solo della ventiseiesima edizione, dove saranno testimoniati gli orizzonti attuali del cinema asiatico e, ancora una volta, ne saranno testimoniati i cambiamenti, ma del FEFF nella sua interezza. Uno sguardo spalancato sull’Estremo Oriente che, dal 1999, si misura con i fronti della diversità e della distanza, oltrepassandoli, e con tutte le declinazioni dell’aggettivo “inspiring”, non smettendo mai di approfondirle. 

Se, lo scorso anno, il festival ha documentato le conseguenze culturali e commerciali post-pandemiche, disegnando una mappa che toccava 14 paesi dell’Asia, quest’anno documenterà i segnali di un’industria generalmente in ripresa, in movimento, animata da espressioni artistiche e da artisti che spesso rappresentano (e simboleggiano) una cesura tra “prima” e “dopo”. Molti giovani registi, per esempio, stanno portando nelle sale una nuova poetica, una nuova visione, raccontando storie locali capaci di parlare a un pubblico globale. E il pubblico (globale) del FEFF, ne siamo certi, è già pronto ad ascoltarle.”

Vai qui per conoscere il programma completo.

La manifestazione prenderà il via con due anteprime internazionali: YOLO, commedia cinese campione d’incassi che riadatta il cult giapponese 100 Yen Lovech, in cui la nota attrice Jia Ling è presente nel doppio ruolo di regista e protagonista; l’action comedy di produzione sudcoreana Citizen of a King della regista Park Young-ju, che segue le vicende di una donna single, madre e disoccupata, alle prese con una pericolosa organizzazione criminale.

La Corea del Sud sarà presente anche con due film campioni d’incassi che hanno superato in patria i 10 milioni di spettatori: 12.12: The Day di Kim Sung-su, un thriller politico ambientate sullo sfondo del golpe militare del 1979, ed Exhuma, horror firmato da Choi Min-sik che a inizio marzo al botteghino è stato capace di stravincere su Dune: Parte 2. 

Hong Kong viene rappresentata anche da nuovi narratori, come Nick Cheuk, classe 1998, la cui opera prima, Time Still Turns the Pages, indaga le feroci dinamiche sociali delle megalopoli asiatiche, che si traducono spesso in una competizione insostenibile in famiglia e a scuola, come nella vita. Ma non mancano i registi iconici: oltre ad accogliere Herman Yau con le sue due action Moscow Mission e Raid of the Lethal Zone, il FEFF proietterà il crime thriller The Goldfinger firmato da Felix Chong e ambientanto nella Hong Kong degli anni ’80, tra imprenditorialità, rapida ascesa e altrettanto veloce tracollo per scandali di corruzione.

Poi ancora il futuro distopico di Motion Picture: Choke, il primo (e unico) film muto giapponese di fantascienza prodotto finora, il drama taiwanese Tales of Taipei e l’horror indonesiano The Train of Death, entrambi in anteprima mondiale, il viaggio negli iconici decenni ’80 e ’90 con una rassegna dedicata e tanto altro.

La manifestazione sarà accompagnata da una ricca rosa di eventi (il programma è consultabile qui). E ci sarà anche spazio per l’attualità, con rassegne stampa e dibattiti quotidiani curati da Giulia Pompili e Francesco Radicioni, le cui voci accompagneranno gli ascoltatori nella seconda stagione di Bambù, un podcast per capire meglio l’Asia di oggi attraverso l’ultimo quarto di secolo.