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L’Italia e il vaso di pandora del razzismo

In Cina, Economia, Politica e Società by Redazione

Quando si parla di razzismo molti italiani si ergono per ribadire in toni accorati che l’Italia non è razzista. Che si sta esagerando, che si può parlare di indifferenza, di diffidenza, di paura, addirittura di discriminazione ma non di razzismo. Ma compiere un atto razzista non vuol dire essere razzisti. Bisogna solo leggere correttamente la complessità della nostra realtà e del mondo circostante

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Chi ha paura dei cinesi?

In Uncategorized by Lucrezia Goldin

Intervista a Daniele Brigadoi Cologna, sinologo e sociologo delle migrazioni, professore associato di lingua e cultura cinese all’Università degli Studi dell’Insubria. Ha pubblicato diversi saggi e articoli sull’immigrazione in Italia, con particolare attenzione alla diaspora cinese.

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La sinofobia che rafforza la Cina e il Partito Comunista Cinese

In Cina, Economia, Politica e Società by Gian Luca Atzori

Hai mai sentito parlare di sinofobia? Sapevi che i cinesi sono “gialli” solo da 200 anni e che le principali etichette che attribuiamo loro sono le stesse che venivano date agli italiani in America? Sapevi che i reati d’odio e le discriminazioni razziali in Italia sono aumentate del 154% dal 2013 e stanno rafforzando la leadership di Pechino? Sfatiamo la paura dei cinesi, dalla storia dei suoi stereotipi ai principali casi che hanno e stanno coinvolgendo media, politica e cronaca nera in Italia e nel mondo.

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“Glazie”, ma anche no

In Cina, Cultura, Sinoitaliani by Fabrizia Candido

Il caso del libro di testo per le scuole elementari “Leggermente plus” di Giunti (edizioni del Borgo) e della pagina in cui appare la storia di Lee, la bambina cinese che “dice glazie, plego e facciamo plesto” e “non si offende quando la prendiamo in giro”. Su China Files il commento della professoressa Xiaomo Ma dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale

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Elezioni Toscana: La destra della Meloni punta sulla sinofobia

In Cina, Economia, Politica e Società by Gian Luca Atzori

Quanto suonerebbe ridicolo se un manifesto a Pechino alludesse ad un’invasione di Francesco o Giulia dall’Italia? Più o meno quanto trovare sui social toscani una campagna elettorale che titola “Lorenzo Hu Magnifico” per denunciare la popolarità di cognomi cinesi come Hu e Wang, ormai i più diffusi in uno dei quartieri del capoluogo fiorentino (il Q5). E’ questa la carta che il capolista di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli, ha deciso di giocarsi per la corsa al Consiglio Regionale, chiedendosi “siamo a Firenze o a Pechino?”