Scoprire la Cina attraverso la fantascienza. Intervista a Mu Ming

In Cultura, Interviste by Redazione

Scoprire la Cina attraverso la fantascienza cinese: un’intervista con Mu Ming. Classe 1988 appartiene al gruppo八零后 (bā líng hòu – lett. dopo 80). Attualmente vive a New York, dove lavora come ingegnere informatico per Google

Mu Ming 慕明, pseudonimo di Gu Congyun, è una giovane autrice di fantascienza cinese. Attualmente vive a New York, dove lavora come ingegnere informatico per Google. Classe 1988 appartiene al gruppo八零后 (bā líng hòulett. dopo 80) che indica tutti gli scrittori di fantascienza cinese nati negli anni ’80. Gli autori di questa generazione trattano una fantascienza più introspettiva, Mu Ming, in particolare, racconta di tecnologie legate al nostro apparato sensoriale che possono dimostrarsi un ostacolo o un aiuto. Le sue storie sono state pubblicate in Cina dal 2016 e ha ricevuto molti riconoscimenti tra i quali un Science Fiction Nebula Award e un Galaxy Award cinesi. La sua prima antologia in italiano, intitolata Colora il mondo1, è stata pubblicata nel 2019 da Future Fiction.

Quando ha iniziato a scrivere racconti di fantascienza? Qual è stato il motivo?

Ho iniziato verso la fine del 2016 per un contest online. Leggo da sempre, non solo fantascienza, ma anche classici e poesia. Credo che la narrativa possa indagare molte tematiche in modo dettagliato e creativo, aspetto che altre forme di scrittura non riescono a trattare. E questo è importante soprattutto per il mondo di oggi, viviamo cambiamenti complessi ogni giorno, molti più spesso rispetto ai nostri antenati.

Come nuova scrittrice con poca esperienza, il costo di scrivere narrativa è molto basso paragonato ad altri formati, come, ad esempio, film o videogiochi. Ho scelto di scrivere fantascienza perché ho una formazione scientifica e tecnologica, ma anche perché mi interesso molto a tematiche come il rapporto tra l’uomo e la tecnologia. Ovviamente dopo cinque anni come scrittrice non mi sento limitata all’etichetta di “fantascienza”, anzi adesso ho l’opportunità di pubblicare molti racconti diversi su svariate piattaforme. Tuttavia, scrivo molta fantascienza o storie con un forte sfondo tecnologico, perché credo sia un buon modo di analizzare il mondo e tutti i suoi problemi.

Lavora come ingegnere informatico per Google, il suo lavoro influenza i suoi scritti?

Ammetto, grazie al mio lavoro, di avere uno sguardo da insider sullo sviluppo tecnologico e sull’influenza che la tecnologia ha sugli utenti. Si tratta di qualcosa che desidero affrontare e scoprire nelle mie storie e condividerlo con le persone. Ad esempio, in Colora il mondo, uno dei temi che tratto, proveniente dalla mia esperienza personale, è l’accessibilità dei prodotti. Non ci avrei nemmeno pensato se non facesse parte del mio lavoro. Inoltre, nelle storie ci sono alcune brevi descrizioni su come viene sviluppata una nuova caratteristica, o su come vengono risolti alcuni bug…è qualcosa che vorrei demistificare nei miei scritti. Non possiamo migliorare una situazione senza comprenderla appieno. Credo che dovremmo trattare la tecnologia da una prospettiva più realistica nei racconti fantascientifici di oggi e del futuro, non solo dal punto di vista hollywoodiano delle utopie o distopie. Abbiamo bisogno di qualcosa in più rispetto a semplici giochi mentali o metafore.

Prendendo in considerazione il crescente numero di scrittrici, soprattutto nella fantascienza cinese, che ne pensa? Come crede che questo possa influenzare il mondo letterario cinese?

Il numero delle autrici è in crescita, senza alcun dubbio, ma è ancora troppo basso. Specialmente per quanto riguarda i loro riconoscimenti. Ho partecipato a un contest di scrittura dove erano stati invitati tutti i vincitori degli scorsi otto anni e ci hanno chiesto di scrivere un racconto breve sullo stesso argomento per competere fra noi. Io ero l’unica scrittrice fra gli otto vincitori.

Credo che sia necessario portare delle nuove prospettive e delle voci più diversificate nel settore, ma è richiesto più tempo per ottenere dei riconoscimenti, soprattutto dopo grandi nomi come Liu Cixin e Han Song. È una lunga strada.

Parlando dei suoi racconti, quali sono le tematiche che preferisce trattare?

Variano molto. Mentre in Colora il mondo ci sono principalmente storie ambientate in un futuro prossimo e si discutono le conseguenze delle tecnologie, o meglio come queste influenzeranno la nostra vita di ogni giorno, scrivo anche racconti molto diversi, inclusi alcuni fantasy storici con svolte concettuali o distopie.

Credo che per me sia davvero importante scoprire come le persone reagiscono ai cambiamenti, non solo se causati dalle tecnologie, ma anche quelli storici, filosofici, eccetera. Questo ci porta a un tema fondamentale del mio lavoro che è imparare. Imparare è il solo modo per affrontare un cambiamento. A volte serve imparare alcune tecniche, altre volte è necessaria una svolta concettuale per comprendere qualcosa di nuovo. Io penso che sia molto importante per noi, dato che i cambiamenti accadono spesso e sempre più di frequente nel nostro mondo. Un altro aspetto che mi interessa è il linguaggio che nella narrativa svolge un ruolo fondamentale in situazioni diverse. Il linguaggio ci permette di sentirci connessi o distaccati, inoltre conflitti e comprensioni provengono da esso.

Congratulazioni per l’antologia Colora il mondo pubblicata da Future Fiction nel 2019, qual è stata la sua reazione alla pubblicazione di una raccolta dei suoi racconti in italiano?

Come giovane scrittrice sono molto grata, vivo all’estero e non ho ancora avuto occasione di pubblicare un’antologia in Cina. Grazie a Francesco Verso, a Future Fiction e a tutti voi lettori. Questa pubblicazione mi ha dato molta carica come scrittrice e sono davvero contenta di aver scoperto che tanti di voi hanno trovato le mie storie rilevanti e interessanti.

In passato la conoscenza veniva trasmessa oralmente, poi è arrivata in forma scritta e ora ci affidiamo alle tecnologie. Sicuramente attraverso le tecnologie è possibile conservare e recuperare un’elevata quantità di dati, ma secondo lei perdiamo qualcosa affidandoci così tanto alle tecnologie?

Mi piace molto l’idea alla base di questa domanda, ovvero vedere il metodo di comunicazione nel modo in cui si è evoluto nel tempo. Ma io la vedo in modo diverso: ritengo che la lingua orale e la lingua scritta siano già tecnologie, inventate e utilizzate per conservare e recuperare le informazioni. E c’è una perdita tra queste tecnologie o gli sforzi di comunicazione e il vero significato. Un famoso detto del buddhismo della scuola zen in Cina dice che “la verità non è veramente legata alla lingua”.

Filtri per gli occhi e sovraccarico di informazioni sono solo alcuni degli elementi legati a un social network che lei presenta nelle sue storie. Qual è il ruolo dei social network in relazione alla letteratura?

Internet e i social network potrebbero essere le nuove tecnologie più importanti che abbiamo inventato negli ultimi 30 anni e credo che stiamo ancora cercando di capire cosa siano, nonostante ci viviamo a stretto contatto ogni giorno. Non credo che abbiano cambiato completamente il nostro modo di vivere, ma ci aprono a una nuova dimensione per capire qualcosa che prima non avevamo considerato seriamente. Una delle cose più importanti è il significato di “connettività” nella vita umana. Prima eravamo connessi attraverso la religione, la letteratura e cose come la nazionalità o gli antenati comuni, ma non eravamo davvero consapevoli di come un singolo hashtag o un trending topic potessero connettere o disconnettere le persone. I social network hanno dimostrato la forza della connettività/disconnettività nella mente umana e come questa possa avere un grande impatto sui problemi del mondo o sulla vita quotidiana. È un argomento che credo la letteratura dovrebbe cercare di discutere e scoprire. Walter Benjamin2 ha scritto una breve storia della fotografia. All’epoca le persone avevano gli stessi desideri e le stesse paure nei confronti della fotografia, mentre ora dovremmo occuparci dei social network.

Alcuni personaggi delle sue storie hanno un rapporto particolare con i genitori, ad esempio i figli ricevono troppe pressioni per essere i migliori in tutto ciò che fanno o, in generale, i genitori hanno grandi aspettative sulla loro vita. Pensa che questo tema si rifletta nella società cinese?

Sì, ed è comune per i genitori asiatici non solo in Cina ma anche negli Stati Uniti. Non me ne sono resa conto quando ho scritto queste storie, ma in seguito ho scoperto che le ho scritte inconsciamente perché sono radicata in quella cultura; quindi questo tipo di cose mi vengono in mente come sfondo, anche senza che me ne accorga.

Credo che questo sia anche un ottimo esempio del perché sia davvero fantastico avere lettori di diversa estrazione culturale, perché si possono sfruttare i loro occhi per identificare questo tipo di argomenti e tematiche; e grazie a questo feedback conosco meglio me stessa e la mia scrittura.

Mu Ming è il suo pseudonimo, perché ha scelto di scrivere usando uno pseudonimo e come ha scelto il suo?

Nel mercato cinese della fantascienza, la maggior parte delle persone usa uno pseudonimo quando inizia a scrivere, soprattutto per i romanzi sul web o per i concorsi di scrittura online. Credo che uno dei motivi sia che all’inizio le persone lo fanno soprattutto per divertimento e che siamo un po’ timidi a far sapere ai nostri amici/familiari che stiamo scrivendo, soprattutto nella fase iniziale della tua carriera di scrittore, quando non sai se sarai bravo o meno. Naturalmente ora sono più sicura di me.

Per quanto riguarda la scelta del mio pseudonimo, ammetto che mi piace molto Moomin3, il personaggio dei cartoni animati finlandesi, e mio marito mi ha comprato un sacco di gadget. Così, quando ho inviato il mio primo racconto online, ho usato 慕明 (mù míng). Anche il significato cinese del nome tradotto è abbastanza interessante, significa “ammirare o apprezzare la luce”4.

Di Viola Volpi

Biografia e bibliografia dell’autrice

Mu Ming慕明 (1988), pseudonimo di Congyun Gu, è una scrittrice di fantascienza e programmatrice nata a Chengdu, attualmente vive a New York. Ha iniziato a scrivere racconti nel 2016. Le sue storie sono state pubblicate su numerosi forum online, antologie e riviste. Ha vinto vari premi, tra cui il Douban Reading Essay Contest, il Future Science Fiction Master Award, il Chinese Science Fiction Nebula Award e il Galaxy Award. La sua prima raccolta di racconti tradotta in italiano, Colora il mondo, è stata pubblicata da Future Fiction nel 2021.

Mu Ming 慕明 (2017), Hanging in the air, in The Non-exist Daily

Mu Ming 慕明 (2018), Express to Beijing West Railway Station, in The Non-exist Daily

Mu Ming 慕明 (2018), Sand and Star, for The 6th Douban Read’s Writing Contest

Mu Ming 慕明 (2019), The Wind of Lizhuang, in Chinese Literature Selection 2019 No. 4

Mu Ming 慕明 (2020), From Apes to Gods, in Cyberpunk 2077 Special Issue by Gamecores

Mu Ming 慕明 (2021), Reality Destructed, in Flower City No.2

Mu Ming 慕明 (2021), Colora il mondo, Future Fiction, Roma

Mu Ming 慕明 (2021), The Serpentine Band, in Clarkesworld Magazine (online)

1 Mu Ming 慕明 (2021), Colora il mondo, Future Fiction, Roma.

2 Benjamin W. (2011), Piccola storia della fotografia, Skira, Milano.

3 Moominvalley è una serie televisiva d’animazione in CGI prodotta in Finlandia e Regno Unito nel 2019. La serie ha come protagonisti i Moomin, dei troll bianchi ideati nel 1945 dall’autrice finlandese Tove Jansson per i suoi romanzi e libri illustrati. 

4 慕明 il primo carattere significa “ammirare/apprezzare”, mentre il secondo míng signifca “luce”.