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In Cina e Asia – Pechino lancia una nuova legge sulle relazioni estere

In Notizie Brevi by Serena Console

I titoli di oggi:

  • La Cina lancia nuova legge sulle relazioni estere
  • WSJ: secondo l’intelligence Usa il pallone spia cinese era proprio un pallone spia
  • L’esercito cinese pensa a uno scenario di “guerra totale”
  • Washington valuta una nuova stretta all’export di Chip verso la Cina
  • Pechino ottiene via libera da Wellington per l’adesione al CPTPP
  • I turisti in Cina possono pagare tramite WeChat 
  • Pechino impedisce le visite consolari ai detenuti di Hong Kong con doppia cittadinanza

Il parlamento cinese ha approvato una legge sulle relazioni estere con l’intento di dotare il Paese asiatico di uno strumento legale per aggirare le sanzioni internazionali e respingere le politiche contenitive – ritenute da Pechino discriminatorie – lanciate dall’occidente. Secondo gli esperti la nuova normativa, estremamente ampia nei contenuti, andrà a integrare la Anti-Foreign Sanctions Law del 2021, che è invece più circoscritta e risponde essenzialmente alla cosiddetta “giurisdizione del lungo braccio”, ovvero all’interferenza dei governi stranieri negli affari interni della Repubblica popolare. Tra le altre cose, la legge “sostiene la risoluzione delle controversie internazionali con mezzi pacifici”, contesta “l’uso della forza nelle relazioni internazionali”, e soprattutto mette in chiaro che “i trattati e gli accordi conclusi o stipulati dallo Stato non devono essere in conflitto con la costituzione [cinese].”

WSJ: secondo l’intelligence Usa il pallone spia cinese era proprio un pallone spia

Il presunto pallone spia cinese, abbattuto dall’aeronautica militare americana lo scorso febbraio dopo aver sorvolato il territorio degli Stati Uniti, trasportava numerose apparecchiature per la raccolta di informazioni, immagini e video fabbricate proprio negli Stati Uniti. Secondo il Wall Street Journal, che riporta indiscrezioni di funzionari statunitensi, i resti dell’aerostato cinese confermano che l’aeromobile fosse stato utilizzato per la raccolta di intelligence anziché per semplici rilevamenti meteorologici, come sostenuto dalle autorità di Pechino. Anche se, le stesse fonti, ritengono che i dati ottenuti durante il sorvolo non siano stati trasmessi in Cina, non è chiaro se per un malfunzionamento o per via delle contromisure intraprese dalle autorità americane. Il report del WSJ sembrerebbe basarsi sull’esito delle indagini condotte negli ultimi mesi dalle varie agenzie di difesa e intelligence statunitensi, e che i Repubblicani contestano non siano state rese pubbliche prima per paura di compromettere la recente visita Antony Blinken in Cina.

L’esercito cinese pensa a uno scenario di “guerra totale”

L’Esercito Popolare di Liberazione cinese ha recentemente aggiunto uno scenario di “guerra totale” durante i test e la valutazione delle prestazioni di nuove armi, secondo gli scienziati coinvolti nel progetto. Stando a quanto riportato dal South China Morning Post, lo scenario Z pensato dagli esperti cinesi prende in esame un conflitto militare tra Cina e Stati Uniti, che da regionale diventa globale. La valutazione delle armi si è infatti concentrata principalmente sulle capacità di combattimento in un conflitto regionale, come l’intervento militare diretto di due o più gruppi di portaerei stranieri intorno a Taiwan o nel Mar Cinese Meridionale.

Per “guerra totale” si intende lo scenario in cui tutte le risorse e gli sforzi disponibili di una nazione vengono mobilitati per vincere il conflitto: coinvolge non solo i militari, ma anche la popolazione civile e l’economia, come avvenne nella prima e nella seconda guerra mondiale.

Washington valuta una nuova stretta all’export di Chip verso la Cina

L’amministrazione Biden sta contemplando nuovi controlli alle esportazioni di chip per l’intelligenza artificiale. L’iniziativa rientra nell’ambito degli sforzi di Washington per rendere più difficile alla Cina ottenere tecnologia per le applicazioni militari. Stando a quanto scrive il Wall Street Journal, il dipartimento del Commercio sta preparando una stretta dei controlli all’export verso la Cina, in particolare sui chip prodotti dalle statunitensi Nvidia e Advanced Micro Devices

Intanto i legislatori repubblicani hanno esortato il Dipartimento di Stato americano a non rinnovare uno storico accordo tra Stati Uniti e Cina sulla cooperazione scientifica, che scadrà il 27 agosto. Gli oppositori al rinnovo sostengono che Pechino ha sfruttato l’intesa per sviluppare conoscenze che minacciano gli interessi e la sicurezza degli Usa, tra cui palloni aerostatici e tecnologie agricole. 

L’accordo, firmato quando Pechino e Washington hanno stabilito relazioni diplomatiche nel 1979 e da allora rinnovato circa ogni cinque anni, ha portato alla cooperazione in settori che vanno dalle scienze dell’atmosfera e dell’agricoltura alla ricerca di base in fisica e chimica.

Pechino ottiene via libera da Wellington per l’adesione al CPTPP

La Nuova Zelanda sostiene ufficialmente l’ingresso della Cina all’accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico (CPTPP), ossia l’enorme area commerciale e di libero scambio transpacifica (ex TPP). Il primo ministro neozelandese Chris Hipkins, in visita di Stato in Cina per rafforzare i legami commerciali con la seconda economia più grande del mondo, ha espresso sostegno anche alla richiesta del gigante asiatico di aderire all’accordo di partenariato per l’economia digitale (DEPA). 

È dal 2021 che Pechino chiede di entrare nel CPTPP e DEPA. L’ingresso nel CPTPP richiede l’approvazione di tutti i paesi membri, vale a dire Canada, Messico, Perù, Cile, Nuova Zelanda, Australia, Brunei, Singapore, Malesia, Vietnam e Giappone. Le cose si sono complicate lo scorso marzo, quando la Cina non è riuscita a ottenere un sostegno pubblico dall’Australia durante una visita a Pechino del ministro del commercio australiano, Don Farrell, a causa delle sanzioni cinesi ancora in vigore su alcuni prodotti australiani.

Oltre al via libera di Wellington sui due accordi, Cina e Nuova Zelanda hanno concordato di rafforzare la cooperazione economica bilaterale in materia di sicurezza alimentare, agricoltura, agevolazioni doganali per il commercio, nonché espandere la cooperazione in settori come l’e-commerce, l’economia verde e i nuovi veicoli energetici. La Nuova Zelanda è l’unico Paese della rete di intelligence Five Eyes – che comprende anche Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti – che ha mantenuto buoni rapporti con la Cina.

I turisti in Cina possono pagare tramite WeChat 

I turisti stranieri in Cina saranno presto in grado di pagare praticamente qualsiasi cosa nel paese utilizzando l’app WeChat già dal prossimo mese. Collegando la carta di credito o di debito all’account WeChat, i visitatori possono così effettuare pagamenti a decine di milioni di commercianti, nonché usufruire di servizi di ride-hailing, consegna e trasporto. La Cina è il più grande mercato al mondo di pagamenti tramite mobile, con un tasso di utilizzo dell’86% nel 2021, secondo i dati della società di consulenza PwC. Oltre a WeChat Pay, noto come Weixin Pay nel paese, l’altro attore dominante è AliPay, sviluppato dal gigante tecnologico Alibaba. 

Pechino impedisce le visite consolari ai detenuti di Hong Kong con doppia cittadinanza

Ai consolati stranieri con sede ad Hong Kong è stata inviata una lettera dal ministero degli Esteri cinese con cui si comunica che ai detenuti dell’ex colonia britannica con doppia nazionalità non è consentito ricevere visite da funzionari consolari. La comunicazione arriva in occasione del terzo anniversario dell’entrata in vigore della Legge sulla sicurezza nazionale. Nella missiva, visionata da Nikkei Asia e datata 31 maggio, il rappresentante di Hong Kong del ministero degli Esteri ha sottolineato che la legge cinese non riconosce la doppia nazionalità e “i funzionari consolari stranieri non hanno il diritto di visitare alcun cittadino cinese detenuto nella RAS di Hong Kong”, l’abbreviazione ufficiale per la regione amministrativa speciale. Il provvedimento viola la Convenzione di Vienna, laccordo internazionale, che disciplina i servizi consolari esteri e richiede a qualsiasi stato che trattiene un cittadino di un altro paese di informare l’altra parte “senza indugio” e di consentire agli ufficiali consolari di visitare e organizzare la rappresentanza legale.

A cura di Serena Console; ha collaborato Alessandra Colarizi