I titoli di oggi:
- Visita Yellen, tra colloqui “produttivi” e minacce di sanzioni
- Cina accusata di diffondere disinformazione sui social in vista delle elezioni americane
- Usa, nuove restrizioni alle importazioni di abbigliamento a basso costo. Colpite Temu e Shein
- Difesa, primo colloquio Usa-Cina in due anni
- Chip, l’UE lancia un sondaggio per le imprese
- Cina-Russia, possibile passaggio di intelligence geospaziale sull’Ucraina
Visita Yellen, tra colloqui “produttivi” e minacce di sanzioni
Termina oggi la visita in Cina della segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen. Venerdì 5 e sabato 6 aprile la funzionaria americana ha tenuto due round di colloqui con il vicepremier cinese He Lifeng a Guangzhou. Durante gli incontri, definiti “produttivi”, Yellen si è lamentata per la “sovrapproduzione industriale” delle aziende cinesi (l’eccesso di export potrebbe avere “ripercussioni globali”, ha detto) e per la mancanza di “parità di condizioni” a cui sono sottoposte in Cina le imprese americane. Dal canto suo, He ha espresso “serie preoccupazioni” per le restrizioni commerciali che Washington ha imposto alla Repubblica popolare. Come riportato dal South China Morning Post, uno dei risultati più significativi del meeting riguarda la decisione di Cina e Stati Uniti di avviare colloqui per discutere proprio della questione della sovrapproduzione industriale cinese. Le parti hanno poi confermato che le discussioni economiche e finanziarie proseguiranno con i gruppi di lavoro istituiti nel 2023, mentre verrà anche rafforzata la cooperazione per contrastare i crimini finanziari.
Sabato pomeriggio Yellen è poi andata a Pechino per la seconda e ultima tappa della sua visita. Domenica 7 aprile ha incontrato il premier Li Qiang, con cui ha parlato degli stessi argomenti toccati con He. Mentre la segretaria al Tesoro ha sottolineato come nell’ultimo anno le relazioni tra Cina e Stati Uniti siano diventate “più stabili”, Li ha detto che Washington e Pechino dovrebbero essere partner e non avversari, scrive Reuters.
Cina accusata di diffondere disinformazione sui social in vista delle elezioni americane
Secondo un report pubblicato da Microsoft, diversi profili online connessi al governo cinese starebbero utilizzando gli strumenti di intelligenza artificiale per diffondere notizie false sui social allo scopo di influenzare elezioni americane del prossimo novembre. Uno scenario simile si era verificato anche prima delle elezioni taiwanesi di gennaio, scrive il Wall Street Journal. Il report sostiene che questi account fake, presenti soprattutto su X, starebbero usando l’intelligenza artificiale generativa per scrivere post (poi tradotti in decine di lingue) e creare immagini e file audio al fine di dividere l’elettorato su temi sensibili come l’immigrazione o la discriminazione razziale. Nonostante il prodotto finale risulti ancora piuttosto rudimentale, e quasi nessun post sia diventato virale, i metodi e le tecniche utilizzati per fare disinformazione sui social starebbero diventando sempre più sofisticati. Oltre a Microsoft, anche l’intelligence americana e l’Institute for Strategic Dialogue, con sede a Londra, hanno pubblicato dei report sui presunti sforzi di Pechino per portare avanti queste campagne di disinformazione.
Usa, nuove restrizioni alle importazioni di abbigliamento a basso costo. Colpite Temu e Shein
Venerdì 5 aprile il Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha annunciato che verranno aumentati i controlli alla dogana sulle spedizioni “de minimis”, una categoria di pacchi che negli ultimi anni ha favorito l’arrivo di vestiti a basso costo dalla Cina. Come riportato dal Wall Street Journal, i pacchi con un valore inferiore agli 800 dollari inviati dall’estero non sono soggetti a dazi e vengono ispezionati raramente, una condizione che negli ultimi anni ha permesso a compagnie cinesi come Temu e Shein di esportare negli Stati Uniti con grande facilità. Nel 2023 sono arrivati in America un milione di spedizioni “de minimis”: un terzo di questi erano prodotti di Temu e Shein. La nuova misura fa parte di un’iniziativa più ampia volta a contrastare le importazioni illecite di capi d’abbigliamento, verificando che siano prodotti senza l’utilizzo di lavoro forzato e proteggendo dalla concorrenza sleale le aziende americane del settore del tessile.
Difesa, primo colloquio Usa-Cina in due anni
Pechino e Washington sono tornati a parlare di sicurezza. Nel corso della scorsa settimana si è tenuto a Honolulu un incontro dell’Accordo consultivo marittimo militare USA-Cina (MMCA), il gruppo di lavoro che si occupa di mantenere aperto il dialogo tra i funzionari militari cinesi e statunitensi. Si tratta della prima riunione dal 2022, quando la Cina aveva sospeso il dialogo in seguito alla visita a Taiwan dell’allora presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi.
Secondo quanto riferito dal Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti le duel delegazioni hanno parlato di “eventi legati alla sicurezza” avvenuti negli ultimi anni e di come i governi della regione potrebbero “evitare scontri accidentali in futuro”. Il ministero della Difesa cinese sottolinea che lo MMCA “promuovere lo sviluppo sano, stabile e sostenibile delle relazioni militari tra i due paesi” ma che la Cina continuerà a “rispondere alle minacce alla sua sovranità nel Pacifico”. I presenti hanno ripreso a parlare del “Codice per gli incontri non pianificati in mare” e della sua applicazione, poiché Washington ha spesso denunciato negli ultimi anni l’avvicinamento di velivoli militari cinesi nei pressi delle pattuglie Usa in volo nell’area.
Chip, l’UE segue Washington e lancia un sondaggio per le imprese
L’Unione Europea sta iniziando a prendere misure per affrontare una possibile tempesta sui mercati a causa dell’arrivo sempre maggiore di “chip legacy”, ovvero circuiti integrati costruiti sui semiconduttori meno avanzati che rappresentano la base della stragrande maggioranza delle tecnologie utilizzate oggi, escludendo i processori per computer più avanzati. Bruxelles ha annunciato un sondaggio tra le imprese europee per capire le loro preoccupazioni circa “il dominio della Cina sul mercato globale dei semiconduttori” di questo tipo. Questo perché, come aveva già segnalato la segretaria al Commercio Usa Gina Raimondo: “Sappiamo che circa il 60% di tutti i nuovi ‘chip legacy’ che arriveranno sul mercato nei prossimi anni saranno prodotti dalla Cina. E sappiamo che c’è una massiccia sovvenzione di questo settore da parte del governo cinese, che potrebbe portare a un’enorme distorsione del mercato”. L’UE ha quindi deciso di seguire le iniziative americane consapevole che, sebbene oggi esclusa dall’avanzamento tecnologico sui chip di ultima generazione, Pechino stia investendo tutte le sue energie nei chip “mainstream” che alimentano oggetti di uso quotidiano ma anche asset strategici come aerei e dispositivi medici.
Nel frattempo, il ministro del Commercio cinese Wang Wentao è intervenuto in Francia per contestare le ultime indagini contro le automobili elettriche made in China, anch’esse accusate di dumping sul mercato unico grazie al sostegno di Pechino. Secondo le rilevazioni della Commissione UE, la quota cinese di veicoli elettrici venduti in Europa potrebbe raggiungere il 15% del mercato già nel 2025.
Cina-Russia, possibile passaggio di intelligence geospaziale sull’Ucraina
La Cina continua a fornire informazioni e beni strategici alla Russia per continuare la guerra in Ucraina. Lo afferma Bloomberg citando “persone a conoscenza della questione”. La questione più recente riguarderebbe la condivisione di dati geospaziali da parte di Pechino nei confronti del partner russo, che starebbe sfruttando le immagini satellitari per garantirsi dei vantaggi in Ucraina. Oltre a questi, l’articolo cita i propellenti da utilizzare nei missili, componenti elettroniche e meccaniche per i mezzi militari.
Anche la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen non ha mancato di esprimere le preoccupazioni di Washington intorno alle relazioni tra Cina e Russia nel contesto del conflitto ucraino. In occasione dell’incontro di sabato 6 aprile con il vice premier cinese He Lifeng a Guangzhou Yellen avrebbe avvertito circa le “possibili e significative conseguenze” legate alle aziende cinesi che “offrono sostegno materiale alla guerra della Russia contro l’Ucraina“. Si tratta di “un passo nuovo” nella comunicazione statunitense verso la Cina, ha affermato una persona presente all’incontro al Financial Times. Pechino continua a rigettare le accuse, sostenendo di non fornire un sostegno alla Russia utile alla guerra e che l’Occidente “aggiunge così benzina sul fuoco” del conflitto in corso.
A cura di Sabrina Moles e Francesco Mattogno