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In Cina e Asia – Pechino condanna le affermazioni di Israele sull’atomica

In Notizie Brevi by Redazione

  • Pechino condanna le affermazioni di Israele sull’atomica
  • Crea: “La Cina ridurrà le emissioni di carbonio nel 2024” 
  • Ombre cinesi sul ritorno di Cameron agli Esteri 
  • La Lituania vuole normalizzare i rapporti con la Cina
  • Sicurezza e Pacifico: l’Australia sigla accordo con Tuvalu
  • Corea del Nord: Stati Uniti e Corea del Sud rivedono la strategia di deterrenza 
  • Indonesia e Usa lanciano collaborazione sui semiconduttori

La Cina è favorevole alla creazione di una zona priva di armi nucleari in Medio Oriente e ritiene che le dichiarazioni rilasciate da un funzionario di Israele sul possibile sgancio della bomba atomica sulla Striscia di Gaza siano “estremamente irresponsabili ed inquietanti”. Lo ha dichiarato ieri il vice rappresentante permanente cinese alle Nazioni Unite, Geng Shuang, dopo che il ministro israeliano del Patrimonio edilizio, Amihai Elyahu, ha definito “una possibilità” l’utilizzo dell’arma nucleare contro l’exclave palestinese. Condannando l’affermazione come “estremamente irresponsabile e inquietante”,  il diplomatico cinese ha dunque invitato Israele a “ritrattare immediatamente” le dichiarazioni, nonché ad aderire al trattato di non proliferazione “il più presto possibile”. Dall’inizio dell’escalation del 7 ottobre, Pechino ha più volte mostrato disappunto nei confronti della controffensiva di Tel Aviv considerata “eccessiva”. Molto più edulcorati i giudizi nei confronti delle autorità palestinesi, rintracciabili solo tra le righe dei numerosi appelli a favore di un cessate il fuoco.

Crea: “La Cina ridurrà le emissioni di carbonio nel 2024”

Le emissioni di anidride carbonica della Cina dovrebbero diminuire nel 2014, per via della “crescita record” di nuove fonti energetiche a bassa emissione di carbonio. Secondo un rapporto del Center for Research on Energy and Clean Air (Crea), si prevede che Pechino chiuderà il 2023 con 2010 gigawatt (GW) di nuova energia solare, 70 GW di energia eolica, 7 GW di idroelettrica e 3 GW di nucleare. La stima prevede quasi un raddoppio dei 152 GW di energia rinnovabile raggiunti nel 2022. Questa nuova capacità di produrre energia pulita potrebbe generare circa 423 terawattora di elettricità all’anno, quasi pari alla crescita della domanda stimata nel 2023 a 400 terawattora. Secondo Lauri Myllyvirta, analista capo del Crea e autore del rapporto, “per la prima volta il tasso di espansione dell’energia a basse emissioni di carbonio è ora sufficiente non solo a soddisfare, ma a superare l’aumento medio annuo della domanda di elettricità in Cina”.

Ombre cinesi sul ritorno di Cameron agli Esteri

La nomina di David Cameron a ministro degli Esteri britannico ha fatto tremare i detrattori della Cina nel Regno Unito, fino ad allora rassicurati dallo scetticismo del partito conservatore di Rishi Sunak rispetto a Pechino. Ma per la presidente della Commissione Affari Esteri dei Tory, Alicia Kearns, “Cameron si accorgerà che il Parlamento è cambiato molto quando si tratta di Cina”. L’ex premier britannico si era rivelato benevolente verso la Cina nel 2015, segnando un momento particolarmente fiorente per le relazioni bilaterali. Da quando ha lasciato la carica nel 2016 ha continuato a portare avanti iniziative pro-Pechino come la creazione di un fondo di investimento sino-britannico volto a sostenere i progetti della Belt and Road Initiative. Ma il clima politico adesso è molto diverso. Per Sunak la Cina è oggi “una sfida sistemica” ai “valori e interessi” del Regno Unito. I rapporti tra Pechino e Londra si sono progressivamente deteriorati a causa delle controversie legate alla repressione delle proteste pro-democrazia nell’ex colonia britannica di Hong Kong, delle accuse di violazioni dei diritti umani in Xinjiang e delle preoccupazioni legate al tema della sicurezza nazionale.

Il capo della Sicurezza dello Stato cinese nel Sud-est asiatico

Lo scorso sabato si è concluso il tour di dieci giorni che ha condotto il capo della Sicurezza di Stato cinese Chen Yixin tra Cambogia, Thailandia e Vietnam. Il raro viaggio all’estero del capo dell’anti-spionaggio della Repubblica popolare si inserisce in un contesto di rinnovata attenzione per la sicurezza nazionale, che ha visto l’introduzione di una nuova legge anti-spionaggio e la revisione della legge sulla tutela dei segreti di stato. Tra le parti è stato raggiunto quello che il comunicato cinese ha chiamato “un ampio consenso”: in occasione del 65° anniversario dell’allacciamento delle relazioni diplomatiche, Pechino e Phnom-Penh si sono impegnati ad approfondire la “cooperazione pragmatica” nel campo dell’intelligence e della sicurezza. L’importanza della collaborazione in materia di sicurezza è stata evidenziata anche nell’incontro con il presidente vietnamita Vo Van Thuong, e con i leader thailandesi è stato convenuto di approfondire i rapporti e scambiare le opinioni sui temi della sicurezza.

Sicurezza e Pacifico: l’Australia sigla accordo con Tuvalu

Lo scorso venerdì il primo ministro australiano Anthony Albanese ha firmato un accordo con Kausea Natano, premier di Tuvalu: di recente il piccolo arcipelago polinesiano del Pacifico meridionale ha modificato la costituzione per consentire al paese di esistere “in perpetuo” anche ne caso finisca completamente sott’acqua, un’eventualità che gli esperti hanno previsto entro un secolo. L’Australia ha garantito che ogni anno offrirà documenti di soggiorno permamenti a 280 cittadini dell’arcipelago: un accordo che il ministro della Difesa Richard Marles ha definito come una “svolta nelle nostre relazioni con il Pacifico”. L’Australia si sta impegnando a rafforzare la propria influenza sulle isole della regione, come dimostra l’approvazione da parte del Parlamento di un programma più ampio che offre l’insediamento permanente a 3 mila abitanti delle isole del Pacifico all’anno. Malgrado la competizione con Pechino sia diminuita, gli analisti hanno evidenziato come il trattato segni una netta vittoria per Canberra nei tentativi di entrambi i paesi di espandere i legami di sicurezza nella regione. Il trattato prevede anche per l’Australia la possibilità di bloccare accordi tra Tuvalu e Cina in tema di personale di sicurezza, telecomunicazioni, energia o infrastrutture portuali.

Corea del Nord: Stati Uniti e Corea del Sud rivedono la strategia di deterrenza

Lunedì la Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno rivisto la Tailored Deterrence Strategy (TDS), un accordo di sicurezza bilaterale sottoscritto dieci anni fa e volto a dissuadere la Corea del Nord dall’avanzare delle minacce nucleari e missilistiche. Durante i colloqui sulla sicurezza, che si sono tenuti ieri a Seoul, il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin e il ministro della Difesa sudcoreano Shin Won-sik hanno discusso della necessità di aggiornare la strategia per tenere il passo dei rapidi progressi della minaccia missilistica e nucleare di Pyongyang. Non sono stati forniti ancora dettagli su cosa implichi la revisione.

La Lituania vuole normalizzare i rapporti con la Cina

L’Estonia concederà al governo di Taiwan di aprire un ufficio di rappresentanza nella capitale Tallinn, nonostante il monito portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin di rispettare “il suo impegno solenne al principio di una sola Cina“. La sensibilità di Pechino sullo status delle isole di Taiwan è una questione che emerge spesso come elemento di frizione nelle relazioni diplomatiche con altri Paesi. Ha fatto molto discutere il caso della Lituania, che nel 2021 aveva fatto scattare il ritiro della rappresentanza diplomatica di Pechino per ragioni simili. Oggi, però, i colloqui per la normalizzazione dei rapporti tra Pechino e Vilnius “sono definitivamente in corso”. Lo ha dichiarato venerdì il Ministro degli Esteri della Lituania Gabrielius Landsbergis, che ha risposto così alle domande dei giornalisti su un possibile ritorno degli ambasciatori nei rispettivi Paesi. Il Ministro degli Esteri di Taiwan Joseph Wu in visita in Lituania questa settimana ha incontrato la leadership parlamentare, ma nessun funzionario del governo. Landsbergis ha voluto ribadire così che la Lituania non ha relazioni diplomatiche con Taiwan e si attiene alla cosiddetta politica di una sola Cina.

Sono giorni intensi per le relazioni tra Pechino e i Paesi baltici. Proprio di recente Estonia e Finlandia hanno denunciato danneggiamenti a cavi sottomarini e gasdotti avvenuti il mese scorso. Venerdì i procuratori esteri hanno dichiarato che la nave New Polar Bear, registrata a Hong Kong, è la principale indagata. I funzionari estoni e finlandesi, infatti, hanno dichiarato che i movimenti dell’imbarcazione tra il 7 e l’8 ottobre coinciderebbero con il luogo e l’orario dei danni. La Cina ha dichiarato che è disposta a collaborare alle indagini in conformità con il diritto internazionale.

Indonesia e Usa lanciano collaborazione sui semiconduttori

Il dipartimento di Stato Usa collaborerà con il governo dell’Indonesia per esplorare opportunità di crescita e diversificazione dell’ecosistema globale dei semiconduttori nell’ambito del Fondo per la sicurezza tecnologica e l’innovazione internazionale (Itsi), istituito dal Chips Act del 2022. Lo hanno annunciato ieri le autorità americane aggiungendo che il partenariato contribuirà a creare una catena del valore globale dei semiconduttori più resiliente, sicura e sostenibile. Intanto ieri Prabowo Subianto, il candidato alla presidenza in testa ai sondaggi, ha dichiarato che in caso di vittoria manterrà una politica estera “indipendente”: “Non faremo parte di alcun blocco militare. Non faremo parte di alcun blocco geopolitico”.

A cura di Agnese Ranaldi e Vittoria Mazzieri; ha collaborato Alessandra Colarizi