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In Cina e Asia – Evergrande conferma, fondatore sotto sorveglianza per aver commesso “reati”

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Evergrande conferma: fondatore sotto sorveglianza per aver commesso “reati”
  • Gli Usa accusano la Cina di manipolare l’informazione globale
  • Taiwan svela il suo primo sottomarino prodotto “in casa”
  • Cina, nominato un nuovo capo di Partito del Ministero delle Finanze
  • Timor-Leste corteggia la Cina 
  • Capo della sicurezza cinese per la prima in Germania per un incontro di alto livello
  • Corea del Nord, l’espulsione del disertore Usa e i rapporti con la Russia

Le azioni di Evegrande e di due delle sue sussidiarie quotate alla borsa di Hong Kong sono state sospese giovedì. Oltre all’azienda madre, la sospensione riguarda la società di servizi immobiliari Evergrande Property Services Group, e quella per la produzione di veicoli elettrici China Evergrande New Energy Vehicle Group. La decisione è arrivata dopo la notizia, riportata mercoledì da Bloomberg, della messa in stato di sorveglianza da parte della polizia cinese del fondatore e maggior azionista di Evergrande, Xu Jiayin, anche conosciuto come Hui Ka Yan. Giovedì sera il colosso dell’immobiliare cinese ha poi confermato di aver “ricevuto notifica dalle autorità competenti” del fatto che Xu sia stato messo sotto sorveglianza, in quanto accusato di aver commesso non specificati reati. La società non ha fornito ulteriori dettagli. Come riportato dal Nikkei, a parte Xu sembra che nessun altro attuale dirigente di Evergrande debba affrontare accuse penali.

Taiwan svela il suo primo sottomarino prodotto “in casa”

Giovedì Taiwan ha svelato al mondo il suo primo sottomarino prodotto in modo autonomo, costruito dalla società taiwanese CSBC. Come riportato dal Financial Times, per realizzarlo ci sono voluti circa 1,5 miliardi di dollari e sette anni di lavoro: la presidente taiwanese Tsai Ing-wen aveva infatti avviato il programma per la costruzione del sottomarino nel 2016, poco dopo l’inizio del suo primo mandato. A causa delle pressioni cinesi sui potenziali paesi rivenditori, prima di questo nuovo sottomarino la flotta subacquea di Taipei contava due soli sommergibili, acquistati negli anni ’80 dai Paesi Bassi. Il nuovo sottomarino – chiamato Hai Kun, o Narwhal in inglese – è stato costruito per il 40% con componenti taiwanesi: il resto è stato acquistato dall’estero mantenendo un alto grado di segretezza su tutta la catena di approvvigionamento. Anche durante la cerimonia il sommergibile è rimasto per gran parte coperto, e non sono stati rivelati dettagli sulle sue dimensioni o capacità. Lo Hai Kun dovrebbe essere consegnato alla marina taiwanese entro la fine 2024. Nei prossimi anni, l’obiettivo di Taipei è di costruirne altri sette per espandere la sua flotta fino ad almeno dieci sottomarini, che si ritiene potranno complicare le operazioni dell’Esercito popolare di liberazione cinese nello Stretto.

Cina, nominato un nuovo capo di Partito del Ministero delle Finanze

La Repubblica popolare cinese ha nominato un nuovo capo del Partito del Ministero delle Finanze. Si tratta di Lan Foan, 61enne ex capo del Partito dello Shanxi. Secondo le dichiarazioni di Pechino, Lan sarebbe pronto a ricoprire anche la carica di ministro delle Finanze e succedere quindi a Liu Kun, che ha assunto entrambi i ruoli dal 2018 (venendo riconfermato per la seconda volta durante le nomine dello scorso marzo). Zhang Zhiwei, capo economista della società di investimenti specializzata in Asia Pinpoint Asset Management, ha detto al South China Morning Post che la mossa “rende più probabile un cambiamento nella politica fiscale del prossimo anno”. Pechino sta lottando per ridurre il debito pubblico di alcune delle province più in difficoltà del paese su questo fronte. A preoccupare sono i rischi di default dei cosiddetti “veicoli di finanziamento dei governi locali” (LGFV),  entità pubbliche o private (spesso ibride) che prendono in prestito denaro per finanziare progetti immobiliari o infrastrutturali locali, aggirando le restrizioni sui prestiti dei governi locali.

Timor-Leste corteggia la Cina

La scorsa settimana Timor-Leste e Cina hanno elevato il grado delle proprie relazioni diplomatiche al rango di partenariato strategico globale. L’accordo prevede un rafforzamento della cooperazione militare ed economica tra i due paesi, con riferimento soprattutto allo sfruttamento delle riserve di combustibili fossili di Dili. Entrambi i punti hanno causato preoccupazione tra i paesi occidentali. Dopo decenni di controversie, Australia e Timor-Leste hanno firmato nel 2018 un accordo per spartirsi i diritti di estrazione del giacimento di Greater Sunrise, situato tra i due paesi. Da allora, però, a causa dei costi proibitivi (18 miliardi di dollari, cinque volte il Pil di Timor-Leste) il progetto sul lato est-timorese non è mai partito. L’85% del budget annuale di Dili dipende dallo sfruttamento delle proprie riserve di petrolio e gas naturale, che sono però in esaurimento. Per questo, secondo diversi analisti contattati dal Guardian, si ritiene che Timor-Leste stia corteggiando la Cina per spingere l’Australia a finanziare i progetti di estrazione a Greater Sunrise. Ma se Pechino decidesse di investire davvero nell’area potrebbe ricavarne un vantaggio strategico, perché avrebbe probabilmente accesso a un porto in acque profonde nel mar di Timor, di fronte (in linea d’aria) alla città australiana di Darwin. Di stamattina la smentita Timor Est del presidente Jose Ramos-Horta, secondo il quale non è mai stata discussa la possibilità di una cooperazione con la Cina sul piano militare nell’ambito dei colloqui per il potenziamento delle relazioni diplomatiche. Australia e Indonesia possono “dormire sonni tranquilli”, ha aggiunto.

Gli Usa accusano la Cina di manipolare l’informazione globale

Il Dipartimento di Stato americano ha annunciato uno “storico rapporto” in merito ai tentativi della Cina di “plasmare l’ambiente globale dell’informazione a proprio vantaggio”. Secondo quanto anticipato ieri da Jamie Rubin, inviato speciale e coordinatore del Global Engagement Center,  Pechino ha investito miliardi di dollari per costruire un ecosistema globale dell’informazione che “promuove la sua propaganda e facilita la censura e la diffusione di disinformazione”. Il rapporto evidenzia che la strategia di Pechino si avvale principalmente di cinque strumenti: lo sfruttamento della propaganda e della censura, la promozione dell’autoritarismo digitale, lo sfruttamento di organizzazioni internazionali e partenariati bilaterali, la combinazione di cooptazione e pressione e l’esercizio del controllo sui media in lingua cinese. Gli sforzi del governo cinese, però, non avrebbero raggiunto gli obiettivi sperati; almeno non nei Paesi democratici, dove – secondo il report – l’impatto è stato attutito grazie “alla resistenza dei media locali e della società civile”.

Non solo propaganda. Solo ieri un membro dello staff del Senato statunitense ha rivelato alla Reuters nuovi dettagli sul caso di hacking che ha coinvolto diversi account di posta elettronica del Dipartimento di Stato americano, e che Microsoft ha denunciato a luglio: sarebbero almeno 60 mila le mail private trafugate.  Gli account violati sarebbero dieci, di cui nove appartenenti a membri del Dipartimento di Stato che si occupano di Asia orientale e Pacifico. Microsoft e i funzionari americani hanno accusato dell’operazione un gruppo di hacker cinesi legati al governo di Pechino, che sarebbero riusciti a ottenere l’accesso alle mail dopo aver compromesso il dispositivo di un dipendente di Microsoft.

Intanto, tra un’accusa e l’altra, il dialogo tra Cina e Stati Uniti prosegue. Nella giornata di ieri è arrivata la notizia di un incontro avvenuto mercoledì a Washington tra l’assistente segretario di Stato per gli Affari dell’Asia orientale e del Pacifico, Daniel Kritenbrink, e il viceministro degli Esteri cinese Sun Weidong. Le consultazioni – definite “franche, approfondite e costruttive” – “hanno toccato questioni regionali nell’ambito degli sforzi tesi a mantenere aperte le linee di comunicazione”. La ripresa dei contatti pare sia funzionale a un possibile secondo incontro tra Xi Jinping e Biden all’Apec di San Francisco, nel mese di novembre. Sempre a questo scopo, secondo il Wall Street Journal, Pechino invierà negli Stati Uniti il ministro degli Esteri Wang Yi e He Lifeng, vicepremier nonché capo del partito della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma.

Capo della sicurezza cinese per la prima in Germania per un incontro di alto livello

Chen Wenqing, membro del Politburo e segretario del Partito Comunista della Commissione Centrale per gli Affari politici e della Sicurezza, ha partecipato per la prima volta al dialogo ad alto livello sulla sicurezza tra Cina e Germania a Berlino. Si tratta del secondo viaggio all’estero per Chen da quando ha assunto il ruolo di capo del potente organo che sovrintende alla sicurezza nazionale, lo scorso ottobre. La sua visita in Europa è iniziata il 21 settembre scorso e ha incluso una tappa italiana, durante la quale il funzionario cinese ha incontrato il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani. Il dialogo tra Pechino e Berlino è il quarto dal 2017, ma agli incontri precedenti avevano partecipato delegati di livello inferiore. Secondo il readout della agenzia statale cinese Xinhua, i dialoghi bilaterali sulla sicurezza hanno “contribuito al mantenimento degli interessi di sicurezza comuni” tra i due paesi. Le discussioni con Berlino sono state definite “sincere e approfondite” e le due parti, sulla base di quanto riportato dalla Xinhua , hanno raggiunto un consenso su argomenti quali “l’antiterrorismo, la criminalità organizzata e la sicurezza online”.

Corea del Nord, l’espulsione del disertore Usa e i rapporti con la Russia

Dopo settimane di diplomazia mediata dalla Svezia, la Corea del Nord ha deciso di deportare Travis T. King, il soldato afroamericano che a luglio scorso ha attraversato la Corea del Sud per raggiungere il Nord, primo caso di diserzione al Nord di un militare americano in servizio dagli anni Ottanta. Prima, in periodo di Guerra Fredda, i soldati statunitensi che disertavano attraversano il 38° parallelo venivano accolti dal regime e utilizzati per la propaganda antiamericana. Pyongyang non ha chiarito le ragioni per l’espulsione del soldato, ma diversi esperti hanno evidenziato come ad oggi il paese non vede più nei disertori americani dei vantaggi reali. 

A inizio di questa settimana, intanto, un aereo militare russo non programmato è atterrato in Corea del Nord e ha trascorso nel paese circa due giorni prima di tornare in Russia. Secondo quanto riportato dai media specializzati in affari nordcoreani, il silenzio dei paesi interessati in merito alla faccenda potrebbe indicare che a bordo dell’aereo vi erano ufficiali militari inviati per affrontare colloqui su armi o trasferimenti di tecnologiaIl presidente russo Vladimir Putin lo ha dichiarato in occasione della visita in Russia di Kim Jong-un a metà settembre: Mosca intenderebbe prestare la propria assistenza a Pyongyang per il lancio di razzi vettori e l’immissione di satelliti artificiali nell’orbita terrestre. Ma non sarebbe la prima volta che l’aereo russo attraversa i cieli nordcoreani: il suo numero di coda indica che si tratta dello stesso mezzo che la Russia ha inviato nel paese lo scorso agosto, a pochi giorni dalla visita del ministro della Difesa Sergei Shoigu.

A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno; ha collaborato Alessandra Colarizi