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In Cina e Asia – Il nuovo ambasciatore cinese fa visita a Kissinger

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Xie Feng fa visita a Henry Kissinger
  • Gli Usa rafforzano le catene di approvvigionamento dei settori critici
  • Bill Gates: la Cina può dare un contributo unico alle sfide globali
  • Il primo aereo a fusoliera stretta realizzato in Cina fa il suo esordio nella tratta Shanghai-Pechino
  • Hong Kong: si scioglie uno dei più importanti partiti pro-democrazia
  • La Corea del Nord fortifica i suoi confini con Cina e Russia

Xie Feng, il nuovo ambasciatore cinese a Washington, è arrivato negli Usa da neanche una settimana e ha già iniziato le attività diplomatiche: lo scorso venerdì si è diretto in Connecticut per incontrare l’ex consigliere per la sicurezza nazionale ed ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, che ha compiuto cento anni il 27 maggio. Il breve comunicato dell’ambasciata cinese riporta che i due hanno intrattenuto un “approfondito scambio di opinioni sulle relazioni Cina-Stati Uniti e sulle questioni internazionali e regionali di interesse comune”. L’ex segretario di stato, che dagli anni Settanta ha mantenuto rapporti durevoli con leader e funzionari cinesi, in recenti interviste a giornali internazionali si è detto molto preoccupato sulle conseguenze di un confronto tra le due prime potenze mondiali.

Gli Usa rafforzano le catene di approvvigionamento dei settori critici

Sabato scorso gli Stati Uniti e 13 paesi dell’Asia-pacifico hanno stretto un accordo per espandere la cooperazione nelle catene di approvvigionamento di settori critici, soprattutto allo scopo di prevenire e rispondere a possibili carenze (come quella dei semiconduttori riscontrata durante la crisi pandemica). Un nuovo passo con cui Washington rafforza i legami economici con gli alleati dell’area nell’ambito dell’Indo-Pacific Economic Framework, una iniziativa lanciata a maggio del 2022 (ai movimenti militari e commerciali nell’Asia-Pacifico abbiamo dedicato lo scorso anno l’ebook n°13). Il patto, come ribadito venerdì scorso dalla rappresentante degli Usa per il Commercio Katherine Tai, non si configura tuttavia come un tradizionale accordo di libero scambio: “Per troppo tempo le nostre politiche commerciali si sono concentrate sulla liberalizzazione, sull’efficienza e sulla riduzione dei costi”, ha detto Tai, mentre ora Washington rivendica la necessità di proteggere i posti di lavoro e rafforzare l’industria manifatturiera del paese. Un aspetto che preoccupato le nazioni meno ricche: secondo le parole della direttrice generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio Ngozi Okonjo-Iweala, i paesi in via di sviluppo temono che gli standard imposti sulle condizioni lavorative e i salari “siano solo uno stratagemma per bloccare i loro prodotti”.

Di recente sia Washington e Tokyo si sono impegnati in sforzi per rafforzare le catene di fornitura con una particolare attenzione ai loro alleati emergenti e in via di sviluppo. All’indomani dell’incontro a Detroit della scorsa settimana tra Raimondo e l’omologo giapponese Yasutoshi Nishimura, in un comunicato congiunto i due paesi hanno espresso la volontà di rafforzare la cooperazione nella ricerca e nello sviluppo di chip avanzati e alte tecnologie. Una collaborazione che punta a “identificare e risolvere le concentrazioni geografiche di produzione che minano la resilienza della catena di fornitura dei semiconduttori”. Un chiaro riferimento alla Cina, che di recente ha vietato la vendita di chip della statunitense Micron Technology, citando “rischi per la sicurezza nazionale”. Il Giappone sta offrendo sovvenzioni proprio a Micron, e il nuovo produttore nipponico Rapidus sta collaborando con International Business Machines (IBM) per sviluppare semiconduttori logici avanzati.

Bill Gates: la Cina può dare un contributo unico alle sfide globali

Anche dalla Repubblica popolare, in queste ore, sono giunti appelli per una maggiore cooperazione in termini tecnologici. Dal 25 al 30 maggio il quartiere hi-tech di Pechino ospita il Zhongguancun Forum in Beijing. Il vicepremier Ding Xuexiang (il più alto funzionario a supervisionare lo sviluppo tech del paese) ha invitato a “ottimizzare la distribuzione delle risorse per l’innovazione, rafforzare la costruzione di infrastrutture per la scienza e la tecnologia e migliorare l’efficacia complessiva del sistema di innovazione”, per far fronte ai ventri contrari di Washington e i suoi alleati. In un collegamento-video durante il forum, inoltre, il fondatore di Microsoft Bill Gates ha detto che la Repubblica popolare “sta svolgendo un ruolo importante nell’affrontare le complesse sfide globali, tra cui le future pandemie e l’insicurezza alimentare”. Gates ha sottolineato che nell’ottica di una maggiore cooperazione per contrastare i problemi attuali, la Cina è in grado di “dare il suo contributo al mondo” con il suo “mix di competenze ed esperienze”. Secondo il miliardario il precedente appello di Xi Jinping sulla necessità di una cooperazione aperta sulla tecnologia “non potrebbe essere più tempestivo”.

Il primo aereo a fusoliera stretta realizzato in Cina fa il suo esordio nella tratta Shanghai-Pechino

Domenica 28 maggio il C919, il primo aereo a fusoliera stretta (da 164 posti) realizzato in Cina, ha effettuato il suo primo volo commerciale nella tratta Shanghai-Pechino della China Eastern Airlines. Il velivolo è prodotto dalla Commercial Aviation Corp of China (COMAC), che entra così in competizione con il 737 MAX dell’americana Boeing e l’A320neo della francese Airbus. La speranza di Pechino è proprio quella di infrangere il duopolio occidentale al vertice dell’industria manifatturiera aerea mondiale. Il C919 ha volato per la prima volta nel 2017: da allora ha sostenuto numerosi voli di prova senza passeggeri e il suo esordio ufficiale ha ricevuto molta attenzione in patria. La COMAC prevede che la produzione raggiungerà i 150 aerei all’anno entro il 2028. Come riportato da Reuters, nonostante sia totalmente assemblato in Cina molte componenti del C919 provengono da fornitori occidentali. Li Hanming, un esperto di aviazione cinese, ha dichiarato che la maggior parte degli ordini di C919 sono stati effettuati da compagnie aeree della Repubblica popolare, ma anche che “il mercato interno è grande abbastanza” per sostenerne la produzione. Per ora né le autorità europee né quelle americane hanno certificato il C919, situazione che al momento esclude l’utilizzo del velivolo nei principali mercati internazionali.

Hong Kong: si scioglie uno dei più importanti partiti pro-democrazia

Nel weekend i membri del Civic Party, una delle formazioni politiche pro-democrazia più importanti di Hong Kong, hanno deciso di sciogliere il partito a seguito di una votazione interna. Negli ultimi anni diversi esponenti del Civic Party sono stati espulsi dai consigli locali e condannati per aver partecipato alle manifestazioni democratiche del 2019, oltre che accusati di “cospirazione” finalizzata alla sovversione dopo la pubblicazione da parte di Pechino della legge sulla sicurezza nazionale del 2020. Il partito era stato fondato nel 2006 e i suoi massimi dirigenti erano principalmente avvocati. Come riportato da Agence France-Presse, il presidente e cofondatore del partito, Alan Leong, rimane tuttora l’unico candidato non preselezionato dalla Cina continentale ad aver partecipato alle elezioni per diventare capo dell’esecutivo di Hong Kong, nel 2007.

La Corea del Nord fortifica i suoi confini con Cina e Russia

A partire dal 2020 la Corea del Nord ha iniziato a fortificare le misure di sicurezza alla frontiera con Cina e Russia. Lo ha rivelato Reuters in un articolo nel quale sono presenti diverse immagini satellitari a corroborare le versioni di defector e attivisti. La Corea del Nord, nell’estremità settentrionale del paese, condivide 1400 km di confine con la Repubblica popolare e 18 km con la Russia. Di questi, stando alle immagini, almeno 489 km sarebbero stati rinforzati con recinzioni metalliche, doppi muri di cemento e nuovi posti di guardia. Sono presenti inoltre telecamere, filo spinato e recinzioni elettriche, mentre le guardie di frontiera sono addestrate a sparare a vista a chiunque tenti di attraversare il confine. Secondo il Dipartimento di Stato americano tra le misure di deterrenza sono “incluse le mine antiuomo”. Ma attraverso i confini settentrionali della Corea del Nord non passano solo i defector: la frontiera ha sempre rappresentato un’opportunità sia per l’ingresso di informazioni dall’esterno che per il contrabbando di merci. Dai mercati informali dipende la sussistenza di gran parte della popolazione nordcoreana, ma negli ultimi mesi le rimesse sono diminuite e la carenza di cibo è peggiorata. Il contenimento del Covid è stata una “scusa”, ha detto Lina Yoon di Human Rights Watch. Per JR Kim, ex funzionario del governo sudcoreano, con queste fortificazioni Pyongyang punta a rafforzare il controllo sul commercio (ufficiale e non) così da non permettere a militari, funzionari o “piccoli borghesi” di costruire delle basi di potere e minacciare la leadership.

Come riportato dal Nikkei Asia, alla diminuzione del contrabbando è corrisposto l’aumento del commercio formale. Gli scambi tra la Corea del Nord e la Cina sono tornati al 90% dei livelli pre-pandemici. Nei primi quattro mesi del 2023 i due paesi hanno scambiato beni per circa 684 milioni di dollari, con Pyongyang che ha esportato prevalentemente parrucche (prodotte nel paese dopo aver acquistato i capelli da Pechino) e ciglia finte. L’industria leggera non è infatti soggetta alle sanzioni come quelle del carbone o del ferro, per esempio, ma si sono registrate anche diverse violazioni del sistema sanzionatorio. Il regime nordcoreano invece importa soprattutto riso, ma “non basterà a soddisfare il deficit” di produzione interna, ha dichiarato il professore ed esperto di Corea del Nord, Mitsuhiro Mimura.

A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno