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In Cina e Asia – Il Canada esclude Huawei e ZTE dal 5G

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

I titoli di oggi:

  • Il Canada esclude Huawei e ZTE dal 5G
  • La Cina spia azienda militare di Putin
  • La strategia Zero Covid minaccia la guerra alla povertà
  • Shanghai faciliterà l’import di vaccini
  • Lo Sri Lanka annuncia il default
  • Biden in Asia

La notizia era attesa da tempo, ma solo oggi è diventata ufficiale. Per motivi di “sicurezza”, il governo di Justin Trudeau ha vietato l’utilizzo di apparecchiature Huawei e ZTE dalla rete 5G nazionale. I fornitori di servizi wireless che già impiegano tecnologia cinese saranno costretti a “interromperne l’uso e rimuoverla”. L’annuncio segue a stretto giro la rimozione delle restrizioni cinesi sull’import di canola canadese, imposte tre anni fa dopo l’arresto della CFO di Huawei, Meng Wanzhou. La liberazione della donna (e dei due Michael) lo scorso anno era parsa rimettere in carreggiata le relazioni tra Pechino e Ottawa. Ma l’allineamento del Canada alle iniziative americane continua a indispettire la Cina. Condannando la decisione, stamattina l’ambasciata cinese ha definito la mossa il frutto di una “manipolazione politica”.

La Cina spia azienda militare di Putin

“Frenemy”. E’ forse il termine che meglio riassume la natura del rapporto tra Pechino e Mosca. Un’amicizia di convenienza che include alcuni aspetti della competizione. Due recenti notizie esemplificano questa ambivalenza: come pseudo-alleata – secondo Bloomberg – la Cina starebbe acquistando petrolio russo a prezzo scontato per rabboccare le proprie riserve strategiche. Ma non fidandosi completamente, Pechino non risparmia a Mosca il trattamento riservato ai competitor. Secondo la società israeliana di cybersecurity Check Point, a partire da marzo hacker cinesi hanno cominciato a spiare alcuni dei principali centri di ricerca militare russi. Bersaglio prediletto della campagna è Rostec Corporation, azienda, fondata da Vladimir V. Putin nel 2007, e diventata una dei più grandi conglomerati militari russi attivi nella ricerca e produzione per tecnologia di difesa di fascia alta, strumenti di guerra elettronica e motori aeronautici. Per gli esperti israeliani, molti degli attacchi provenienti dalla Cina sembrano tesi alla raccolta di informazioni e proprietà intellettuale, piuttosto che a influenzare il conflitto a favore dell’Ucraina o della Russia.

La strategia Zero Covid minaccia la guerra alla povertà

La strategia Zero Covid sta compromettendo la lotta contro la povertà. Secondo il FT, nella città di Jilin e nel polo industriale di Quanzhou, nel Fujian,  i funzionari locali hanno dovuto stanziare somme consistenti alle campagne di testing che il governo centrale ritiene necessari per debellare i focolai sul nascere. Secondo Dongwu Securities, la campagna potrebbe costare fino a 1,7 mila miliardi di yuan (250 miliardi di dollari), ovvero il 9% del reddito fiscale del 2021.  Le autorità di Jilin hanno dichiarato a gennaio di prevedere un calo dell’8% delle entrate fiscali e un aumento del 6,9% della spesa sanitaria rispetto allo scorso anno. Non va meglio a Quanzhou, dove a marzo è stata registrata una flessione dell’8,2% negli investimenti fissi, rispetto a un aumento su scala nazionale del 6,6%. I costi sanitari rendono ancora più delicata la posizione delle amministrazioni locali, su cui grava anche la responsabilità di alleggerire la pressione fiscale per le aziende colpite dai vari lockdown. Mentre gli ultimi dati economici restituiscono un quadro per nulla incoraggiante, tra gli esperti cinesi continua a prevalere la convinzione che lasciare il Covid a briglia sciolta provocherebbe costi anche maggiori.

Shanghai faciliterà l’import di vaccini

Shanghai aprirà un “canale verde” per accelerare le procedure di approvazione della quarantena sanitaria per i vaccini contro il Covid-19, i farmaci terapeutici e altri rimedi. Lo ha reso noto ieri un funzionario delle dogane cinesi citato da Caixin. Fino ad oggi la Cina ha portato avanti una campagna vaccinale “nazionalista”, rigettando l’impiego di sieri stranieri. Ma da mesi Fosun Pharma è in attesa di ottenere l’approvazione delle autorità per distribuire oltre la Muraglia il vaccino mRNA sviluppato da BioNTech e Pfizer. La retromarcia è imputabile da una parte alla scarsa efficacia dei surrogati cinesi, dall’altra all’interruzione della produzione di CanSino Biologics, a causa del lockdown di Shanghai.

Intanto dopo giorni di trend positivo, stamattina la capitale economica cinese ha riportato tre nuovi casi fuori dalle aree isolate per la prima volta in cinque giorni.

Lo Sri Lanka annuncia il default

Lo Sri Lanka, la più antica democrazia asiatica, ha dichiarato ufficialmente default. L’annuncio è avvenuto ieri per bocca del governatore della banca centrale scaduto il periodo di grazia di 30 giorni per il pagamento degli interessi su due titoli sovrani. L’isola di Ceylon sta attraversando la peggiore crisi politica dalla fine della guerra civile. Secondo l’agenzia di rating Moody’s, si tratta del primo default di una nazione dell’Asia-Pacifico dall’inizio del nuovo secolo. Il Nikkei analizza in 5 punti le ripercussioni per la Cina, uno dei principali creditori del paese.

Biden in Asia

E’ cominciato il tour asiatico di Joe Biden. Il presidente americano è atterrato oggi in Corea del Sud, dove rimarrà fino a domenica, per poi recarsi in Giappone: La tappa nipponica coinciderà con l’atteso vertice dei Quad e – salvo imprevisti – l’annuncio della dibattuta Indo-Pacific Economic Framework (IPEF), l’iniziativa economica con cui Biden punta a compensare l’abbandono americano della TPP. Dibattuta perché chi ne conosce i dettagli ritiene non porterà sostanziali benefici ai partner asiatici imponendo altresì dispendiosi adeguamenti in campo ambientale e del lavoro. Non solo. Partecipando a un recente evento dell’Institute for China-America Studies, diversi esperti hanno sollevato perplessità per l’impatto del piano. Da una parte è stato segnalato il rischio di imporre standard occidentali a paesi fortemente dipendenti dalla tecnologia cinese. Soprattutto quando si parla di 5 e 6G. L’altro elemento da tenere in considerazione è la diversità delle nazioni Asean. Fattore che rende ancora più difficile l’imposizione di un protocollo comune e adattabile a tutti i membri.

L’inquilino della Casa Bianca è convinto di intraprendere la sua trasferta “con il vento a favore”: i timori incrociati per la partnership sino-russa e la ripresa della minaccia nordcoreana rendono il ritorno degli States nella regione particolarmente gradito. Ma i paesi del quadrante stavolta si aspettano promesse concrete.

A cura di Alessandra Colarizi