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In Cina e Asia – Cina, l’Oms osserva casi di polmonite batterica tra i bambini

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Cina, l’Oms osserva casi di polmonite batterica tra i bambini
  • Mar cinese meridionale: fregata cinese osserva le esercitazioni di Filippine e Usa
  • Pentagono: Usa ritardo di 4 anni sulla Cina
  • Il tribunale della Corea del Sud ordina al Giappone di risarcire le “comfort women”
  • Nepal: scontri tra polizia e manifestanti pro-ripristino della monarchia
  • Sri Lanka: sempre più famiglie sotto la soglia di povertà

Giovedì, a seguito di un aumento dei casi di polmonite batterica e altre malattie respiratorie nella Cina nordorientale, la Commissione sanitaria nazionale cinese (NHC) ha ordinato agli ospedali del paese di migliorare le proprie capacità di diagnosi e trattamento delle infezioni. Rispetto ai dati degli ultimi tre anni, dalla metà di ottobre nel nord-est della Cina si è iniziato a registrare un aumento dei casi di malattie respiratorie, legate a tre agenti eziologici diversi: il mycoplasma pneumoniae (un batterio che causa polmoniti stagionali soprattutto nei bambini), il virus respiratorio sinciziale (RSV) e il SARS-CoV-2 (il virus che causa il Covid-19). Da monitorare per ora sono soprattutto le polmoniti causate da mycoplasma pneumoniae nei bambini. Non ci sono ancora numeri precisi, ma secondo fonti di Caixin i reparti pediatrici di alcuni ospedali del paese (anche a Pechino e Shanghai) avrebbero quasi esaurito i letti disponibili. Caixin riporta anche casi di malasanità. Alcuni pazienti si sono lamentati di essere stati sottoposti a pesanti cure con antibiotici senza aver prima ricevuto una diagnosi. Uno dei problemi è infatti la carenza dei test rapidi e molecolari, gli stessi usati per diagnosticare il Covid-19.

Il 13 novembre il vicepresidente dell’ospedale Chaoyang di Pechino, Tong Zhaohui, aveva riconosciuto la presenza di “una tendenza epidemica di infezioni da mycoplasma pneumoniae nei bambini”, aggiungendo però che questo tipo di epidemie sono cicliche e si ripetono ogni 3-7 anni. Secondo alcuni esperti, contattati da vari media internazionali (Reuters, Al Jazeera, BBC), l’impennata dei casi potrebbe in parte essere dovuta al fatto che questo sia il primo autunno-inverno completo dalla cancellazione della politica Zero Covid, che oltre alla circolazione del SARS-CoV-2 avrebbe limitato anche quella di altri patogeni, come il mycoplasma pneumoniae. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha intanto chiesto alla Cina maggiori dettagli sulle malattie respiratorie registrate e sul grado di pressione degli ospedali. Come riportato dalla BBC, non si tratta di una richiesta strana, anche se è inusuale che avvenga pubblicamente e non solamente attraverso canali privati. Tramite un’intervista alla Xinhua, la NHC ha dichiarato di stare monitorando la situazione.

Mar cinese meridionale: fregata cinese osserva le esercitazioni di Filippine e Usa

Martedì la marina cinese ha condotto un pattugliamento nel Mar cinese meridionale durante le esercitazioni congiunte di Filippine e Stati Uniti. Lo ha dichiarato il colonnello Tian Junli, portavoce del Comando del teatro meridionale dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese (PLA). “La Cina si oppone fermamente alla decisione delle Filippine di colludere con forze esterne per pattugliare e creare problemi nel Mar cinese meridionale, minando la pace regionale”, si legge nel comunicato. Il pattugliamento, condotto dalla fregata Yuncheng, è servito a monitorare il primo dei tre giorni di esercitazioni che Manila e Washington hanno fatto partire martedì dall’isola di Mavulis, il punto più a nord delle Filippine che si trova a soli 100 chilometri da Taiwan, e che poi sono continuate attraverso il Mar cinese meridionale. Secondo alcuni esperti, contattati dal tabloid cinese Global Times, la presenza del PLA è servita come “forza di deterrenza” utile a mostrare la capacità di Pechino di difendere la propria “sovranità nazionale”. Lunedì la marina del PLA aveva inoltre condotto due esercitazioni a fuoco vivo vicino all’isola cinese di Hainan, nel Mar cinese meridionale.

Pentagono: Usa ritardo di 4 anni sulla Cina

Ammonterebbe a circa quattro anni il ritardo accumulato dal programma di ammodernamento delle forze armate statunitensi. Lo ha stimato il Pentagono, che ha riconosciuto la causa principale nei dibattiti sui finanziamenti che interessano il Congresso degli Stati Uniti. Lo scorso martedì la vicesegretaria alla Difesa Kathleen Hicks ha dichiarato che il dipartimento ha dovuto affrontare “conseguenze significative” a causa di disegni di legge di spesa a breve termine o misure simili decise negli ultimi anni. Proprio la scorsa settimana il presidente Joe Biden ha firmato una legge di spesa temporanea per assicurare i finanziamenti governativi ai livelli attuali e permettere al Congresso di trovare un accordo sugli stanziamenti per il bilancio dell’anno fiscale 2024. Hicks ha spiegato che le risoluzioni a breve termine “minano la nostra sicurezza nazionale e la nostra competitività” e ritardano gli sforzi per contrastare la Cina.

Nella corsa della Cina alle tecnologie strategiche rientrano anche i progressi nel comparto militare. Per decenni gli Stati Uniti hanno potuto contare su un dominio totale dei propri sottomarini sulla Repubblica popolare. In futuro potrebbe non essere più così: all’inizio di quest’anno, come mostrato dalle immagini satellitari, Pechino ha messo in mare un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare con un sistema di propulsione a pompa invece che a elica. Negli ultimi anni il paese ha anche ampliato rapidamente la sua flotta di superficie.

Il tribunale della Corea del Sud ordina al Giappone di risarcire le “comfort women”

Ieri l’Alta Corte di Seul ha ordinato a Tokyo di risarcire un gruppo di 16 donne costrette a lavorare nei bordelli giapponesi in tempo di guerra, ribaltando la sentenza di un tribunale di grado inferiore che aveva respinto il caso. L’eredità del dominio coloniale giapponese sulla penisola coreana è un tema politicamente sensibile per i due paesi: alla questione del lavoro forzato si affianca quella delle “comfort women” (dal termine giapponese ianfu, 慰安婦), eufemismo per riferirsi alle donne ridotte a schiave sessuali dall’esercito giapponese. Ad oggi ne sono state riconosciute circa 200 mila. Le 16 vittime hanno intentato la causa nel 2016, chiedendo un risarcimento di 200 milioni di won (circa 155 mila dollari) a testa. Ma nel 2021 la Corte distrettuale centrale di Seul aveva respinto il caso, citando l’“immunità sovrana”, secondo cui uno stato può essere esentato da cause civili in tribunali stranieri. In una dichiarazione, il ministro degli Esteri giapponese Yoko Kamikawa ha definito la sentenza “assolutamente inaccettabile” dal momento che contrasta con gli accordi tra i due paesi (un trattato del 1965 e un indennizzo concesso a Seoul nel 2015).

Nepal: scontri tra polizia e manifestanti pro-ripristino della monarchia

Ieri a Kathmandu si sono registrati scontri durante dimostrazioni a favore del ripristino della monarchia. La polizia antisommossa ha utilizzato bastoni, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere i migliaia di manifestanti confluiti nella capitale nepalese. Il movimento della “Citizens’ Campaign” sostiene che i governi in carica da quando la monarchia è stata abolita nel 2008 non hanno mantenuto le promesse di sviluppo economico. Il Nepal resta tutt’oggi uno dei paesi più poveri al mondo. Secondo i racconti dei testimoni i manifestanti hanno tentato di smantellare una barricata della polizia nella periferia della città e di marciare verso il centro. Il coordinatore della Campagna Durga Prasai ha detto che circa 10 dimostranti sono stati feriti nella mischia. Dall’abolizione della monarchia decisa da un’assemblea appositamente eletta che ha posto fine all’insurrezione maoista, il paese ha sperimentato una permanente instabilità politica e oltre 10 cambi di governo. Le elezioni dello scorso anno hanno visto Pushpa Kamal Dahal, già primo ministro per due mandati, prendere il posto di Sher Bahadur Deuba.

Intanto, la Commissione elettorale del Nepal ha avviato i preparativi per le elezioni per il rinnovo parziale dell’Assemblea nazionale, la camera alta del parlamento federale. Il “Kathmandu Post” riferisce che il voto dovrebbe tenersi il 25 gennaio prossimo.

Sri Lanka: sempre più famiglie sotto la soglia di povertà

Sempre più famiglie in Sri Lanka non hanno i soldi necessari a pagare le bollette dell’elettricità. Secondo i dati del Ceylon Electricity Board, l’ente pubblico dell’energia elettrica, solo a ottobre oltre 500 mila clienti sono stati disconnessi dalla rete elettrica a causa dei mancati pagamenti. Come riportato dal Nikkei Asia, a ottobre lo Stato ha aumentato i prezzi dell’energia del 18-20% rispetto alle tariffe in vigore: si è trattato del terzo aumento in bolletta dopo quelli di agosto 2022 (+75%) e dello scorso febbraio (+66%). Le misure di austerità – che comprendono anche la cancellazione di diversi sussidi – fanno parte dell’accordo tra lo Sri Lanka e il Fondo Monetario Internazionale (IMF) per un piano di salvataggio da 3 miliardi di dollari, approvato a marzo, che ha seguito il default del maggio 2022. Un report del think tank LIRNEAsia ha rilevato un aumento del numero di persone sotto la soglia di povertà dai 3 milioni del 2019 ai 7 milioni del 2023: si tratta del 31% della popolazione dello Sri Lanka, che ha circa 22 milioni di abitanti. Tante famiglie sono costrette a indebitarsi, anche passando per canali illegali, e le politiche di welfare non sono sufficienti. Il nuovo programma “Aswesuma” potrebbe riuscire a elargire sussidi solo a 2 milioni sui 3,7 milioni di famiglie che avevano fatto domanda per rientrare nel piano, riporta il Nikkei.

A cura di Francesco Mattogno e Vittoria Mazzieri