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In Cina e Asia – Calo di giovani nel Partito comunista cinese

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Calo di giovani nel Partito comunista cinese
  • Cina: Pan Gongsheng nuovo segretario del Pcc per la PBOC
  • La Cina introdurrà nuove misure economiche per facilitare il suo ingresso nel CPTPP
  • Hong Kong: il discorso di John Lee per il 26° anniversario del passaggio della città alla Cina
  • Chip: i Paesi Bassi svelano dettagli sui nuovi divieti
  • LGBTQ: concessione temporanea dei diritti in Nepal e pride in Corea del Sud

Secondo i dati ufficiali nel 2022 il Partito comunista cinese continua a crescere. Lo scorso anno i nuovi membri sono stati 1,3 milioni, un aumento dell’1,4% ma in calo rispetto al 2021, quando le persone entrate nelle file del Partito sono state 3,4 milioni. A diminuire sono anche i membri sotto i 30 anni: 12,43 milioni, in discesa di 189 mila unità rispetto all’anno precedente. Nel 2022 a presentare la domanda sono state 21 milioni di persone, 300 mila in più del 2021. “Non c’è carenza di nuove candidature, ma vogliamo persone di qualità”, ha detto una fonte al South China Morning Post: “Dobbiamo escludere coloro vicini ai valori occidentali, che si lasciano andare a stravaganze, che evitano i compiti più gravosi o che hanno dubbi sulle direttive del partito”. A gennaio Xi Jinping ha chiesto agli organi di controllo anticorruzione di “rafforzare l’istruzione, la gestione e la supervisione dei giovani quadri”. Sabato scorso, nel giorno del 102esimo anniversario dalla nascita del Pcc, in un articolo pubblicato sulla rivista ideologica ufficiale Qiushi, Xi ha esortato i giovani funzionari a diventare persone leali al Partito e degne di fiducia, a dimostrazione dei rinnovati sforzi per rendere il processo di selezione più severo e della maggiore enfasi attribuita all’educazione ideologica.

Cina: Pan Gongsheng nuovo segretario del Pcc per la PBOC

Pan Gongsheng, vice governatore della People’s Bank of China (PBOC) dal 2012, è stato nominato nuovo segretario del Partito comunista cinese della banca centrale cinese, al posto di Guo Shuqing. Secondo il Wall Street Journal, la mossa anticipa la sua promozione a governatore della PBOC: è infatti previsto che l’attuale numero uno della banca, Yi Gang, presenti le sue dimissioni (sia Guo che Yi dovrebbero andare in pensione). La notizia arriva nel momento in cui la ripresa economica cinese ha perso slancio, e in concomitanza con il rafforzamento della presa di Pechino sul settore finanziario. Secondo alcuni esperti contattati dal South China Morning Post, la nomina di Pan può aiutare a “mantenere la continuità” nella gestione della politica monetaria del paese, che venerdì la stessa PBOC ha definito “prudente” ma “energica” per sostenere la crescita economica e l’occupazione. Prima di arrivare alla banca centrale Pan aveva lavorato in altre due banche statali cinesi, la Industrial and Commercial Bank of China e la Agricultural Bank of China, e anche per questo viene ritenuto un decano del settore.

La Cina introdurrà nuove misure economiche per facilitare il suo ingresso nel CPTPP

Nei giorni scorsi Pechino ha annunciato misure economiche e commerciali che verranno introdotte in via sperimentale in alcune zone di libero scambio e porti del paese. Tra le indicazioni previste nel documento, figurano modifiche che vietano alle autorità competenti di chiedere “il trasferimento o l’accesso al codice sorgente di un software di proprietà di una persona” come condizione per la vendita e la distribuzione di tale software. Misure che, come dichiarato giovedì scorso dal viceministro del ministero del Commercio cinese Chen Chunjiang, rappresentano un “sostegno pratico” all’adesione della Repubblica popolare all’Accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico (CPTPP) e all’Accordo di partenariato per l’economia digitale (DEPA). Da novembre 2021 la Cina chiede di entrare nel patto commerciale di libero scambio dell’Asia-pacifico: di recente la Nuova Zelanda ha appoggiato pubblicamente la candidatura della seconda economia mondiale, ma alcuni membri ritengono le soglie di ingresso troppo alte per Pechino. Le ultime misure mirano proprio alla necessità di “allinearsi alle regole economiche e commerciali internazionali di alto livello”. Secondo la Camera di commercio europea in Cina i nuovi provvedimenti costituiscono “un passo nella giusta direzione, ma è necessario fare di più”. Malgrado l’appoggio di Wellington, alcuni osservatori sostengono che le possibilità di Pechino dipendono da ciò che farà Washington (che ha abbandonato il patto nel 2017 su volere di Trump): come ha detto il docente di diritto alla Singapore Management University Henry Gao al South China Morning Post, “se gli Stati Uniti dovessero rientrare nel CPTPP molto presto, allora la Cina non avrebbe alcuna possibilità”.

Chip: svelati nuovi dettagli sui divieti alla libera esportazione imposti dai Paesi Bassi

Venerdì il governo olandese ha svelato ulteriori dettagli del nuovo regolamento che impedirà alle aziende del paese l’esportazione di strumenti avanzati per la produzione dei chip, senza previa autorizzazione delle autorità. La misura, annunciata a marzo, è frutto di un accordo tra Paesi Bassi, Stati Uniti e Giappone che rischia di rallentare lo sviluppo del settore dei semiconduttori in Cina (anche se la Repubblica popolare non è stata mai nominata esplicitamente). Come riportato dal Nikkei Asia, le norme colpiranno soprattutto ASML, il più grande fornitore al mondo di macchinari per la litografia, una delle procedure fondamentali nella fabbricazione dei chip. Tra gli altri, non potranno più essere esportati liberamente i sistemi DUV (litografia ultravioletta profonda) di ASML, in grado di produrre chip a 16 nanometri, e quelli ALD di AMS International, entrambi ampiamente utilizzati dalle aziende cinesi. I sistemi DUV sono meno avanzati di quelli EUV (litografia ultravioletta estrema, la cui vendita in Cina è stata vietata dai Paesi Bassi già nel 2019), ma il governo olandese ritiene che potrebbero essere usati anche per scopi militari. Non sarà facile per la Repubblica popolare sostituire il produttore olandese. Le altre aziende – più piccole di ASML – a fabbricare macchinari per la litografia sono infatti le giapponesi Nikon e Canon, oltre alla cinese Shanghai Micro Electronics Equipment. I controlli sulle esportazioni dai Paesi Bassi entreranno in vigore dal 1° settembre, mentre in Giappone inizieranno da fine luglio. Gli Stati Uniti stanno inoltre pensando a nuove restrizioni.

Intanto, nonostante i ban, c’è ancora una società americana che vede “enormi opportunità” nel mercato dei chip cinese. È la SiFive, azienda con sede in California che sta promuovendo i suoi sistemi open source per la progettazione dei chip alle aziende cinesi escluse dalla “lista nera” di Washington. Secondo il South China Morning Post, la scorsa settimana il fondatore dell’azienda, Krste Asanovic, è stato “accolto come una rockstar” al SiFive RISC-V China Technology Forum di Pechino.

Hong Kong: il discorso di John Lee per il 26° anniversario del passaggio della città alla Cina

Guadagnare la fiducia dell’opinione pubblica, unire tutti i settori della comunità, rimanere vigili contro le “forze distruttive ancora in agguato” nella città. Questi, in estrema sintesi, gli obiettivi prefissati dal capo dell’esecutivo di Hong Kong, John Lee Ka-chiu, nel discorso che ha tenuto sabato al Convention and Exibition Centre di Wan Chai in occasione del 26° anniversario del ritorno della città alla Cina come regione amministrativa speciale. Come sottolineato dal South China Morning Post, Lee ha inoltre elencato i traguardi raggiunti dalla sua amministrazione in questo primo anno in carica, con particolare enfasi sulla crescita positiva dell’economia nel primo trimestre del 2023 a seguito di un anno di contrazione. “Ho piena fiducia in Hong Kong (…) ma dobbiamo rimanere vigili nella salvaguardia della sicurezza nazionale”, ha detto, tanto che sarebbe in fase di stesura una nuova legge locale sulla sicurezza per integrare quella emanata da Pechino nel 2020.

LGBTQ: concessione temporanea dei diritti in Nepal e pride in Corea del Sud

Nei giorni scorsi la Corte suprema nepalese ha emesso un’ordinanza temporanea che consente i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Il tribunale ha esaminato una petizione sulla questione presentata da attivisti della comunità LGBTQ nepalese, aprendo la strada a un passo storico per il paese a maggioranza induista, in vista di un verdetto definitivo. Una prima presa di posizione in tal senso risale al 2007, quando la Corte suprema ha ordinato di porre fine alle discriminazioni del governo nei confronti dei membri della comunità. Da allora il paese ha ospitato celebrazioni matrimoniali non ufficiali e i pride nella capitale. Ma, come denunciano gli attivisti, non esiste ancora una legislazione chiara che protegga la comunità.

Anche la Corea del Sud pare procedere in ritardo nella protezione dei diritti delle persone LGBTQ. L’annuale appuntamento del Seoul Queer Culture Festival si è svolto il primo luglio e ha ospitato oltre 50 mila persone. Ma invece che tenersi, come in passato, nella piazza principale della città, l’evento si è spostato nel quartiere di Euljiro, a circa un km di distanza. L’amministrazione della capitale, infatti, ha ceduto l’ambita location a un raduno dell’organizzazione cristiana conservatirce CTS Cultural Foundation, come già deciso a maggio. In passato il sindaco Oh Se-hoon, del partito conservatore People Power Party, ha definito il pride un evento “sgradito”. Non si tratta dell’unica posizione contraria alle manifestazioni pro-LGBTQ: qualche settimana fa il sindaco della città meridionale di Daegu aveva ordinato lo smantellamento del pride in quanto avrebbe potuto “istillare nei giovani una cultura sessuale sbagliata”.

A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno