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In Cina e Asia – Borrell: “Ridurre la dipendenza dalla Cina”

In Notizie Brevi by Agnese Ranaldi

  • Borrell: “ridurre la dipendenza dalla Cina”
  • La deterrenza nucleare per la prima volta al Congresso
  • Tecnologia Usa nel programma missilistico cinese
  • XX Congresso: addio alla parità di genere
  • Analisti cinesi stimano declino permanente del Pil russo
  • Piloti inglesi al servizio del PLA

L’Unione guarderà alla Cina come a un competitor per scongiurare la dipendenza economica da Pechino. Lo ha dichiarato lunedì, Josep Borrell, Alto rappresentante per gli Affari Esteri e di Sicurezza dell’Unione, ritiene che l’Europa debba diversificare le sue catene di approvvigionamento per evitare di trovarsi in una situazione simile a quella in cui si trova ora con il gas russo. In un documento del Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE), di cui Borrell è responsabile, si afferma che l’UE dovrebbe perseguire un “impegno realistico e solido” in questa direzione, per evitare di creare nuove dipendenze. I leader dell’UE discuteranno delle relazioni con la Cina durante un vertice di due giorni che si terrà giovedì, anche alla luce del discorso che il presidente Xi Jinping ha tenuto all’inaugurazione del 20° Congresso Nazionale del Partito comunista cinese. Borell ha infatti affermato che il Segretario del PCC ha fatto “una dichiarazione molto forte” circa il desiderio di Pechino di estendere la sua influenza a livello globale.

La deterrenza nucleare per la prima volta al Congresso

Il presidente Xi Jinping ha menzionato la “deterrenza strategica” nel discorso di apertura del 20° Congresso del PCC, suscitando tra gli osservatori il sospetto che si riferisse a un potenziamento del programma nucleare di Pechino. Nel suo rapporto politico, Xi ha chiesto di aumentare la percentuale di “forze di nuovo dominio con nuove capacità di combattimento”. Il concetto di deterrenza strategica è stato menzionato nella relazione sul 14° piano quinquennale del Paese, pubblicato nel 2021, dove si sottolineava la necessità di “costruire una deterrenza strategica di alto livello”. Il potenziamento del programma è finalizzato a contrastare la minaccia della potenza nucleare statunitense, secondo gli analisti. Song Zhongping, ex istruttore dell’Esercito Popolare di Liberazione, ha affermato che questa necessità è emersa con forza da quando gli Stati Uniti hanno sfidato le posizioni sia della Cina che della Russia riguardo alla questione di Taiwan e alla guerra in Ucraina. “Solo quando la Cina avrà una forte capacità nucleare”, ha dichiarato, “potrà salvaguardare efficacemente la nostra sicurezza nazionale”.

Tecnologia Usa nel programma missilistico cinese

Alcune sofisticate tecnologie statunitensi sono finite nel programma missilistico di Pechino nonostante gli USA prevedano controlli severi sulle esportazioni che possono compromettere la sicurezza nazionale. Secondo un’inchiesta del Washington Post, alcuni dei prodotti acquistati dai gruppi di ricerca militari della Cina provengono da aziende beneficiarie di sovvenzioni per l’innovazione d’avanguardia erogate dal Dipartimento della Difesa statunitense. Questi software altamente tecnologici, finanziati dai contribuenti statunitensi, sono utili alla produzione di missili ipersonici cinesi. Nonostante i controlli alle esportazioni servano a prevenire che tale tecnologia finisca in programmi militari di paesi considerati una minaccia per Washington, parte di questi software arriva ai gruppi militari attraverso aziende intermediarie. Secondo le linee guida del Dipartimento del Commercio, gli esportatori sono responsabili di determinare come verranno distribuiti i prodotti commerciati, e pertanto perseguibili in caso di violazioni. Le restrizioni riguardano le aziende della lista nera conosciuta come “Entity List”, che vieta la vendita senza autorizzazione ad entità considerate un rischio per la sicurezza nazionale.

XX Congresso: addio alla parità di genere

I lavori del 20° Congresso del PCC non lasciano sperare in alcun progresso per la parità di genere. I precedenti due mandati del presidente Xi Jinping alla guida del partito-stato hanno visto un consolidamento della divisione tradizionale dei ruoli tra maschi e femmine, con conseguente maggiore subordinazione delle donne nella vita pubblica. Secondo gli esperti, la rappresentanza di donne in politica e nei ruoli governativi dirigenziali è diminuita, mentre è aumentato il divario di genere nella forza lavoro. Anche il Congresso in corso è destinato a svolgersi tutto al maschile.

Per il Politburo, composto da 25 membri, l’unica candidata è Shen Yiqin, capo provinciale del partito del Guizhou. Nel Comitato centrale le donne rappresentano circa l’8% dei membri totali, ovvero circa 30 persone su un totale di 371 membri tra effettivi e supplenti – calato del 10% dal 2007. Solo la base del PCC ha visto un aumento della rappresentanza femminile: la percentuale di donne membri del Partito è passata dal 24% del 2012 al 29% nel 2021. Queste statistiche sono un problema per la condizione materiale delle donne in tutto il paese. Come ha dichiarato Valerie Tan, analista del MERICS, la mancanza di donne ai vertici del potere ” si ripercuote su tutto ciò che vediamo nella società: diritti delle donne, tassi di natalità, divario retributivo tra i sessi e cose come gli abusi domestici”.

Analisti cinesi stimano declino permanente del Pil russo

La Russia rischia di subire un brusco e prolungato crollo del reddito reale a causa delle sanzioni internazionali, avvertono due ricercatori cinesi. Xiayi Du e Zi Wang dell’Università di Economia e Finanza di Shanghai hanno pubblicato uno studio sulla rivista Economics Letters in cui sottolineano come il blocco commerciale imposto a Mosca potrebbe ridurre il reddito reale del 12% circa e causare un “declino permanente del prodotto interno lordo reale”. Anche se non si è unita alle sanzioni internazionali, Pechino vuole evitare di incorrere in sanzioni secondarie e potrebbe ridurre ulteriormente il coinvolgimento commerciale con la Russia. Secondo alcuni esperti l’economia russa è molto adattabile e subirà una recessione meno profonda di quanto si temesse in prima istanza, ma i danni a lungo termine restano difficili da quantificare e potenzialmente più pericolosi.

Piloti inglesi al servizio del PLA

Pechino ha reclutato alcuni militari inglesi in pensione per addestrare i piloti dell’Esercito Popolare di Liberazione. Secondo il Ministero della Difesa britannico, la chiamata avrebbe riguardato circa 30 piloti militari, tra cui alcuni membri della Royal Air Force, assoldati attraverso un’azienda con base in Sudafrica Si tratta di una prassi che va avanti da anni, che si è intensificata particolarmente negli ultimi mesi. Un portavoce del Ministero della Difesa inglese ha dichiarato che il Regno Unito sta adottando “misure decisive” per fermare i programmi di reclutamento. Il rischio è che gli ex piloti possano violare l’Official Secrets Act, la legge britannica sullo spionaggio. I funzionari inglesi hanno difficoltà a gestire il problema perché non esiste alcuno strumento legale che possa impedire agli ex militari di accettare contratti lucrativi che arrivano anche a 270.000 dollari l’anno. Il programma di reclutamento è esteso anche al personale di altri paesi.

A cura di Agnese Ranaldi