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In Cina e Asia – Xi: “Vittoria schiacciante” contro la corruzione, ma la lotta non è finita

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

I titoli di oggi:

  • Xi: “Vittoria schiacciante” contro la corruzione, ma la lotta non è finita
  • Xi Jinping a San Pietroburgo: “No al decoupling e alle sanzioni contro Mosca”
  • Fast fashion: l’Asia si prepara al piano UE per un’industria più green
  • Pyongyang: squadre mediche nazionali per combattere “un’ epidemia intestinale”

Una “vittoria schiacciante”; così Xi Jinping ha definito l’esito della campagna anti-corruzione del paese, rivolgendosi venerdì ai membri del Politburo riuniti in una sessione di studio. Xi ha ribadito che gli sforzi anticorruzione sono una “lotta politica chiave” che il partito non può permettersi di perdere. Questa “autorivoluzione” aiuterà infatti, secondo Xi, il PCC ad assicurare la longevità e prosperità del suo governo. Il bilancio sulla lotta anticorruzione è stato effettuato in preparazione al prossimo Congresso del partito, che si terrà a Pechino nella seconda metà di quest’anno. L’evento, che ha luogo ogni cinque anni, dovrebbe promuovere nuovi volti in posizioni di alto livello nel PCC e segnare l’inizio del terzo mandato di Xi come leader del partito.

Il leader cinese ha ribadito che ci sarà tolleranza zero nei confronti della corruzione e che, nonostante la “vittoria schiacciante” la battaglia è ancora lunga. Per solidificare il proprio controllo, il Partito comunista cinese ha emanato anche delle regole per tenere a freno le attività commerciali delle famiglie di alti funzionari del governo. I funzionari dovranno da ora in poi denunciare le attività commerciali dei loro coniugi e figli, e coloro che non lo fanno o cercano di eludere le regole saranno “trattati seriamente in conformità con i regolamenti e le leggi”, ha riportato Xinhua, citando le disposizioni divulgate domenica dal Comitato centrale del PCC. I coniugi e i figli dei funzionari dovranno inoltre ritirarsi dalle loro attività commerciali, o gli stessi quadri del partito dovranno dimettersi dai loro incarichi attuali, “accettare modifiche al lavoro”, e potenzialmente affrontare altre forme di punizione. Tra le “attività commerciali” a cui fa riferimento la nuova regolamentazione vi sono i fondi di investimento, i servizi legali ed ogni posizione di rilievo in imprese private finanziate dall’estero.

Xi Jinping a San Pietroburgo: “No al decoupling e alle sanzioni contro Mosca”

Pechino ha riaffermato la sua partnership strategica con Mosca e criticato duramente il decoupling e le sanzioni occidentali contro la Russia. A sottolineare il rinnovato impegno della Cina nella promozione del multilateralismo è stato il presidente Xi Jinping, in collegamento video al 25° Forum economico internazionale di San Pietroburgo, tenutosi venerdì scorso. Al forum, durante il quale il presidente russo Vladimir Putin si è ripetutamente scagliato contro l’Occidente, hanno partecipato virtualmente anche i leader egiziani e kazaki, ma nessun rappresentante delle nazioni occidentali era presente all’evento.

La presenza di Xi, oltre che ha ribadire la posizione cinese di sostegno alla Russia, ha dato nuovo respiro alle prospettive di crescita del paese: Xi ha affermato che la resilienza, il potenziale e le prospettive a lungo termine di Pechino non sono cambiate. “Siamo fiduciosi nel nostro sviluppo economico”, ha dichiarato Xi, mettendo l’accento sull’importanza di continuare a perseguire un progresso di alta qualità, basato su di un mercato aperto e collaborativo. A questo proposito, il leader cinese ha sottolineato l’importanza della Belt and Road Initiative, promettendo di unirsi ad altri paesi, inclusa la Russia, per condividere opportunità di sviluppo e approfondire la cooperazione, in quello che le potenze occidentali che considerano invece un progetto quasi in stallo.

La partecipazione di Xi è anche un simbolo della partnership strategica in corso tra Cina e Russia all’ombra del conflitto in Ucraina. Pechino ha chiesto colloqui per porre fine alla guerra, ma si è rifiutata di condannare le azioni della Russia e ha cercato di mantenere normali relazioni commerciali nonostante la minaccia di sanzioni secondarie. Nel mese di maggio la Russia è diventata la prima fonte di importazione di greggio dalla Cina, superando l’Arabia Saudita: le forniture acquisite attraverso la pipeline e le rotte marittime ha raggiunto le 8,42 milioni di tonnellate, pari a un aumento del 55% su base annua. Il commercio bilaterale tra le due potenze è cresciuto rapidamente negli ultimi tre mesi, con la Cina che ha importato prodotti russi per un valore record di 10,3 miliardi di dollari a maggio, un aumento del 79,6% su base annua, secondo i dati doganali.

Ma grattando sulla superficie emergono discrepanze nel modo in Cui Mosca e Pechino descrivono all’esterno la propria “amicizia senza limiti”. Secondo gli esperti, la Cina starebbe volutamente limando i comunicati ufficiali in previsione di un imminente scambio telefonico con Biden. 

Fast fashion: l’Asia si prepara al piano UE per un’industria più green

Nel quadro del Green Deal, il 17 maggio scorso la Commissione Europea ha presentato una nuova strategia per rendere più sostenibile la filiera tessile. Nel suo documento, la CE ha affermato che introdurrà regole per combattere “la sovrapproduzione e il consumo eccessivo di vestiti”. La nuova regolamentazione che, se approvata, si prevede entrerà in vigore nel 2024, mira direttamente a ridisegnare un settore che è già al centro delle critiche per l’inquinamento causato dai gas serra emessi nella produzione di indumenti, specialmente quelli sintetici ed in poliestere.

Negli ultimi due decenni, i prezzi dei vestiti sono infatti diminuiti poiché le maggiori aziende di abbigliamento sono passate a tessuti sintetici a base di combustibili fossili – che tendono a costare meno del cotone – e delocalizzando la produzione in Asia. Cina, Vietnam, Indonesia ed India sono diventate i principali esportatori di vestiti in Europa e nel resto del mondo. Marchi come Decathlon, Uniqlo e H&M stanno già lavorando con i produttori asiatici per prepararsi alle nuove regole da Bruxelles, ma non tutti sono d’accordo. Si teme infatti che i costi di produzione in Asia aumenteranno per via delle regole dell’UE, con aumenti fino al 50% qualora le regole imponessero ai produttori di passare a materiali riciclati certificati. Alcuni produttori temono inoltre la contraffazione dei certificati di sostenibilità, nonché la manipolazione dei dati riguardanti la tracciabilità della filiera produttiva.

La proposta, denominata Strategia dell’UE per i tessili sostenibili e circolari, promette “requisiti di progettazione ecocompatibile vincolanti e specifici”: sebbene i dettagli non siano ancora noti, le nuove regolamentazioni potrebbero obbligare i produttori a rispettare standard per la sostenibilità ed il riciclaggio delle fibre impiegate ed a stampare un “punteggio di riparabilità” sulle etichette dei capi. L’UE potrebbe arrivare fino a vietare alle aziende di buttare via i capi invenduti o richiedere loro di segnalare quanti capi sono stati gettati.

Pyongyang: squadre mediche nazionali per combattere “un’ epidemia intestinale”

La Corea del Nord ha inviato squadre mediche e investigatori epidemiologici nella provincia meridionale di Hwanghe per combattere quelle che le autorità definiscono “un’epidemia enterica acuta”. Almeno 800 famiglie sarebbero contagiate ed hanno già ricevuto aiuto medico, secondo quanto riportato dal media locale KCNA. Il nuovo focolaio, segnalato per la prima volta giovedì scorso, mette a dura prova il paese che già combatte la carenza cronica di cibo e le infezioni da Covid-19. Non vi sono attualmente dettagli sull’epidemia, ma i funzionari sudcoreani credono si possa trattare di colera o tifo. Una “squadra per la diagnosi rapida ed il trattamento” sta lavorando con i funzionari sanitari locali affinché vengano adottate le misure necessarie per garantire la salute dei cittadini e la continuità della produzione agricola, riporta KCNA.

Intanto, secondo dati delle dogane cinesi, lo scorso mese il regno eremita ha completamente azzerato le importazioni di materiale sanitario anti-Covid. 

A cura di Sharon De Cet