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In Cina e Asia – L'”epidemic generation” alla prova del gaokao

In Notizie Brevi by Agnese Ranaldi

I titoli di oggi:

  • L'”epidemic generation” alla prova del gaokao
  • Parlamento Ue: Xinjiang “a rischio di genocidio”
  • Nike ritira app dalla Cina
  • Biden sfida la Cina in America Latina

Gli studenti e le studentesse cinesi hanno affrontato martedì l’estenuante prova del gaokao, l’esame nazionale per l’accesso all’università. La cosiddetta “epidemic generation”, classe 2022, è stata la prima ad aver completato tutto il curriculum sotto le rigide restrizioni imposte dalla crisi sanitaria. L’incertezza dettata dalla pandemia ha aggravato ulteriormente lo stress cui sono sottoposti i giovani che desiderano intraprendere la carriera accademica. L’esame si è svolto sotto l’egida delle autorità, che hanno controllato che tutti i criteri imposti dalla politica “zero-Covid” venissero rispettati. Gli studenti e le studentesse che hanno partecipato all’esame a Pechino hanno dovuto indossare mascherine, dimostrare di essere negativi ai test virali delle ultime 48 ore e superare il controllo della temperatura. Quasi tutte le amministrazioni locali hanno implementato misure simili. I candidati di Shanghai, usciti ora da un lockdown di diversi mesi, dovranno attendere ancora un mese per poter sostenere l’esame.

Anche dopo il gaokao gli studenti cinesi non hanno vita facile. Gli universitari in procinto di entrare nel mercato del lavoro incontrano diverse difficoltà: il sistema occupazionale che attende i giovani laureati è molto competitivo, per questo alcuni istituti hanno anche vincolato l’ottenimento della laurea alla prova di aver già ottenuto un impiego prima della dissertazione finale. Le autorità nazionali hanno chiesto infatti agli atenei di aumentare il tasso di inserimento lavorativo ad almeno il 70% entro la fine di luglio. Questi imperativi vincolano a rigide misure di controllo l’accesso all’università tramite il gaokao, esasperando la competitività tra gli iscritti e lo stress durante lo studio.

Parlamento Ue: Xinjiang “a rischio di genocidio”

Il Parlamento europeo ha stabilito che le violazioni di diritti umani in Xinjiang sono “a rischio di genocidio”. La risoluzione approvata giovedì dall’UE chiede a Pechino di “cessare tutti i programmi di lavoro forzato e di sterilizzazione forzata di massa” cui sono sottoposte le popolazioni uigure nella provincia occidentale del paese. La mozione è stata presentata in risposta ai Xinjiang Police Files, un plico di documenti che sarebbero trapelati dai computer della polizia della regione allo studioso tedesco Adrian Zenz, che ne ha condiviso il contenuto con l’International Consortium of Investigative Journalists.

La posizione adottata dal Parlamento europeo attraverso la risoluzione non ha natura vincolante, ma esprime il punto di vista comunitario sulla controversa gestione della conflittualità sociale in Xinjiang da parte delle autorità cinesi. Secondo quanto riportato nel testo del documento, il Parlamento fa riferimento a “prove credibili sulle misure di prevenzione delle nascite e la separazione dei bambini uiguri dalle loro famiglie costituiscono crimini contro l’umanità e un serio rischio di genocidio”. La Missione cinese presso l’UE non ha risposto a una richiesta di commento, ma il governo cinese ha sempre respinto con forza accuse di violazione dei diritti umani nella provincia.

Nike ritira app dalla Cina

Nike ha annunciato il ritiro dal mercato cinese dell’applicazione per l’allenamento Nike Run Club, a pochi mesi dall’implementazione in Cina di due leggi sulla sicurezza dati e sulla privacy. L’annuncio da parte dell’azienda di articoli sportivi fa eco a quelli di altre multinazionali come Kindle, Airbnb e LinkedIn che stanno lavorando per interrompere i loro servizi nel paese. Potrebbe aver influito la legge cinese sulla protezione dei dati personali, entrata in vigore a novembre 2021 richiede ai responsabili del trattamento dei dati personali di soddisfare alcuni requisiti, tra cui la stipula di un contratto per il controllo dei dati trasferiti al di fuori del paese. Questo, secondo gli analisti, significa che le aziende straniere devono costruire in Cina un’infrastruttura IT separata dalle loro attività internazionali per soddisfare le normative volute da Pechino. Nike Run Club ha più di 8 milioni di utenti registrati in Cina, con un record di jogging di 600 milioni di chilometri.

Una versione “mini-app” resterà attiva sulla piattaforma gestita da Tencent Holding, WeChat, e continuerà a fornire servizi di coaching e jogging. Nike investe in Cina da circa 40 anni, per questo sta “creando un ecosistema dalla Cina per la Cina specificamente adattato alle esigenze uniche dei consumatori della regione per servire meglio gli atleti”, ha dichiarato un rappresentante mercoledì. Agli “aggiustamenti aziendali” annunciati dall’azienda statunitense farà seguito un servizio di esportazione dati per salvare i record degli utenti.

Biden sfida la Cina in America Latina

Washington promuove una nuova agenda rivolta all’America Latina, senza menzionare nei suoi discorsi ufficiali la presenza della Cina nella regione. Al Vertice delle Americhe il presidente Biden parla di ambiziosi progetti per promuovere la democrazia, il multilateralismo, la riduzione dell’immigrazione e il rafforzamento della classe media. Nel suo intervento manca di considerare l’elefante nella stanza: l’imponente potenza commerciale cinese ha fatto breccia anche nel continente americano, dove la Belt and Road Initiative – il piano di sviluppo globale promosso da Pechino – investe in grandi progetti infrastrutturali. Nonostante la Cina non sia stata citata nelle occasioni ufficiali, un funzionario statunitense ha dichiarato che “il miglior antidoto contro le incursioni della Cina (…) è quello di garantire che la nostra visione affermativa per la regione sia economicamente valida”.

Pechino si sarebbe insinuata infatti nel vuoto lasciato dagli Stati Uniti negli ultimi anni, rafforzando il proprio legame con i paesi dell’America Latina e dei Caraibi. “In un momento in cui la democrazia è sotto attacco in tutto il mondo, uniamoci di nuovo e rinnoviamo la nostra convinzione che la democrazia non è solo l’elemento caratterizzante”, ha dichiarato il presidente Biden, “ma è l’ingrediente essenziale per il futuro delle Americhe”. Secondo Straits Times, la Casa Bianca avrebbe illustrato un piano economico per la regione ricco di idee ma povero di impegni, senza promesse concrete circa l’allargamento dei mercati o finanziamenti.

A cura di Agnese Ranaldi