Sunak

In Cina e Asia – Biden e Sunak insieme contro la minaccia cinese

In Notizie Brevi by Agnese Ranaldi

I titoli di oggi:

  • Biden e Sunak insieme contro la minaccia cinese
  • Nuova condanna per Jimmy Lai
  • L’obiettivo emissioni zero costa alla Cina 25 mila miliardi di dollari
  • Covid: Shanghai demolisce i villaggi dei migranti
  • Cresce l’utilizzo dello yuan all’estero
  • Nuovi incentivi in vista del Single’s Day

L’Ucraina e la Cina. Sono i due dossier che hanno dominato la prima conversazione telefonica tra Biden e il nuovo premier britannico, Rishi Sunak. Secondo il resoconto di Downing Street, i due leader hanno discusso su come “contrastare l’influenza maligna della Cina”. Segno che Londra potrebbe presto portare a termine il piano della dimissionaria, Liz Truss: dichiarare ufficialmente la Cina una minaccia per la sicurezza nazionale del Regno Unito. L’inquilino della Casa Bianca, da parte sua, ha ribadito che rimane il più stretto alleato dell’America. “I leader hanno discusso della portata della cooperazione Regno Unito-USA, sia a livello bilaterale che in regioni come l’Indo-Pacifico, dove il patto di Aukus fa parte dei nostri sforzi per migliorare la stabilità e contrastare l’influenza maligna della Cina,” riporta il comunicato rilasciato dalle autorità britanniche. La telefonata segue le discusse proteste pro-Hong Kong avvenute davanti al consolato cinese di Manchester, terminate in tafferugli.

Nuova condanna per Jimmy Lai

Il magnate dei media hongkonghesi, Jimmy Lai, è stato condannato da un tribunale di Hong Kong con l’accusa di frode. Martedì, l’ultima di una serie di cause contro l’ex proprietario del giornale pro-democrazia Apple Daily ha riguardato una disputa contrattuale. Per anni, il quotidiano ha criticato aspramente il governo centrale del Partito comunista cinese e ha sostenuto apertamente le battaglie pro-democrazia dei cittadini e delle cittadine della regione ad amministrazione speciale della Repubblica popolare cinese. I pubblici ministeri hanno condannato Lai con l’accusa di aver permesso a una società di consulenza da lui gestita di utilizzare l’ufficio affittato per la pubblicazione del quotidiano. Si tratta della quinta condanna che i PM di Hong Kong hanno ottenuto contro Lai negli ultimi 18 mesi. Ma il tycoon e i suoi collaboratori rischiano pene fino all’ergastolo per aver violato le leggi sulla sicurezza nazionale.

L’obiettivo emissioni zero costa alla Cina 25 mila miliardi di dollari

Se il mondo ha bisogno di 100.000 miliardi di dollari di investimenti per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050, alla Cina si richiede circa un quarto degli investimenti verdi. Secondo un rapporto di BNY Mellon Investment Management e Fathom Consulting, Pechino ha bisogno di più denaro di qualsiasi altro paese: circa 25.000 miliardi di dollari, per via del ritmo di crescita e delle dimensioni della sua economia. Raggiungere il “net zero” di carbonio entro il 2050 è fondamentale per rispettare gli standard fissati dagli accordi di Parigi per limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi Celsius.  Dal grande potere economico del paese deriva anche la responsabilità di fare sforzi concreti per la limitazione delle emissioni. Secondo l’Amministrazione nazionale dell’energia, in Cina le centrali elettriche a carbone hanno prodotto il 60% dell’elettricità nel 2021, assestandosi come il settore che emette più carbonio nel paese, seguito da quello siderurgico. Proprio i settori dell’energia e dei servizi di pubblica utilità saranno chiamati ad affrontare le maggiori sfide della transizione climatica.

Covid: Shanghai demolisce i villaggi dei migranti

I quartieri popolari di Shanghai sono stati accusati di aver causato la diffusione delle infezioni da Covid-19 e ora rischiano di essere demoliti. I famosi cheng zhong cun, “villaggi all’interno della città” sono da anni oggetto di un piano governativo di riqualificazione urbana. Poiché si tratta di aree densamente popolate, in maggior parte da lavoratori migranti impiegati a Shanghai, il governo locale ha tentato di gentrificare l’area costruendo diversi complessi residenziali e commerciali. Durante il blocco della scorsa primavera, le autorità hanno chiuso tutti i bagni pubblici dei villaggi per limitare le infezioni da Covid-19 e disinfettare la zona, tentando di migliorare le condizioni igienico-sanitarie della comunità in linea con la “politica zero-Covid”. In un articolo apparso di recente sui social media, la Commissione per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano-rurale di Shanghai ha dichiarato che a partire dal 2014 ben 49 di questi villaggi urbani sono stati oggetto di tali programmi. Dopo il lockdown di questa primavera, con conseguenze in termini di salute pubblica e di sicurezza, altri otto quartieri sono stati inseriti nel programma di demolizione che comporterà lo sgombero di diverse famiglie di lavoratori e lavoratrici migranti e di persone che versano in condizioni di indigenza e marginalizzazione sociale.

Nuovi incentivi in vista del Single’s Day

Mentre si avvicina il festival dello shopping “Double 11”, in Cina le piattaforme di e-commerce lanciano attraenti incentivi rivolti sia al lato della domanda che a quello dell’offerta. Il “Single’s Day” si celebra il prossimo 11 novembre ed è uno degli appuntamenti di shopping più attesi dell’anno. Con oltre 290.000 marchi, il festival di quest’anno “avrà la gamma di prodotti più diversificata nella storia dell’evento, con 17 milioni di prodotti disponibili per oltre 1 miliardo di consumatori attivi annualmente sulle nostre piattaforme in Cina”, ha detto Chui Xue, presidente dell’Industry Development and Operation Center di Taobao e Tmall di Alibaba. Tra gli incentivi previsti dalle aziende di e-commerce c’è un maggiore spazio per allocare i prodotti nei magazzini, 100.000 risorse in più impiegate nello smistamento, oltre alla possibilità di accedere alle piattaforme di gestione del marketing che facilitano le decisioni operative dal lato della produzione attraverso l’impiego di intelligenza artificiale. Inoltre, è in atto un rimpasto del settore, dal momento che ad attori tradizionali come Alibaba e JD.com si affiancheranno operatori nuovi come Douyin.

Cresce l’utilizzo dello yuan all’estero

Lo yuan cinese guadagna sempre più terreno come alternativa al dollaro statunitense. E la guerra russo-ucraina sta facendo la sua parte. Lo scorso anno i pagamenti transfrontalieri in valuta cinese sono aumentati del 29%, secondo i dati della People’s Bank of China, raggiungendo i 36,61 mila miliardi di yuan (5,12 mila miliardi di dollari) rispetto al 2020. Diversi sono i fattori in gioco. Tra questi vi sono le sanzioni rivolte a Mosca per l’invasione in Ucraina, che hanno portato le imprese russe a regolare le transazioni in renminbi. Ma anche la disponibilità della valuta cinese in versione digitale contribuisce a diffonderne l’uso. Inoltre, il rafforzamento del dollaro determinato dal rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve sta mettendo in difficoltà le economie emergenti vessate dal debito estero, che cercano alternative altrove. L’internazionalizzazione dello yuan è ancora in una fase dominata dal commercio transfrontaliero, mentre secondo gli esperti sarà difficile per lo yuan penetrare le transazioni offshore.

A cura di Agnese Ranaldi; ha collaborato Alessandra Colarizi