G20 – I punti del discorso di Hu Jintao

In by Simone

Il discorso di Hu Jintao al summit G20 di Cannes segna una pagina sicuramente interessante dal punto di vista della comunicazione tra la Cina e l’Occidente, ma all’Europa non dà alcuna garanzia (In collaborazione con AGICHINA24).
Forse passeranno alla storia come le cinque proposte di Cannes. O forse non ne resterà traccia, perché nel frattempo la crisi sarà precipitata travolgendo tutti, oppure si sarà risolta, come d’incanto.

In ogni caso, il discorso di Hu Jintao al summit G20 di Cannes segna una pagina sicuramente interessante dal punto di vista della comunicazione tra la Cina e l’Occidente. Sì perché a scorrere le parole pronunciate dal leader cinese si coglie un approccio lontano anni luce da quello dei suoi colleghi di questa parte del mondo.

Infuria la bufera, tutti si domandano quali misure adottare per allontanare lo spettro dei default a catena e riportare la calma sui mercati. E Hu Jintao se ne viene fuori con un discorso sui massimi sistemi in cui di fronte alla crisi invita a fare le seguenti cose:

1. Assicurarsi che le politiche fiscali e monetarie siano pienamente implementate
2. Perseguire la cooperazione tra i leader mondiali in modo da rafforzare la fiducia nella ripresa
3. Riformare il sistema monetario internazionale, combattendo il protezionismo
4. Perseguire il progresso attraverso le innovazioni e il pensiero innovativo, evitando di perseguire ciecamente obiettivi di profitto
5. Promuovere la prosperità comune attraverso lo sviluppo

Insomma, chi si aspettava chiarimenti sull’atteggiamento della Cina sul fondo di garanzia di supporto all’Esfs, o su come il Fondo Monetario può arrivare ad avere un ruolo più attivo nella crisi, è rimasto a dir poco deluso. Roba terrena quella, non da grande leader, nella visione di Pechino. Meglio lasciarla ai Sarkozy, alle Merkel, agli Obama.

Alla fine, però, le proposte cinesi arriveranno. E probabilmente saranno anche sufficientemente concrete. Difficile dire se davvero si arriverà alla costituzione di un Fondo 2 capitalizzato dalla Cina insieme a Brasile e qualche altro nuovo ricco. Ad oggi la cosa pare poco probabile.

Ma qualche contributo i cinesi vorranno darlo, dal momento che hanno un forte interesse ad evitare che la crisi evolva verso il peggio e ad acquisire un ruolo centrale nel sistema finanziario internazionale.

Non sarà facile, però, perché questa è una crisi complessa e complessi sono i meccanismi di governo dell’Europa da cui passa il percorso di soluzione delle questioni che sono sul tavolo. Tanto più difficile per i cinesi, poco avvezzi alle mille specificità del mondo europeo.

E a rileggersi il discorso di Hu i dubbi su come la Cina possa inserirsi nel gioco della soluzione della crisi non possono che crescere. Sarà una banalità, ma la diversità di approccio e di mentalità rappresentano davvero un elemento che in un frangente così delicato rischia di risultare fatale.

[La mappa interattiva sulle visite ufficiali nel mondo delle più alte cariche dello Stato cinese è opera della redazione di US-China Today ed è consultabile qui]