Nel cuore del Borneo malaysiano. Tra formazioni carsiche e pinnacoli alti 40 metri. E la grotta Sarawak Chamber, la più grande del mondo. In compagnia di più di dodici specie di pipistrelli e tra camminate traballanti sospesi a 35 metri d’altezza nella fitta foresta equatoriale. Nel cuore più fitto e impenetrabile della giungla malese, il parco nazionale Gunung Mulu è stato dichiarato patrimonio dell’umanità Unesco (vedi link in basso). Un imprevedibile labirinto di stalattiti e formazioni carsiche, caverne, gole, corridoi di roccia e pinnacoli di pietra calcarea che si stagliano come lance nel bel mezzo di 52mila ettari di foresta pluviale. Capolavoro di biodiversità all’altezza dell’equatore, Gunung Mulu deve la sua fama alla ricchezza di nicchie biologiche incastonate fra i 50 mt di altitudine del quartier generale del parco e i 2370 mt del picco omonimo. Le escursioni e i sentieri del parco offrono un’immersione fra la sconfinata varietà di flora e fauna locali, dai ramarri all’insetto stecco, dal mammifero più piccolo del mondo – il “mustiolo” – alle grandi farfalle che volteggiano tra liane, edere e tronchi colossali. L’aria è impregnata di umidità e del profumo di 170 diverse specie di orchidee. Fra le simpatiche creature locali, tenete a bada le sanguisughe con scarpe chiuse, calzini lunghi e una manciata di sale per persuaderle a mollare la presa.
Arrivati al quartier generale del parco, registratevi all’ufficio informazioni (si paga 30 RM – ovvero 7,50 euro – per un pass valido per cinque giorni) e affidatevi ad una guida locale per esplorare le grotte. Avventurarsi da soli è tanto pericoloso quanto severamente proibito (ma non temete, ci sono molte camminate solitarie fra foresta, lagune e cascate che non necessitano della compagnia di una guida). Risultato di milioni di anni di sedimenti calcarei e formazioni rocciose, il sottosuolo di Mulu è tanto stupefacente quanto il suo piano ‘en plein air’. I cunicoli e i tunnel sotterranei sono ricamati di sculture carsiche. Fra le molte meraviglie in pietra, la Sarawak Chamber è la caverna più grande del mondo: si stima che la sua estensione – pari a 16 campi da calcio – possa contenere quaranta Boeing 747!
Le sconfinate volte a botte delle grotte umide e buie rappresentano l’habitat ideale per i pipistrelli. Di fatto, Mulu ospita più di 12 specie di pipistrelli per un totale di circa tre milioni di esemplari. Tutte le sere, verso il tramonto, uno sciame vorticoso e fittissimo esce dall’apertura della Caverna del Cervo e parte per la quotidiana caccia notturna, in cerca di cibo. Il turbinio di pipistrelli si può immortalare dall’apposito punto di osservazione. Si stima che ogni pipistrello ritorni alla grotta sazio di 5/10 grammi di insetti, rapidamente digeriti e convertiti in guano, sostanza fondamentale per l’ecosistema dalle caverne, presente in quantità mastodontiche (per i deboli di stomaco si consiglia vivamente un fazzoletto profumato con cui coprirsi il naso durante i tratti più impervi delle escursioni sotterranee).
Fiore all’occhiello delle attività all’aria aperta escogitate dal parco di Mulu, la lunga canopy walk permette di passeggiare (o meglio, di traballare) per un paio d’ore sospesi a 35 metri d’altezza all’interno della fitta foresta equatoriale, a tu per tu con cortecce e rampicanti. Vale la pena di accantonare vertigini e idiosincrasie e approfittare delle vacillanti passerelle in legno e corda che collegano, di albero in albero, quasi 500 metri di giungla, osservando da vicino la flora equatoriale e il suo corredo di libellule, lucertole e scoiattoli.
Gli aspri pinnacoli che emergono, aguzzi e taglienti come rasoi, dal verde della montagna Gunung Api rappresentano senz’altro lo scenario più affascinante di Mulu. Alti fino a 45 metri, i pinnacoli sono un ottimo esempio del potere dell’erosione, causata dall’azione di piogge e vento, delle rocce calcaree. L’ultima parte del sentiero è estremamente ripida: si percorre un dislivello di 1200 metri di altitudine negli ultimi 2 chilometri di semi-arrampicata. Per gli escursionisti più in forma e per i più coraggiosi, il parco organizza trekking guidati di tre giorni e due notti per circa 70 euro a persona (compresa sistemazione nei campi base e ritorno in longboat); non dimenticate di portare provviste d’acqua potabile e cibo (per gli altri trekking organizzati dalle guide del parco, vedi il sito in basso).
Mangiare e dormire. Mulu è percorsa da una singola strada asfaltata che collega l’aeroporto al parco nazionale. Non si corre il rischio di perdersi, e tutte le sistemazioni a basso costo e le homestay in camerata presso gli abitanti locali si trovano a poche centinaia di metri dall’ingresso principale del parco. Un letto in un’abitazione tradizionale, tanto spartana quanto familiare, costa circa 15 ringgit (4 euro). Sulla stessa strada troverete piccoli ristoranti a gestione familiare, dal menu limitato ma dignitoso (un pasto costa circa 3 euro). Per una sistemazione più decorosa, i Garden Bungalows (vedi link in basso) all’interno del parco, con patio verdeggiante, aria condizionata e bagno privato, costano 244 ringit a notte (60 euro). La colazione è inclusa.
Arrivare. Dall’Italia, si può prendere un volo per Kuala Lumpur (sui 700-800 euro andata e ritorno, con Etihad, Emirates, o Qatar Airlines) e poi proseguire con un volo interno per Kuching, Miri o Kota Kinabalu per atterrare nel Borneo malese. Da ognuno dei suddetti aeroporti partono voli diretti per Gunung Mulu (raggiungere il parco via terra è difficile e dispendioso: possono volerci parecchi giorni e occorre cambiare una decina di barche fluviali). Aggiungete circa 200 euro per i voli interni con la Malaysia Airlines e mettete in conto il rischio di dover aspettare qualche giorno affinché il vostro volo sia confermato. Atterrati a Mulu, il parco si trova a circa un chilometro dal piccolo aeroporto.
Per informazioni: Gunung Mulu National Park nella lista Unesco – Nella foresta – Mangiare e dormire
[Scritto per Oggiviaggi.it]