Taiwan Files – Aiuti militari Usa a Taipei. I viaggi negli States di Lai e Gou

In Asia Orientale, Taiwan Files by Lorenzo Lamperti

Il primo pacchetto inviato con autorità presidenziale. Il patron della Foxconn negli Usa, presto anche il vicepresidente. Manovre verso le elezioni. A Pechino Wang Yi torna ministro. Delegazione accademica continentale a Taiwan. Liberato l’attivista Lee Meng-chu. Tsmc posticipa l’apertura in Arizona. E tanto altro. La rassegna settimanale di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)

Come previsto, la Casa Bianca ha annunciato l’invio di aiuti militari per 345 milioni di dollari. Ma non si tratta di una vendita. Per la prima volta dal 1979, da quando Washington ha avviato i rapporti diplomatici ufficiali con Pechino, viene usata la cosiddetta “autorità presidenziale di prelievo” per sostenere la difesa di Taipei. La stessa facoltà, anche se in questo caso non di emergenza, usata a più riprese sull’Ucraina e che consente di accelerare la consegna di scorte del Pentagono.

Dalla fine dei rapporti diplomatici ufficiali erano sempre state effettuate vendite, l’ultima da 440 milioni solo poche settimane fa. Ma Taiwan che spesso e volentieri ha lamentato ritardi nelle consegne. Secondo la repubblicana Young Kim, ci sarebbe addirittura un arretrato di 21 miliardi di armi per ora non consegnate. Tra cui i droni SeaGuardian, che non dovrebbero essere previsti nel nuovo pacchetto, su cui Washington non ha fornito dettagli ufficiali. Sarebbero comunque inclusi sistemi di difesa aerea, munizioni per armi leggere, attrezzatura di sorveglianza e sostegno alla formazione. Secondo Reuters, potrebbero esserci anche quattro droni da ricognizione, ma appunto non quelli più avanzati che Taiwan chiede da tempo.

Dalla Cina, come prevedibile, arrivano forti critiche. “Gli Stati Uniti devono smettere di portare rischi per la pace e la stabilità nello Stretto”, ha detto Liu Pengyu dell’ambasciata cinese a Washington. Se non sul tipo di armi, il salto di qualità è nel modo in cui queste verranno inviate. Non è uno sviluppo imprevisto. Nel bilancio 2023, il Congresso Usa ha autorizzato fino a un miliardo di dollari di aiuti per Taipei. Pechino aveva criticato già allora. E nei giorni scorsi il ministero della Difesa ha parlato di “atti dolosi” che “danneggiano seriamente la sicurezza nazionale della Cina e sono una minaccia per la pace”. Già previsti altri aiuti anche nel bilancio 2024.

Nel frattempo, secondo il New York Times, l’amministrazione Biden ha scoperto un malware progettato per colpire le basi militari con tagli a elettricità, acqua e comunicazioni. Strumento che potrebbe rivelarsi decisivo per rallentare i tempi di reazione di fronte a un’ipotetica azione militare su Taiwan.

Lecito attendersi nuove tensioni e manovre militari sullo Stretto, anche in corrispondenza del doppio passaggio negli Stati uniti (di cui Taiwan Files ha dato conto già il 10 giugno scorso) del vicepresidente taiwanese Lai Ching-te, all’andata e al ritorno dalla cerimonia d’insediamento di Santiago Peña come nuovo presidente del Paraguay. Il viaggio disturba molto Pechino, visto che Lai è anche il candidato a lei più ostile alle presidenziali del 2024. Una sua recente uscita sulla speranza che il presidente taiwanese possa in futuro entrare alla Casa Bianca sarebbe stato accolto con qualche perplessità dall’amministrazione Biden, che secondo il Financial Times ha chiesto chiarimenti, temendo forse una nuova era Chen Shui-bian, il primo presidente del Dpp tra il 2000 e il 2008 considerato imprevedibile. Lai ha smussato le sue posizioni sulle relazioni intrastretto portandole apparentemente in linea a quelle della presidente uscente Tsai Ing-wen (che recentemente ha contratto il Covid), ma ogni tanto pare essere più forte di lui fare qualche dichiarazione a effetto.

Nei giorni scorsi, si sono peraltro svolte a Taiwan le esercitazioni annuali Han Kuang (accompagnate anche da un’intensificazione delle manovre dell’Esercito popolare di liberazione), volte a testare la capacità di reazione militare e civile di fronte a un ipotetico attacco. Per la prima volta sono stati impiegati anche gli aeroporti civili, compreso quello internazionale di Taoyuan. Tra le urgenze, per i funzionari taiwanesi c’è quella di dotarsi di un sistema satellitare: non Starlink, vista la sfiducia nei confronti di Elon Musk. Secondo il South China Morning Post, si starebbe trattando l’acquisizione del sistema di comunicazioni tattiche Link 22, dotato di tecnologie Nato. Ma il piano dell’esercito taiwanese di usare la barriera montuosa centrale come scudo naturale viene messo in discussione con l’Esercito popolare di liberazione che espande la sua presenza a est.

Intanto, è già partito per gli Usa Terry Gou, autore di un editoriale pubblicato sul Washington Post, in risposta a quello recente di Lai. “Andrò a convincere i falchi a non trasformare Taiwan nella prossima Ucraina”, ha detto il patron della Foxconn, primo fornitore di iPhone per Apple. Per i media locali è possibile un incontro con Henry Kissinger. In molti a Taipei sono convinti che Gou si candiderà alle elezioni contro Lai, magari in tandem con l’ex sindaco Ko Wen-je. Un’ipotesi che non dispiacerebbe a Xi Jinping, vista la sua posizione dialogante e dai numerosi interessi di Foxconn nella Repubblica popolare. E forse non dispiacerebbe neppure a Donald Trump, che nel 2019 aveva accolto Gou alla Casa bianca.

Ne ho scritto qui e parlato qui (audio dal minuto 7). Al post qui sotto qualche altra riflessione su Instagram.

 

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Wang Yi torna ministro degli Esteri cinese: ha grande esperienza su Taiwan

Per navigare acque tempestose, servono mani sicure. La restaurazione al ministero degli Esteri cinese arriva mentre all’orizzonte si stagliano nuove nubi sullo Stretto di Taiwan. Luogo che Wang Yi, tornato ministro, conosce bene visto che dal 2008 al 2013 è stato capo dell’Ufficio per gli affari di Taiwan di Pechino. Cioè l’organismo cinese di riferimento per le politiche volte alla “riunificazione” con Taipei. Già ministro per oltre 9 anni, torna al suo posto con l’incombenza di conciliare i tentativi di dialogo con Washington e la prossima incombente crisi.

A metà agosto è infatti in programma un doppio transito del vicepresidente taiwanese Lai Ching-te negli Stati Uniti, andando e tornando dal Paraguay (uno dei 13 paesi rimasti a riconoscere Taipei) dove assisterà all’insediamento del presidente eletto Santiago Peña. La vicenda è altamente sensibile, perché Lai è candidato alle presidenziali del 2024. Vero che è una tradizione per gli aspiranti leader taiwanesi presentarsi negli Usa: l’hanno fatto o lo faranno anche i suoi contendenti. Ma Lai è il candidato più ostile al Partito comunista, che ne ha una visione più negativa persino dell’attuale presidente Tsai Ing-wen. Pechino ha intimato agli Usa di non ospitare quello che definisce come un “secessionista”, per non causare un’ulteriore rottura a un anno di distanza dal viaggio di Nancy Pelosi a Taiwan. Se la visita dovesse comunque avvenire, fonti a Taipei danno per scontata una reazione sul fronte militare, con nuove esercitazioni intorno all’isola.

Ne ho scritto su La Stampa del 26 luglio, per altre cose sulla rimozione di Qin Gang qui.

Politica taiwanese verso le elezioni del 2024

Il 16 luglio grande manifestazione di protesta contro il governo. Mentre il Dpp teneva la propria convention al chiuso con l’aria condizionata, l’opposizione guidata in questo caso idealmente da Ko Wen-je marciava sotto il caldo. Immagine che potrebbe conquistare qualche voto giovane. Qui il resoconto di New Bloom. Presente anche il candidato del Guomindang Hou Yu-ih, che appare in leggera rimonta nelle ultime settimane per la seconda posizione occupata finora da Ko nei sondaggi.

Il divieto di candidarsi alle elezioni con precedenti penali è stato uno dei tanti emendamenti adottati dal Dpp al congresso di Taipei. Lai punta anche sulla diaspora del Sud-Est asiatico per vincere le elezioni.

Hou, che ha conquistato ufficialmente la candidatura al congresso del Gmd nonostante diverse perplessità, è partito per un viaggio in Giappone, paese chiave dove è stato di recente anche Ko.

Intanto, si è svolta la prima visita di una delegazione accademica della Repubblica Popolare a Taiwan dall’inizio della pandemia. Il gruppo, di cui hanno parlato anche i media di Pechino, è stato invitato e ospitato dalla fondazione dell’ex presidente Ma Ying-jeou, che ad aprile era stato il primo leader o ex leader di Taipei a recarsi in Cina continentale dal 1949.

TSMC ritarda l’apertura in Arizona

La Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (che prevede un netto calo dei ricavi per il settore dei semiconduttori) ha dichiarato che posticiperà l’inizio della produzione di massa nel suo impianto in Arizona al 2025 a causa della carenza di lavoratori e tecnici qualificati necessari per il trasferimento delle attrezzature nella struttura. Il presidente di TSMC, Mark Liu, ha dichiarato che il più grande produttore di chip a contratto del mondo sta entrando in una fase critica di gestione e installazione di alcune delle “attrezzature più avanzate” nello stabilimento, il suo primo impianto di chip negli Stati Uniti in oltre 20 anni. L’inizio della produzione di massa era previsto per la fine dell’anno prossimo.
“Stiamo incontrando alcune difficoltà, in quanto non c’è un numero sufficiente di lavoratori qualificati con le competenze specialistiche richieste per l’installazione di attrezzature in un impianto di semiconduttori”, ha dichiarato Liu. Liu ha aggiunto che TSMC sta inviando tecnici esperti da Taiwan per compensare i ritardi e la mancanza di lavoratori locali qualificati.

Chi segue Taiwan Files sa che per Morris Chang, il fondatore del colosso taiwanese, l’investimento negli Stati Uniti deriva anche da questioni politiche. Esplicitate nell’intervista che ho fatto a Frank Huang di Powerchip ad aprile.

Sempre Tsmc ha annunciato investirà 2,9 miliardi di dollari in un impianto di packaging avanzato per chip legati all’intelligenza artificiale.

Notizie in pillole

La Cina continentale ha rilasciato un cittadino taiwanese che era stato detenuto con l’accusa di spionaggio. Lee Meng-chu è scomparso nel sud della Repubblica Popolare nel 2019. L’anno successivo, i media statali cinesi hanno riferito che era un membro attivo di un gruppo separatista di Taiwan che si era finto un uomo d’affari per nascondere il suo ruolo di spionaggio. La Bbc lo ha intervistato.

Dal 20 luglio è di nuovo possibile per i cinesi continentali recarsi a Taiwan per visitare i propri familiari.

Taiwan sta indagando su una possibile fuga di documenti ufficiali, tra cui cablogrammi diplomatici e rapporti classificati sulla delicata offerta di entrare a far parte di un patto commerciale globale, secondo due funzionari che hanno familiarità con la ricerca.

Taiwan ha annunciato l’intenzione di costruire una nuova generazione di strutture di ricerca e sviluppo sulla biosicurezza per rafforzare le proprie difese contro la guerra biologica. Ma il progetto non svilupperà armi biologiche, hanno sottolineato le autorità di Taipei, dopo le voci che si erano diffuse in merito.

Aumentano le iniziative di autodifesa organizzate dai civili taiwanesi.

Washington e Tokyo stanno preparando piani per difendere Taiwan da un potenziale attacco, ma il Giappone non vuole impegnare le proprie forze armate, scrive il Wall Street Journal.

Nelle scorse settimane è stata a Taipei la vedova di Shinzo Abe, l’ex premier giapponese ucciso nel luglio 2022 (qui uno speciale sulla sua morte vista da Taipei). Grande accoglienza per Akie Abe.

La stabilità dello Stretto di Taiwan è stata citata nel comunicato finale dell’incontro fra Giorgia Meloni e Joe Biden negli Stati Uniti.

In un contesto di crescente entusiasmo verso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, il numero di offerte di lavoro legate alle tecnologie AI a Taiwan ha superato le 26.000 unità e si prevede che le persone in cerca di lavoro con competenze in materia di AI possano godere di un aumento salariale di circa il 10%.

Sei anni dopo che il movimento #MeToo è salito alla ribalta mondiale e ha rovesciato potenti responsabili di abusi sessuali, Taiwan sta correndo per riformare le leggi e fornire formazione e supporto mentre fa i conti con la propria ondata di denunce. Nonostante la reputazione di Taiwan come bastione progressista in una regione conservatrice – il primo posto in Asia a legalizzare il matrimonio omosessuale e uno dei pochi ad avere un leader donna – c’è voluta la scintilla di un dramma di Netflix per affrontare un problema a lungo avvolto nella vergogna e nel silenzio. Ne avevo scritto qui.

Far Eastern New Century è leader mondiale nella produzione di pellet rPET per uso alimentare. Questa azienda di Taiwan trasforma le bottiglie di PET in scarpe Nike e LEGO.

Di Lorenzo Lamperti

Taiwan Files – La puntata precedente

Il punto verso il voto del 2024

Taiwan Files – L’identikit di Hou Yu-ih, candidato presidente del GMD

Taiwan Files – L’identikit di William Lai, candidato presidente del DPP

Taiwan Files – Le elezioni locali e l’impatto sulle presidenziali 2024

Intervista a Ma Ying-jeou