Pakistan – Cena di ritorno per Musharraf

In Uncategorized by Simone

Il Pakistan, che si preparara alla campagna elettorale per le legislative di maggio, affronta un altro possibile scossone nella scena politica. L’ex presidente Pervez Musharraf è pronto a tornare dall’esilio sebbene a rischio di arresto per tradimento. E l’appuntamento diventa anche un modo per fare cassa. A volte ritornano. L’ex generale e presidente pakistano Pervez Musharraf è pronto a tornare dall’esilio di Dubai. La notizia era circolata già nei giorni scorsi, ma da ieri c’è una data. Il ritorno dell’ex capo di Stato, che salì al potere con un golpe, nel 1999, è fissato per il 24 marzo.

L’intenzione è correre alle elezioni del prossimo maggio alla guida della All Pakistan Muslim League, il partito da lui fondato nel 2010. Come spiegato alla Reuters dal portavoce, Khurram Haris, l’ex generale sbarcherà a Karachi.

La decisione dell’ex generale agita le acque nella politica del Paese dei puri che si prepara alla legislative e il 15 marzo assisterà, per la prima volta, a un Parlamento che arriva alla scadenza naturale della legislatura.

La prima reazione alle parole di Haris è stata del Senato che ha adottato una risoluzione per chiedere l’arresto dell’ex dittatore e un processo per tradimento. Su Musharraf pesano le accuse di cospirazione nell’omicidio dell’ex premier Benazir Bhutto, assassinata nel 2007 durante un comizio e cui non avrebbe garantito adeguata protezione.

L’ex generale, inoltre, si sarebbe macchiato di “atti di natura criminale” e avrebbe “messo a rischio la sicurezza nazionale con accordi sottobanco e non scritti stipulati con potenze straniere”. Così recita il documento letto in aula da Raza Rabani, parlamentare del Partito del popolo pakistano, il movimento politico di Bhutto e del suo vedovo e attuale capo di Stato, Asif Ali Zardari.

Già in passato Musharraf aveva espresso l’intenzione di porre fine al suo esilio emiratino, dov’era riparato nel 2008. A gennaio dell’anno scorso un primo tentativo fu annullato su pressione dei suoi consiglieri, proprio per il rischio di un arresto. “Il presidente Musharraf ha chiarito che si presenterà in tribunale perché convinto di non aver fatto niente di male”, ha spiegato Harris che ha chiesto al governo di Islamabad di garantire per l’incolumità dell’ex presidente.

L’annuncio del rientro arriva mentre ci si prepara all’insediamento dell’esecutivo ad interim che dovrà guidare il Paese verso il voto. La nomina di un governo di transizione era una delle richieste strappate a gennaio dal controverso movimento di protesta di Tahir ul Qadri. Anche egli reduce da un esilio, questa volta in Canada, il religioso sufi era tornato in patria un mese prima per mettersi a capo di migliaia di pakistani, che ha guidato sino a Islamabad per chiedere lo scioglimento del Parlamento e un rinnovamento della classe politica giudicata inadeguata e corrotta.

Negli stessi giorni andava in scena l’ultimo atto in ordine di tempo dello scontro tra governo e Corte suprema con un ordine d’arresto per corruzione contro il premier Pervez Asharaf, alleato di Zardari chiamato nel Paese “signor 10 per cento” per la cresta che si riservava negli affari sfruttando la propria posizione politica.

Una sequenza di eventi che ha fatto gridare al complotto, facendo ipotizzare che dietro Qadri ci fosse la mano sia dei giudici supremi sia dell’esercito, cui il religioso non ha risparmiato elogi e che dall’indipendenza del 1947 non ha disdegnato l’impegno diretto in politica attraverso golpe militari. Da ultimo, 14 anni fa, quello di Musharraf che nei giorni delle proteste di gennaio elogiò pubblicamente il movimento di protesta.

Intanto, scrive il quotidiano emiratino The Nation, l’ex presidente si affida ai propri sostenitori. Tra le iniziative l’apertura di un sito in cui si offre l’opportunità di partecipare al rientro di Musharraf in Pakistan. Un biglietto di sola andata Dubai-Karachi sull’aereo dell’ex generale costa 2.500 dollari, una cena il giorno prima della partenza 1.000. Per una stretta di mano con foto sevono 250 dollari.

[Foto credit: telegraph.co.uk]