Made in China Files

In Uncategorized by Gabriele Battaglia

Li Keqiang chiarisce le sfide dell’economia cinese racchiuse nell’ultimo piano quinquennale. Lo scandalo dei vaccini illegali in Shandong in primo piano nella nostra rassegna quotidiana sino-asiatica. L’intervista a Marco Del Corona, autore di un libro di conversazioni con i maggiori autori cinesi del nostro tempo. E infine un focus sulle vittime musulmane dell’estremismo hindu in India.

La ristrutturazione dell’economia cinese mette a rischio la stabilità sociale di Simone Pieranni 

Li Keqiang non ha usato metafore: «Abbiamo già scelto l’acciaio e il carbone come i due settori per realizzare innovazioni iniziali nel ridurre la capacità di produzione […] allo stesso tempo, dobbiamo evitare un’ondata di licenziamenti di massa: dobbiamo procedere con la riduzione della capacità industriale, ma il grande numero di dipendenti non possono perdere la loro ciotole di riso, e dobbiamo sforzarci di trovare loro nuove ciotole di riso». Una sfida racchiusa negli obiettivi dell’appena approvato nuovo piano quinquennale.

In Cina e Asia – Scandalo vaccini illegali in Shandong di Redazione 

I titoli della rassegna di oggi:

– Scandalo vaccini illegali in Shandong
– La Banca centrale cinese aveva chiesto aiuto alla Fed per affrontare la crisi dell’estate 2015
– General Motors continuerà ad investire nel mercato automobilistico cinese
– Nepal e Cina: tre linee ferroviarie per fare concorrenza al monopolio indiano
– Netizen thailandesi contro i turisti cinesi «incivili»

Un tè con Mo Yan e altri scrittori cinesi: intervista a Marco Del Corona di Francesca Berneri

Francesca Berneri intervista per China Files Marco Del Corona, corrispondente dalla Cina per il Corriere della Sera dal 2008 al 2012 e autore del libro «Un tè con Mo Yan e altri scrittori cinesi», O Barra O Edizioni. Si parla di letteratura contemporanea cinese, confucianesimo, «sogno cinese» e il ruolo della censura nella produzione letteraria cinese.

«Strange Fruit» e le vittime musulmane dell’estremismo hindu di Matteo Miavaldi 

In un villaggio del distretto di Latehar, nello stato del Jharkhand, i corpi di due commercianti di mucche – musulmani – sono stati ritrovati appesi a un albero: in mostra dopo che le due vittime, di cui una di soli 12 anni, sono state linciate per una colpa che nell’India contemporanea sempre più spesso comporta un prezzo da pagare in sangue. In un parallelismo macabro ma tremendamente azzeccato, l’attivista e femminista Kavita Krishnan su Facebook ha evocato il ricordo delle violenze razziali contro la comunità afroamericana negli Stati Uniti agli inizi del secolo scorso. E una poesia diventata standard jazz immortale, «Strange Fruit», che riporta alla memoria le impiccagioni pubbliche ad opera del Ku Klux Klan. Solo che siamo in India e corre l’anno 2016.