Per O Barra O Edizioni è uscito di recente “A Taiwan!”, leporello illustrato che accompagna il lettore in un road trip per tutta l’isola, caratterizzato da acquarelli dai colori vividi e una metodica attenzione ai dettagli. China Files ha conversato con l’autore Marco Liu.
I mercati notturni, le peculiarità architettoniche, le piante che abbondando nelle viuzze, le pietanze gustose. Tutto diventa tangibile grazie agli acquarelli di Marco Liu, illustratore di Taipei classe 1982: il suo tratto delicato e i colori vividi riempiono le pagine di “A Taiwan!” (O Barra O Edizioni, 2022), consentendo al lettore un viaggio lento attraverso tutta l’isola.
Unica regola: prendersi del tempo per prestare la giusta attenzione ai dettagli. Se Taiwan ha assunto un ruolo sempre più prominente per le questioni di carattere geopolitico, poco si sa delle sue peculiarità e delle usanze quotidiane. L’autore si propone, quindi, di colmare le lacune, e i testi esplicativi bilingui aggiungono alcune descrizioni a ciò che Marco Liu raffigura grazie alla ricca palette cromatica e allo sguardo attento per il contesto urbano.
Non resta quindi che fermarsi a osservare le facciate dei palazzi, e seguire le ombre che i tetti e le tettoie dalle mille forme proiettano sulle facciate dei ristoranti, dove si affollano cartelli, insegne e lanterne. O apprezzare come gli acquarelli rendano giustizia alle varie specie di piante che decorano incroci stradali e palazzi. Se nel libro trovano spazio anche gli edifici più conosciuti e di interesse architettonico, a China Files Marco Liu racconta che la sua tendenza è quella di scovare scorci nascosti e prospettive “alternative”, una abitudine che si lega alla sua passione per la street photography.
Proprio come una fotografia, le sue illustrazioni regalano al lettore uno sguardo privilegiato sulle abitudini del quotidiano e sulla caoticità delle scene urbane. Non si ha l’impressione che qualche elemento sia stato messo o tolto per un preciso scopo estetico: è l’aderenza al vero e una descrizione minuziosa della realtà che la fanno da padrone.
Raccontaci un po’ di te. Qual è stato il tuo percorso di studi e come ti sei avvicinato all’illustrazione?
Il mio percorso di studio non c’entra con l’illustrazione. Provengo da un mondo totalmente diverso, quello dell’informatica e dell’elettronica, ma circa tre anni fa ma mi sono avvicinato a quest’arte perché ero alla ricerca di un modo per rilassarmi e scaricare lo stress. Ho seguito un corso e grazie a tanto esercizio sono arrivato a dove sono oggi. Dopo circa due anni ho iniziato a pensare che sarebbe potuto diventare un lavoro.
Questo anche grazie ai social media? Sul tuo profilo Instagram sei molto attivo, e oltre alle tue illustrazioni pubblichi anche video in cui ti riprendi mentre disegni e dipingi..
I social mi hanno aiutato molto. La casa editrice francese Elytis mi ha contatto nel 2021 proprio su Instagram. A quel tempo il mio profilo aveva già raggiunto un certo grado di visibilità, ma non mi aspettavo affatto che mi proponessero di lavorare a un mio libro di illustrazioni e sopratutto che questa grande opportunità venisse dall’Europa. Uscire anche in Italia con O Barra O Edizioni è stata una ulteriore sorpresa. È davvero un onore per me poter raggiungere il pubblico italiano.
Ti definisci uno urban sketcher. Che cosa significa questa espressione per te?
È un termine che descrive a pieno il mio interesse per gli scorci urbani. Per anni sono stato appassionato di fotografia, e lo sono ancora, in particolare di street photography. L’aspetto che più mi piace è scovare i piccoli scorci a cui molti non prestano attenzione. L’illustrazione mi ha dato la possibilità di replicare questi luoghi meravigliosi, rappresentarne i dettagli e aggiungere i colori.
A proposito di colori, nel libro alcuni elementi vengono lasciati in bianco e nero. Ma in generale la palette cromatica molto ricca sembra essere il fulcro dei tuoi disegni. Pensi che per rappresentare Taiwan non si possa fare a meno dei colori?
Sì, in generale penso che nei miei disegni i colori siano necessari e rendano giustizia a ciò che voglio raffigurare. Ma quando la scena su cui sto lavorando è già molto complessa preferisco lasciare qualcosa senza colore piuttosto che cambiare ciò che vedo.
Anche gli esseri umani (pochi, direi) che vivono nei tuoi disegni sono spesso in bianco e nero..
Il mio è un libro sui luoghi più che sugli uomini. Se un elemento del disegno contiene troppe informazioni e la scena ha già abbastanza dettagli faccio in modo che diventi un elemento di interruzione: invece che stravolgere la composizione lo lascio bianco. Quando si ha a che fare con illustrazioni così colorate, a volte le linee nere bastano da sole: l’assenza di colore in qualche modo attira per primo lo sguardo del lettore, che viene poi indirizzato subito verso il background.
Il libro non raffigura solo Taipei, ma anche Kaohsiung, Hsinchu, Taichung e altre città. Perché hai deciso di dedicarlo a Taiwan? I luoghi che hai scelto hanno per te un significato particolare?
Credo che le mie illustrazioni possano regalare sensazioni positive. Sono disegni “ottimisti”, che invitano a prestare attenzione ai dettagli e a ricercarne la bellezza. Inoltre, descrivono delle prospettive che non tutti conoscono o che non tutti riescono a vedere nella quotidianità. In Europa e negli Stati Uniti molti non conoscono affatto Taiwan, ne sentono parlare solo per le attuali questioni internazionali che riguardano i rapporti con Pechino e Washington. Ho scelto questi luoghi perché mi piacciono, mi sembrano importanti e, sopratutto, possono dare una rappresentazione più ampia possibile di Taiwan. L’idea è spiegare cosa si vede davvero se si passeggia per le strade della città, come sono i ristoranti e i mercati, che cosa si mangia e quali sono i mezzi di trasporto più comuni.
Infatti “A Taiwan!” non contiene solo illustrazioni di palazzi e strade, ma anche di alcuni oggetti o mezzi di trasporto come il sistema di noleggio di biciclette YouBike.
Parliamoci chiaro, dopo anni passati a dipingere case sentivo mi sono sentito annoiato da morire (ride). Volevo dare spazio anche ad altri elementi della vita locale che significassero comunque qualcosa. Ecco perché YouBike, ma anche il servizio di noleggio di motorini Gogoro e la birra. Qualche settimana fa, ad esempio, mi sono messo a dipingere le scale mobili di una metropolitana. Le ho trovate meravigliose, con quelle tonalità tra l’argento e il blu..
In ogni caso, è bene ricordare che nulla resta uguale negli anni. Le abitudini cambiano, gli edifici mutano o scompaiono del tutto. Per esempio l’edificio che si trova nella copertina, un luogo piuttosto conosciuto a Hualien, è stato distrutto da un incendio lo scorso anno. Oppure, visto che sono originario di Taipei, so che una casa che ho illustrato non è più abitata da mesi. Di certo ad oggi sarà diversa da come appare nel mio disegno.
Le case, i mercati, il cibo: sei tu che li scegli o capita che sui social media te li suggeriscano?
In genere sono io che scelgo i posti che più mi attraggono. Passeggio, rimango colpito da qualcosa, faccio delle foto, e poi illustro ciò che ho catturato nell’inquadratura. Ma mi capita anche di restare affascinato da foto che trovo navigando per il web. Mi lascio trasportare dalla bellezza dei luoghi, indipendentemente se mi siano familiari o meno.
Ti mostro i luoghi da cui provengo, allora! Tra le colline marchigiane..
A dimostrazione della sua capacità di raffigurare la bellezza di una scena quotidiana e di rendere alla perfezione gli elementi architettonici, Marco Liu ha scelto di illustrare per la prima volta uno scorcio di Osimo, in provincia di Ancona: non solo il disegno, ma anche un video in time-lapse come se ne trovano sulla sua pagina Instagram.
Marchigiana, si è laureata con lode a “l’Orientale” di Napoli con una tesi di storia contemporanea sul caso Jasic. Ha collaborato con Il Manifesto, Valigia Blu e altre testate occupandosi di gig economy, mobilitazione dal basso e attivismo politico. Per China Files cura la rubrica “Gig-ology”, che racconta della precarizzazione del lavoro nel contesto asiatico.