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In Cina e Asia – Xi in Arabia Saudita firma 34 accordi

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Xi in Arabia Saudita firma 34 accordi
  • Il fondatore di Foxconn fa pressing per allentare le restrizioni da Covid-19
  • Paesi Bassi e Stati Uniti aggiornano i controlli alle esportazioni verso la Cina
  • Taiwan segue gli Stati Uniti nel ban a TikTok
  • Jack Ma si dimette da presidente dell’associazione degli imprenditori dello Zhejiang

Tappeto rosso  (anzi viola) e grandi onori di Stato per Xi Jinping, arrivato due giorni fa in Arabia Saudita. Il presidente cinese è stato accolto dal re Salman bin Abdulaziz presso il palazzo reale Yamamah a Riad, e alla presenza dell’erede al trono saudita, Mohammad bin Salman. Secondo Saudi Press Agency, Xi ha presieduto alla firma di 34 accordi commerciali per un valore stimato di 29,62 miliardi di dollari che spaziano dall’energia verde, e la tecnologia dell’informazione, alle infrastrutture e l’industria sanitaria. Spiccano la raggiunta intesa per un partenariato strategico che armonizza la strategia di sviluppo saudita “Vision 2030” e il progetto sulla Nuova via della seta, oltre a un MoU con Huawei, sul cloud computing e lo sviluppo di soluzioni digitali per le città saudite. Il tutto nonostante l’opposizione degli Stati Uniti. La visita, che si conclude domani, si sta svolgendo oggi con i summit con la Lega araba e il Consiglio di cooperazione dei paesi del Golfo. Oltre ai rapporti economici, ci si attende verrà rimarcato il crescente allineamento per controbilanciare le critiche occidentali in materia di diritti umani. 

 

Paesi Bassi e Stati Uniti aggiornano i controlli alle esportazioni verso la Cina

L’industria cinese dei semiconduttori sta dando i primi segnali di ripresa dalle restrizioni alle esportazioni imposte dagli Stati Uniti. L’Ufficio per l’Industria e la Sicurezza (BIS) del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha concesso a 128 entità cinesi 60 giorni per dimostrare di non rifornire l’esercito cinese, astenendosi dall’includerle direttamente nella blacklist commerciale. Tuttavia, Washington sta proseguendo nel suo sforzo di riportare sul suolo statunitense la produzione di semiconduttori. Martedì la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co, principale produttore di chip a contratto del mondo, ha dichiarato gli investimenti previsti per il nuovo stabilimento in Arizona saranno più che triplicati.

Anche i Paesi Bassi hanno in programma di aggiornare i controlli alle esportazioni di apparecchiature per la produzione di chip dirette verso la Cina, terzo partner commerciale dei Paesi Bassi dopo Germania e Belgio. Lo scorso mese il ministro del Commercio olandese Liesje Schreinemacher ha dichiarato che erano in corso trattative con Washington inerenti a nuove restrizioni che interesseranno le esportazioni di apparecchiature per semiconduttori in Cina. Secondo quanto riferito da giovedì Bloomberg News, l’accordo potrebbe arrivare il prossimo mese ma il Ministero degli Affari Esteri olandese e il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca hanno rifiutato di commentare.

Taiwan segue gli Stati Uniti nel ban a TikTok

Le autorità taiwanesi hanno proibito l’installazione e l’utilizzo di TikTok, insieme alla sua versione cinese Douyin e alla piattaforma Xiaohongshu, sui dispositivi pubblici e negli uffici governativi, secondo quanto riportato dai media taiwanesi Central News Agency e Liberty Times, che citano entrambi un funzionario del Ministero degli Affari Digitali locale. L’uomo ha definito le tre applicazioni dei “prodotti dannosi per la sicurezza informatica nazionale”.

La mossa segue simili misure adottate dai governatori di Texas, Maryland, Sud Dakota e Sud Carolina, che hanno bandito TikTok dai cellulari e dai computer statali. L’app era già stata vietata da diverse autorità federali, tra cui il Dipartimento di Stato, il Dipartimento della Difesa e il Dipartimento della Sicurezza Nazionale. Il presidente Biden starebbe però cercando di trovare un accordo di sicurezza per permettere all’applicazione di continuare a operare negli Stati Uniti.

Terry Gou chiede alle autorità di allentare le restrizioni da Covid-19

Terry Gou, fondatore del gruppo Foxconn, il principale assemblatore di iPhone al mondo, ha scritto una lettera ai leader cinesi, invitandoli ad allentare le rigide misure anti-Covid, mentre la fabbrica di Zhengzhou era teatro di proteste. Secondo alcuni osservatori, la richiesta – secondo il Wall Street Journal –  ha contribuito ad accelerare i piani per alleggerire la Zero Covid, sottolineando che la rigidità delle misure mette a repentaglio la posizione centrale di Pechino nelle catene di fornitura globali. Mercoledì sono state infatti emanate nuove regole che eliminano molti dei requisiti di quarantena e di test e limitano la possibilità le autorità locali di imporre chiusure, al fine di minimizzare lìimpatto sulla vita delle persone e sulla crescita economica. Secondo Ming-chi Kuo, analista di TF International Securities, in questo mese Foxconn ripristinerà la sua capacità di produzione di iPhone nella Cina centrale e meridionale a oltre il 60%.

Jack Ma si dimette da presidente dell’associazione degli imprenditori dello Zhejiang

Il fondatore del gigante dell’e-commerce Alibaba, Jack Ma, prosegue nella sua ritirata dai riflettori iniziata nel 2019 e lascia anche l’incarico di presidente dell’Associazione generale degli imprenditori dello Zhejiang. Il miliardario è stato il primo presidente della no-profit costituita nel 2015 dagli imprenditori della regione. Mercoledì l’associazione ha eletto Nan Cunhui, presidente del produttore di componenti elettrici Chint Group, come nuovo presidente.

A cura di Michelle Cabula; ha collaborato Alessandra Colarizi