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In Cina e Asia – Qin Gang visita il Pakistan

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Dopo il summit Sco in India, Qin Gang visita il Pakistan
  • La Cina invita alla calma dopo l’attacco compiuti da droni contro il Cremlino
  • Sgominata una rete web che dalla Cina promuoveva fake news
  • Rapporto cinese: “La CIA ha cercato di rovesciare 50 governi stranieri”
  • Usa e Filippine annunciano nuove linee guida militari 

Il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, si trova in Pakistan per una visita di due giorni (5-6 maggio). Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa indiana Uni, Qin è stato invitato nel paese dal suo omologo pachistano Bilawal Bhutto Zardari durante l’incontro tra ministri degli Esteri della Shanghai Cooperation Organisation (Sco) di giovedì a Goa, in India. Lì il consigliere di Stato cinese ha incontrato il collega russo Sergey Lavrov e quello indiano Subrahmanyam Jaishankar, con il quale ha parlato della “pace e tranquillità delle zone di confine”. Poi il viaggio in Pakistan, dove secondo il South China Morning Post è previsto un vertice con il primo ministro di Islamabad, Shebaz Sharif, e un colloquio trilaterale con Bhutto Zardari e il ministro degli esteri talebano, Amir Khan Muttaqi, per discutere della crisi in Afghanistan. Solo venti giorni fa Qin aveva partecipato a una conferenza in Uzbekistan proprio sulla questione afgana, che preoccupa la Cina soprattutto per la minaccia terroristica ai suoi confini.

La trasferta di Qin arriva dopo la telefonata tra il premier cinese Li Qiang e quello pachistano Sharif della scorsa settimana, e a pochi giorni di distanza dalla visita del nuovo capo dell’esercito di Islamabad, Asim Munir, nella Repubblica popolare. Giovedì, in vista dell’incontro tra Qin e Bhutto Zardari, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha definito i due paesi “partner di cooperazione strategica per tutte le stagioni e amici di ferro”.

La Cina invita alla calma dopo l’attacco compiuti da droni contro il Cremlino

Il presunto attacco dei droni sulla cupola del Cremlino resta ancora tutto da chiarire. È ancora difficile attribuire la responsabilità del gesto, ma la Cina, abbracciando la posizione dell’Ucraina – che si smarca dalle accuse della Russia di aver organizzato l’attentato contro il leader russo – invita tutti alla calma. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha affermato nel briefing quotidiano che la posizione di Pechino “sulla crisi ucraina è coerente e chiara: tutte le parti dovrebbero evitare di intraprendere qualsiasi azione che possa aggravare ulteriormente la situazione”. Alla domanda se l’episodio comprometterà la futura visita del rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici in Ucraina, Mao ha affermato che ulteriori annunci arriveranno a tempo debito.

Le affermazioni sugli attacchi compiuti da droni contro il Cremlino arrivano nel giorno in cui Pechino ribadisce la sua opinione sul conflitto in Ucraina, in merito al voto favorevole a una risoluzione dell’Onu della scorsa settimana. Il gigante asiatico non ha cambiato la posizione sulla guerra e non appoggia il termine “aggressione” da parte della Russia per descrivere la crisi ucraina, ha reso noto la missione permanente della Cina all’Onu in risposta a una e-mail del South China Morning Post.

Peraltro, la partnership strategica con Mosca è stata ribadita proprio ieri durante un bilaterale tra Qin e l’omologo russo Sergey Lavrov, a margine del vertice SCO di Goa. Oltre ad aver discusso della crisi ucraina, “le due parti hanno concordato di pianificare e organizzare scambi di alto livello e di vario livello tra i due paesi nella fase successiva, rafforzare la cooperazione economica e commerciale, approfondire gli scambi interpersonali e culturali e promuovere la facilitazione degli scambi di personale.”

Sgominata una rete web che dalla Cina promuoveva fake news

Dalla Cina all’Europa fino agli Stati Uniti per diffondere fake news e scatenare il caos politico e sociale. Un’operazione di Meta ha cancellato una rete di profili falsi e troll attivi su Facebook, YouTube, Instagram e Twitter, impegnati a reclutare sovversivi e diffondere contenuti su questioni politiche controverse. Il colosso statunitense ha rimosso più di 100 pagine Facebook, profili e account Instagram collegati a una rete con base in Cina. Secondo le rivelazioni della società proprietaria dei social network, la rete si occupava di assumere scrittori e content creator in tutto il mondo, reclutare manifestanti e affiliare una ONG (organizzazione non governativa) in Africa per portare avanti la macchina propagandistica. I bersagli principali della rete erano la comunità LGBTQ, il filantropo miliardario George Soros e la polizia statunitense, descritta come brutale. Ovviamente non mancavano contenuti che promuovevano la linea del governo cinese sulle politiche nello Xinjiang, in Tibet e India.

Rapporto cinese: “La CIA ha cercato di rovesciare 50 governi stranieri”

Un nuovo rapporto, pubblicato congiuntamente dal National Computer Virus Emergency Response Center (CVERC) cinese e dalla società di sicurezza informatica 360, accusa la Central Intelligence Agency (CIA) statunitense di orchestrare segretamente “evoluzione pacifica” e “rivoluzioni colorate” in tutto il mondo grazie agli avanzati mezzi tecnologici. Sfruttando le “risorse Internet e IoT [Internet of Things] a livello globale”, l’agenzia statunitense avrebbe ottenuto il controllo su reti straniere e il furto di dati importanti e sensibili in qualsiasi momento”. “I bersagli di questi attacchi includono infrastrutture informative critiche, aerospaziale, istituti di ricerca, industrie petrolifere e petrolchimiche, grandi società Internet e agenzie governative in vari paesi,” specifica il report che colloca i primi attacchi al 2011. Secondo l’indagine, per decenni, la CIA ha rovesciato o tentato di rovesciare oltre 50 governi stranieri – di cui solo sette casi riconosciuti dalla CIA – causando disordini nei paesi coinvolti.

Usa e Filippine annunciano nuove linee guida militari

Gli Stati Uniti hanno pubblicato delle nuove linee guida per definire in termini precisi i propri impegni di difesa nei confronti delle Filippine. I due paesi sono legati da un trattato di mutua difesa siglato nel 1951 e con questo nuovo documento Washington e Manila affermano specificamente che il trattato verrebbe invocato in caso di attacco a uno dei due nel mar Cinese meridionale, anche nell’eventualità che sia coinvolta una nave della guardia costiera. È stato inserito inoltre un aggiornamento rispetto al trattato che riguarda le nuove forme di guerra, come l’utilizzo delle “grey zone tactics”, che la Cina è accusata di usare per avanzare le proprie rivendicazioni nelle zone di mare contese. Non viene menzionata esplicitamente, ma queste linee guida rappresentano un “avvertimento” per Pechino, ha dichiarato a Reuters Rommel Ong, ex vice comandante della marina filippina. Nell’ultimo anno le Filippine hanno presentato decine di proteste formali per denunciare il comportamento della Repubblica popolare nel mar Cinese meridionale, e da quando Ferdinand Marcos jr è stato eletto presidente Manila si è avvicinata molto agli Stati Uniti. Le nuove linee guida sono state pubblicate proprio durante la sua visita a Washington di questa settimana.

A cura di Serena Console, Francesco Mattogno, e Alessandra Colarizi