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In Cina e Asia – La Cina allenta la Zero Covid, ma non è una vera apertura

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • La Cina allenta la Zero Covid, ma non è ancora una vera apertura
  • Sei economisti cinesi chiedono di ridurre le restrizioni Covid
  • Indonesia: fino a un anno di carcere per il sesso fuori dal matrimonio
  • La YMTC diventerà leader mondiale di chip?
  • Le aziende cinese fanno Singapore-washing
La Cina allenta la Zero Covid, ma non è ancora una vera apertura

L’allentamento graduale della politica Zero Covid cinese è ormai cominciato. Sabato a Pechino sono state rimosse una serie di cabine per i test antigenici, tra l’acclamazione dei residenti. Nella capitale non è più richiesto un tampone negativo per entrare in alcuni luoghi pubblici, mentre a Shenzhen – come a Chengdu e Tianjin – adesso si possono usare i mezzi senza aver fatto un test Covid. Secondo fonti Reuters, la Cina sarebbe pronta ad annunciare ulteriori allentamenti che andranno oltre la quarantena casalinga per i casi asintomatici. L’organo cinese di controllo e prevenzione del Covid ha inoltre scaricato sui funzionari locali troppo zelanti la “responsabilità legale” per i problemi legati ai “controlli eccessivi” in alcune aree. Ma non sarà una svolta a 180 gradi.

Come dichiarato da alcuni analisti al Wall Street Journal, in questi anni la Cina ha investito più nelle chiusure e nei test di massa che nella campagna vaccinale e nel potenziamento delle proprie infrastrutture sanitarie. Probabilmente, quindi, almeno per qualche mese si assisterà a un “mix” tra chiusure mirate e rilassamenti. E non si potrà neanche mettere troppo in dubbio la politica Zero Covid. Come riporta il South China Morning Post, l’ex stella  dell’NBA Jeremy Lin (che attualmente gioca in Cina) è stato multato dell’equivalente di 1.400 dollari per aver criticato le condizioni di una struttura di quarantena in cui aveva alloggiato con la sua squadra.

Sei economisti cinesi chiedono di ridurre le restrizioni Covid

“La fiducia è più importante dell’oro”. Cavalcando l’onda degli ultimi allentamenti, un gruppo di sei importanti economisti cinesi si è rivolto al Partito comunista con una lettera aperta per chiedere una svolta dalla politica Zero Covid. Nella lettera, pubblicata sabato, gli autori (tra cui ci sono professori universitari e vertici di grandi aziende) invitano le autorità ad allentare gradualmente gli eccessivi controlli che sopprimono l’attività economica del paese. Il messaggio, riportato dal South China Morning Post, dice infatti che le prime restrizioni dovrebbero essere revocate nelle aree commerciali così da “ristabilire la fiducia” e far ripartire l’economia. Si legge poi che “lo sviluppo è la radice per risolvere tutti i problemi” tra cui “il contenimento strategico degli Stati Uniti”. Procedendo in questo modo la Cina potrà puntare a una crescita del PIL nel 2023 superiore al 5%, concludono gli economisti.

Indonesia: fino a un anno di carcere per il sesso fuori dal matrimonio

Fino a un anno di carcere in caso di sesso fuori dal matrimonio e no alla convivenza prematrimoniale. Poi il divieto di insultare il presidente (o le istituzioni statali): pena 3 anni di possibile reclusione. Sono tra le norme che verranno introdotte in Indonesia a seguito dell’approvazione del nuovo codice penale, prevista entro il 15 dicembre. Sarà un codice penale “in linea con i valori indonesiani”, ha detto a Reuters il vice ministro della Giustizia di Giacarta, Edward Omar Sharif Hiariej. Il conservatorismo nel paese è in aumento ma le nuove norme, oltre a raccogliere il sostegno di alcuni gruppi musulmani, hanno attirato anche varie critiche. Per Andreas Harsono di Human Rights Watch, il nuovo codice rappresenta “una battuta d’arresto enorme per la democrazia indonesiana”.

La YMTC potrà diventare leader mondiale di chip?

Secondo l’ultimo rapporto del sito di notizie TechInsight, la Yangtze Memory Technologies Co. (YMTC) ha introdotto “la prima NAND Flash 3D a più di 200 strati disponibile sul mercato”. Le NAND Flash sono un tipo di memoria ampiamente utilizzata nei dispositivi elettronici di consumo, che consente una velocità di lettura e scrittura elevate e una grande capacità di memorizzazione. La prima società a produrle è stata Samsung, che nel 2013 aveva introdotto sul mercato la V-NAND a 24 strati. Lo scorso anno la multinazionale coreana ha detto di aver già realizzato i primi prototipi di ottava generazione con oltre 200 strati, ma pare che la Ymtc l’abbia battuta sul tempo. Ciò significa, secondo il rapporto, che la società cinese si sta mostrando un “concorrente sempre più serio” dei “giganti mondiale delle memorie”. Ma la strada per diventare un leader globale è piena di ostacoli, viste le recenti restrizioni di Washington sull’export di tecnologia avanzata verso la Cina.

Le aziende cinese fanno Singapore-washing

Lo chiamano “Singapore-washing“, ed è una tendenza che vede aziende straniere registrarsi a Singapore per beneficiare di un ambiente migliore per il networking e il dealmaking. Lo si riscontra soprattutto in Cina. Secondo il Financial Times negli ultimi 12 mesi tra le 400 e le 500 aziende della Repubblica popolare si sono quotate nella borsa della città-stato o hanno formato joint-venture con società locali. Tra le prime a farlo figurano il rivenditore online di fast fashion Shein e la start-up di veicoli elettrici Nio. La prima dal 2021 è gestita dalla azienda singaporiana Roadget Business. La seconda, dopo essersi già quotata a New York e Hong Kong, si è valutata nella borsa di Singapore a maggio di quest’anno. L’insediamento di aziende cinesi a Singapore non è un fenomeno nuovo, ma sempre più aziende stanno tentando di riparare gli affari dalle tensioni tra Pechino e Washington. Un’altra motivazione risiede nella volontà di penetrare il mercato indiano, caratterizzato da un forte sentimento anti-cinese. Intanto, secondo il Global Financial Centres Index, di recente la città-stato ha superato Hong Kong come principale hub finanziario dell’Asia e si è piazzata al terzo posto a livello mondiale dopo New York e Londra.

A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno