PMI

In Cina e Asia – Il PMI cinese torna a crescere per la prima volta in 4 mesi

In Notizie Brevi by Francesco Mattogno

I titoli di oggi:

  • Il manifatturiero cinese torna a crescere per la prima volta in 4 mesi
  • Baidu lavora a un ChatGPT cinese
  • Nel Sichuan ora anche le coppie non sposate possono avere figli
  • La Cina invita i propri studenti a tornare in presenza nelle università all’estero
  • La Russia supera la Cina come principale investitore in Iran
  • Nato: Stoltenberg invita la Corea del Sud a rafforzare il sostegno all’Ucraina
  • India: comminate 165 nuove condanne a morte nel 2022
  • Le azioni del gruppo Adani continuano a crollare: “È un attacco all’India”

 

Il PMI cinese riprende a crescere dopo quattro mesi. Secondo i dati rilasciati stamani dall’istituto nazionale di statistica, l’indice ufficiale del manifatturiero cinese è salito a quota 50,1, rispetto al 47 di dicembre, tornando in territorio espansivo. L’ampiezza del rimbalzo è dovuta al contestuale aumento di tutti e cinque i sottoindici. Buone notizie anche dal comporta non manifatturiero. L’indicatore che misura l’ottimismo delle imprese nei settori dei servizi e delle costruzioni, è salito dal 41,6 di dicembre al 54,4 di gennaio. Il livello più alto da giugno.

Sono numeri che riflettono la rapida ripresa dopo la rimozione della politica Zero Covid. Ma la strada non è del tutto in discesa. Le autorità hanno ammesso che permangono ancora segnali “della mancanza di domanda di mercato”, mentre “le fondamenta della ripresa economica devono ancora essere ulteriormente consolidate”. Secondo gli analisti, a frenare sono le piccole e medie aziende, che contano per l’80% dei posti di lavoro. Nonostante le incertezze all’orizzonte, il generale miglioramento ha infuso ottimismo. Stando alle ultime stime del FMI, la crescita cinese nel 2023 si attesterà al 5,2%. 

Baidu lavora a un ChatGTP cinese

Secondo fonti Reuters, Baidu Inc – la società che detiene l’omonimo motore di ricerca cinese – starebbe programmando il lancio di una propria versione di ChatGPT, il prototipo di chatbot basato su intelligenza artificiale (AI) e machine learning rilasciato lo scorso novembre da OpenAI. Il servizio di Baidu, che dovrebbe debuttare a marzo, nascerà come un’applicazione autonoma che verrà gradualmente integrata al motore di ricerca. L’azienda ha già investito miliardi di dollari nell’intelligenza artificiale, implementata in servizi che vanno dal cloud alla guida autonoma. Ora il salto verso l’AI generativa, la cui commercializzazione la renderà “un prodotto di cui tutti hanno bisogno”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Baidu, Robin Li, in un discorso interno riportato da Bloomberg. I chatbot come ChatGPT funzionano tramite l’apprendimento automatico di grandi quantità di dati, tecnologia che consente al programma non solo di conversare con un utente umano, ma anche di cimentarsi nella scrittura di saggi o nella risoluzione di problemi, oltre che di offrire informazioni come un motore di ricerca. Il nome del nuovo strumento di Baidu non è ancora stato deciso ma, per Bloomberg, funzionerà sulla base del sistema Ernie.

La Cina invita i propri studenti a tornare in presenza nelle università all’estero

Dopo quasi tre anni di politica Zero Covid, gli studenti cinesi che hanno intrapreso un percorso di laurea presso università straniere potranno tornare a studiare in presenza. Come riportato da Bloomberg, il governo di Pechino ha invitato i ragazzi a rientrare nei rispettivi campus all’estero “entro il prossimo semestre”. A breve, infatti, scadranno le norme temporanee che dall’inizio della pandemia hanno permesso il riconoscimento delle lauree conseguite online. Non mancano però i problemi logistici: nonostante la riapertura dell’8 gennaio scorso, il numero di voli diretti all’estero è ancora molto limitato e non è facile reperire i biglietti.

Sul versante opposto, la fine delle restrizioni Covid dovrebbe comportare anche il ritorno in patria di quegli studenti che in questi tre anni hanno completato il proprio percorso di studi in paesi stranieri. Ma non tutti vogliono tornare. Dopo quello che è successo a Shanghai “ho paura a vivere in Cina”, ha dichiarato una studentessa al South China Morning Post. Poi “la situazione occupazionale nel paese è piuttosto brutta”, ha aggiunto un altro dei ragazzi contattati dal giornale di Hong Kong.

In Sichuan ora anche le coppie non sposate possono avere figli

Il governo provinciale del Sichuan ha abrogato una norma del 2019 che permetteva solo alle coppie sposate di avere figli. Come riportato da Reuters, dal 15 febbraio qualunque coppia potrà iscriversi (presso le autorità locali) a un registro nazionale che garantisce alle donne un’assicurazione di maternità per coprire le spese mediche e il mantenimento dello stipendio durante la gravidanza. Benefici che, in Sichuan, fino a questo momento erano riservati solo a chi era sposato. Per la Commissione per la salute della provincia sud-occidentale questa misura servirà a “promuovere lo sviluppo della popolazione equilibrato e a lungo termine”. Il tasso di nuovi matrimoni e di natalità in Cina è sceso ai minimi storici, e nel 2022 la popolazione cinese è diminuita per la prima volta in 60 anni.

La Russia supera la Cina come principale investitore in Iran

La Cina non è più il principale investitore straniero in Iran. È quanto ha dichiarato Ali Fekri, funzionario a capo dell’Organizzazione iraniana per gli investimenti e l’assistenza tecnica ed economica, al quotidiano Donya-e Eqtesad. A scalzare Pechino dal primo posto è stata la Russia, che ha recentemente finanziato due progetti petroliferi nel paese per 2,7 miliardi di dollari. Nell’ultimo anno, invece, la Cina ha ridotto il livello dei flussi monetari indirizzati verso Teheran, concentrando gli investimenti su centri logistici e strutture di frontiera legate alle proprie esportazioni in Iran.

Nato: Stoltenberg invita la Corea del Sud a rafforzare il sostegno all’Ucraina

Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha esortato la Corea del Sud a “intensificare il suo sostegno” all’Ucraina in un discorso tenuto lunedì al Chey Institute for Advanced Studies di Seul. Fin qui, il supporto di Seul a Kiev è stato di natura umanitaria ed economica, non militare. Dall’inizio del conflitto il primo ministro sudcoreano Yoon Suk-yeol ricorda che l’esistenza di una legge in vigore nel paese impedisce l’esportazione di armi a Stati in guerra, ma Stoltenberg ha dichiarato che anche “Germania, Svezia e Norvegia” avevano norme simili, eppure “ora le hanno cambiate”. L’industria della difesa sudcoreana sta diventando sempre più rilevante a livello internazionale. Recentemente la Corea del Sud ha stipulato degli accordi con la Polonia, paese Nato, per l’esportazione di carri armati e altri armamenti. “Se credi nella democrazia, la verità è che [l’Ucraina] ha bisogno di armi”, ha aggiunto Stoltenberg. Durante la sua permanenza a Seul il numero uno della Nato ha incontrato il ministro degli Esteri sudcoreano Park Jin e il ministro della difesa Lee Jong-sup. Martedì proseguirà il suo viaggio in Asia andando per due giorni in Giappone, dove terrà un faccia a faccia con il primo ministro Fumio Kishida.

India: comminate 165 nuove condanne a morte nel 2022

Nel 2022, i tribunali indiani hanno comminato 165 nuove condanne a morte. Il numero più alto in un solo anno per il paese dal 2000. I detenuti indiani nel braccio della morte sono dunque diventati 539, anche questo il dato più pesante a partire dal 2004. A racchiudere tutte queste statistiche ci ha pensato Project 39A, progetto di ricerca dell’Università di Giurisprudenza di Nuova Delhi. Circa la metà delle condanne a morte è legata a violenze sessuali a cui sono seguiti degli omicidi. Da decenni l’India si oppone a qualunque tentativo di risoluzione delle Nazioni Unite per sospendere o vietare la pena di morte, e nel 2019 governo guidato dal BJP di Narendra Modi ha ampliato lo spettro di reati punibili con la sentenza capitale: dal 2014, anno dell’ascesa al potere di Modi, in India sono state giustiziate 5 persone (8 in tutti gli anni duemila). L’ultima esecuzione nel paese risale al 2020.

Le azioni del gruppo Adani continuano a crollare: “È un attacco all’India”

Non è un gran momento per Gautam Adani. Le società del magnate indiano, terzo uomo più ricco del mondo per Forbes fino a una settimana fa (è sceso all’ottavo posto), hanno perso complessivamente circa 65 miliardi di dollari in valore delle azioni a seguito dell’inchiesta pubblicata il 24 gennaio da Hinderburg Research, una società di ricerca finanziaria americana. Adani ha risposto al rapporto – che ha denunciato come le società del suo gruppo avrebbero gonfiato il proprio valore azionario tramite una serie di pratiche illegali – con un documento di 413 pagine, nelle quali ha parlato di un “attacco calcolato all’India” e non solo alle sue aziende. Per Hinderburg il documento non risponde a molte delle domande poste dall’inchiesta, ma rappresenta solo il tentativo di “distogliere l’attenzione da questioni sostanziali e alimentare una narrativa nazionalista”. I legami tra Adani e il primo ministro indiano, Narendra Modi, sono noti da tempo, e per ora il governo di Nuova Delhi ha deciso di non rilasciare commenti riguardo la vicenda. Ma potrebbe trovarsi obbligato a farlo presto. Come riportato da Bloomberg, in settimana i partiti di opposizione solleveranno domande sulla questione durante le importanti riunioni del parlamento sul bilancio del paese per il 2023.

A cura di Francesco Mattogno; ha collaborato Alessandra Colarizi